lunedì 30 luglio 2012

Diario Olimpico (2). Rai matrigna e Italia armata.

Ancora qualche brandello di Olimpiade televisiva e poi sarà tutto live. 
Questo fine settimana da telespettatore ha lasciato molta perplessità. Capisco che la Rai non si sia potuta aggiudicare l'asta olimpica, a fronte della concorrenza di Sky. Anzi. Non capisco. Parliamo di due pay-tv, una delle quali spende cifre oscene per cose come Sanremo, l'Isola dei Famosi e robaccia simile. Ma facciamo finta di capire. E chiediamoci perché durante gli innumerevoli TG2 i collegamenti scompaiano: sabato a ora di pranzo, su Raisport 1 campeggiava l'avviso "Gare Olimpiche" mentre andavano dei servizi sui Mondiali di Calcio del 1962. Domenica, sempre con lo stesso avviso, era la volta del Giro d'Italia 1983. Rifacciamo finta di capire, ma queste cose qui puzzano tremendamente di presa per i fondelli.
Poi mi chiedo come mai le Olimpiadi Rai siano seguite da giornalisti ed ex-atleti competenti, mentre per gli Europei appena finiti abbiamo goduto di commentatori o che di calcio non capiscono una mazza o che di lingua italiana non capiscono una suddetta mazza. Che il calcio sia il posto dove collocare amici, amichetti, cugini, portaborse, mazzettari e benpensanti? Che sia? 
Lunga vita agli sport tremendamente minori, riconosciuti a cadenza quadriennale. E veniamo alla fine. A quella fine che racconta di italiani brava gente che primeggia nelle armi da duello storico: lame e frecce, pistole e fucili. Qui si vince, siore e siori, richiamando una tradizione millenaria di campanili litigiosi. Vedete che la storia serve a spiegare le cose?
Siamo gente del Rinascimento. 

venerdì 27 luglio 2012

Diario Olimpico. Tra basket e 50km

Si comincia!
Con la (per me) ben poco affascinante cerimonia d'apertura si dà inizio alle danze. Non contiamo il via anticipato per il calcio, che non considero sport olimpico. Rino Tommasi diceva: meriterebbe di essere alle Olimpiadi solo quello sport per il quale le Olimpiadi sono il top. Sottoscrivo.
Giovedì si parte, volo Verona-Londra e tuffo nel mondo di Olimpia. In saccoccia ho qualche biglietto, il sogno sarebbe averne di più, la realtà è già molto bella: scherma, basket (ci mancherebbe!), pallamano, pallanuoto, e, da ieri... atletica! E già, perché sul sito londontickets hanno lanciato nuovi biglietti dell'ultima ora. Ci ho provato ossessivamente per la finale di basket maschile, visto che quella femminile già c'è, ma senza successo. Ci sono riuscito per il rettilineo finale della 50 km di marcia, quella dove Schwazer potrebbe arrivare laddove già è arrivato. 50 km. Distanza non sconosciuta, ma certo fa impressione sapere che camminando vadano MOLTO più forte di me che corro.
Ormai è da più di un anno che inseguo biglietti: avrei voluto più atletica, un po' di nuoto. Lamentarsi no, però: a fronte di persone che sono riuscite a trovare niente o quasi, io invece i miei giorni olimpici li ho belli e tosti. E poi, hai visto mai che il last minute...
Ieri sera ho scaldato gli occhi andando al Palatrento a vedere Italia-Bosnia di basket maschile. Purtroppo siamo fuori, lontanissimi dall'élite olimpica. E ci tocca lottare per partecipare all'Europeo 2013 (in Slovenia, eh eh eh: mi sa che ci sarò, con Mateja, ovviamente. Ieri ho cercato la maglietta della Nazionale per lei, ma ancora è troppo piccola). Ho consolidato la convinzione formata negli ultimi anni: la nostra nazionale ha un gruppo di giocatori pronti per i massimi livelli: oltre ai tre big ci metto Mancinelli, Aradori, Datome e Gigli: i primi due per età e troppo poco campo con ancora grandi margini. Ma per raggiungere il sogno Rio 2016 (ho sempre avuto voglia di Brasile... a dire la verità ci sono stato per un paio di giorni, tanto per aumentare l'acquolina), serve allargare la base, serve che quando c'è bisogno di cambi il livello non cali troppo. Senza sognare in miracoli di madre natura, speriamo che chi c'è già cresca il giusto. Vabbè, dai, anche madre natura ci dia una mano con qualche campione da far sbocciare: le giovanili qualche segno lo stanno dando.
Intanto ossessivamente continuo a monitorare londontickets.
THE GAME IS READY TO START.  

