Diario olimpico (6) - la giornata perfetta...
... O la giornata del folle? Martedì 6 agosto. Mi sono svegliato alle 4.55 e sono andato a dormire alle 3 del giorno dopo. Per dirla con Forrest Gump: ero un po' stanchino. Al netto di viaggi e spostamenti sono stato 16 ore al Parco olimpico... sai che noia, direbbe qualcuno. Non io, però.
Ho iniziato con l'hockey: sport che non conosco e mi incuriosisce. Mi sono letto la versione breve del regolamento e vai che sono pronto. Con buona dose di buona sorte ho potuto seguire due delle squadre (maschili) migliori del novero: Olanda, contro Corea, e Australia, contro Pakistan. Mi sono divertito un sacco, specie a seguire i portieri, sguardo suggerito dal mio passato calcistico tra i pali e dalla posizione sugli spalti.
Poi pausa pranzo con annessa visita, dall'esterno purtroppo, allo stadio olimpico. E di seguito: basket time, perché quello è il MIO sport. Quale basket? Per ora quattro su quattro quarti di finale femminile, in ordine e con precedenza ai vincitori: USA-Canada, Australia-Cina, Russia-Turchia, Francia-Rep. Ceca. Mi hanno chiesto: ma non ti rompi le balle a vedere quattro partite di basket di fila? Ho sorriso, pensando fosse una battuta; non lo era. Sui dettagli magari mi dilungo sul blog del basket che raramente aggiorno; qui mi limito a levarmi metaforicamente il cappello al cospetto della playmaker francese Dumerc. Basket ce ne sarà ancora parecchio, con ottima parità tra i sessi.
Con tutto questo sportwatching mi manca la pratica, ma ho trovato un'alternativa: gli spostamenti a piedi li faccio a passo di marcia, qualche volta anche di corsa.
E ho rinunciato da tempo all'infondata pretesa di essere valutato completamente sano di mente.
Claudio Ferlan
Dacci dentro Caio che poi quando son finite son finite
RispondiEliminaCe la sto mettendo tutta, con un pensiero a Rio 2016
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