domenica 22 luglio 2012

Non sono mai stato l'uomo di una volta

Oggi ci riprovo, dopo dodici giorni di stop conseguenti al blocco del polpaccio. E' andata così. Stavo correndo in salita ripida, terzo giorno consecutivo di allenamento non lungo ma intenso (facile capire che qui sta l'errore) e pensavo: correre con il dolore fa parte del gioco, neanche ti finisco il pensiero che croc. Polpaccio irrigidito o forse pure cementato. Ovvio che la cosa succeda a metà giro e torno a casa passeggiando- zoppicando.
So che non è niente di tale, ricordo gli stiramenti del basket e so che era tutt'altra cosa. Pomata e relax. Tre, quattro giorni e siamo a posto. Ma. Capita che sabato sera ci sia un matrimonio assai festaiolo e il giovinetto discotecaro che si nasconde in me non chiede di meglio per uscire allo scoperto. Improbabilizzo il look e vai di riempipista, salta, balza, poga e rappa. Ma io non sono più il discotecaro di una volta, ed ecco che croc. Il polpaccio richiama la mia attenzione con parole al cemento. Lo ascolto, ma non del tutto. Perché la festa è divertente, perché ne va della mia dignità, perché finché è caldo (il muscolo) a ballare - non a saltare - ci riesco. So che la pagherò, ma ne vale la pena.
L'eredità discotecara è un polpaccio duro come il marmo. Fisioterapia, riposo e vediamo come va la prova di oggi. Salta, balza, poga e rappa mi è costato in forma fisica e portafoglio.
Però. Proprio in quell'ottica che correre è divertirsi, se a quella festa così bella fossi rimasto a sedere avrei perso molto di più di quanto ho guadagnato. E per riprendere i passi di corsa, il tempo non mancherà. 


lunedì 9 luglio 2012

Settimana asfaltata

Quadratura del cerchio o chi si accontenta gode?

Credo proprio la prima sia la risposta giusta: ecco perché. 
Il titolo dice che la settimana appena passata non mi ha visto mai indossare le scarpe da trail, il sottotitolo chiede se va bene così.
Un paio di mesi fa avevo ululato su FB la mia insoddisfazione: tra impegni di lavoro, malanni, difficoltà di organizzazione del tempo libero non riuscivo proprio a correre quanto volessi. Ho provato a cambiare punto di vista: non più idee di gare o di preparazioni raffinate, ma soltanto "coro quando rivo, se no rivo camino o magari pedalo". Corro quando posso, se non posso cammino oppure pedalo.
Complice la professionalmente molto fruttuosa doppia trasferta (Roma + Lima) e la notevole concentrazione di lavoro conseguente, ho fatto decisi passi avanti nel procedere delle mie ricerche. Questo significa più tempo realmente libero.
La "bella stagione" (tocca tutto) ho rallentato i virus da nido. Questo significa più tempo realmente sano.
Ed io sono riuscito, per ora, nella riorganizzazione delle mie corse. Ecco che la settimana finita ieri ne diventa un simbolo. L'idea era un paio di uscite trail, delle quali una lunga, più un paio di asfalti. Nulla di tutto ciò: incastrando trasporti al nido, tempo di lavoro e tempo libero mio e di Chiara, sono uscito 4 volte, tutte su asfalto: due volte un'ora, (una con Chiara, il che è un di più di notevole valore) una volta 10 miglia abbondanti (perché miglia? Lo dicevo qui), un'altra volta corto veloce di 5km. E poi un paio di camminate con Mateja nello zaino. Leggo tanto di cross training, ma nessuno consiglia le passeggiate con un torello sulle spalle. Vi assicuro che funzionano: il mio passo nelle salite di montagna ne ha guadagnato un sacco. E una bella gita domenicale con le mie donne e gli amici, mancata senza rimpianti l'ipotetica 42km in Val di Ledro. Riesco a godermi molto meglio i minuti supplementari regalati ai miei allenamenti: un esempio. Accompagno Matj al nido, attaccato alla ciclabile. Lascio la macchina, lascio la maglietta, prendo la borraccia a mano e corro fino a quando il tempo me lo consente rosolandomi al sole e cercando l'ombra. Poi doccia sprint e mente sana in corpo sano in mezzo a carte e libri, se si può fino a tarda sera.
Oggi inizia un'altra settimana, e in serata ho avuto il tempo per un bel giro, questa volta trail sulle montagne vicino casa. Per di più, è davvero un ottimo periodo, nel quale riesco ad andare a ritmi che non conoscevo e su salite che camminavo. 
In sintesi. Coro quando rivo, se no rivo camino o magari pedalo: che sia la soluzione?
Continuerò senza gare almeno fino a settembre, poi si vedrà. 

lunedì 2 luglio 2012

Maria Gadù e Val di Genova: come essere belli senza correre

Sabato. Il giorno caratterizzato per noi trailer dalla Lavaredo Ultra Trail e dalla sorella minore Cortina Trail. Ho scelto di non iscrivermi (alla sorella minore) perché il troppo anticipo troppe volte è andato male. Poi mi sono un po' pentito, poi però... è stato il giorno in cui sono tornato a Verona, non per riviverci, ma per vedere nella bellissima cornice del Teatro Romano il concerto di Maria Gadù, nuova luminosa stella nel brillante firmamento della Musica Popolare Brasiliana. Meraviglioso. Quanto una Cortina Trail, immagino. Sudata l'attesa, con un prologo lunghissimo stranamente jazz che - tutti bravi, non me ne vogliano - mi ha annoiato profondamente. Poi però arriva lei, Maria Gadù, con i suoi musicisti. E a fronte di una carriera ancora agli esordi (due dischi e un live con Caetano Veloso) inanella un capolavoro dopo l'altro, con brani rivisti, riarrangiati, interpretati con maestria. Voce da brividi, capace di lenti e veloci, di samba e ballate. Un esempio
Quasi due ore di grandissima qualità (peccato per un guaio all'impianto acustico che rovina un paio di canzoni) e poi riascoltandomi i cd arrivo a casa quando ormai è notte fonda.
Domenica. Dovevo andare con l'amico Gio a correre trailando i 40km della Marcia dei Forti di Folgaria: fatta già due volte, ne conosco i pregi e quindi la voglia di ricalpestare certi sentieri è notevole. Capita però che i nostri amici (quelli con il figlio duenne che si sbaciucchia Mateja) propongano una gita in Val di Genova, angolo trentino a me ignoto. Abbandono il trail e mi appiccico alle due donne di famiglia, dopo un sonno davvero breve. Ma che bella idea! La valle è incantevole, oltre che fresca; cosa che per le temperature di domenica non era affatto insignificante. Cammino con la piccoletta nello zaino, mogliettina e amici al fianco, godendo di boschi, fiume e cascate. Anche l'altro piccoletto è zainato. Poi scopriamo una spiaggetta un po' nascosta che ha le caratteristiche di quei posti che chiamiamo "paradiso". Ruscello gelido, che proseguendo la sua corsa diventerà fiume, dove rinfrescare i piedoni. Alberelli sotto i quali mangiare e rilassarsi in ottima compagnia. Poi camminata di ritorno sempre con la cucciola zainata e contenta. Sosta idrica in bar di inizio valle, costruito in una tattica posizione panoramica da urlo con vista cascata.
Macchinata di rientro ed eccoci a casa.
Ok, tornato a casa un'oretta sui sentieri sopra casa me la corro, anche per provare un paio di scarpe nuove che mi sono regalato. Probabilmente ho seriamente rischiato lo scioglimento da caldo, oltre che il cedimento strutturale delle spalle provate dal dolce peso, ma non è successo e sono ancora qui a raccontarla.