lunedì 28 giugno 2010

Domenica ideale

Sveglia mattutina e trasferimento nel bel paesino di Fumane, in Valpolicella. Da un po' di tempo non partecipo ad una non competitiva (quelle che chiamano "tapasciate") per motivi vari o anche perché corro altrove. Questa volta però tutto si connette bene e partiamo. Già, "partiamo" perché Chiara mi accompagna. Vorrebbe passeggiare il percorso più corto, ma le strappo una promessa perché non lo faccia... ha avuto una settimana affaticata. Promessa ottenuta: farà un giretto nei dintorni e mi aspetterà seduta all'ombra. Succederà davvero!
Parto e mi sento in colpa perché alla prima deviazione leggo che la corta conta 4,5 km e forse una passeggiatina lei la poteva anche fare. Percorso molto bello, con grande percentuale di sterrato ed anche discrete salite. Corro la prima salita, fa molto caldo - in particolare ciò che soffro è l'umidità - e i ristori sono solo due lungo il percorso dei 15 km. Seconda salita, molto ripida e tirata, vado al passo e mi godo il panorama; ci sarebbe stata anche la macchina fotografica. Tengo ben presenti i dati del cardiofrequenzimetro e non esagero. Piano piano, con giudizio. Comincia la discesa e mi lascio andare. Incredibile per me, abituato nelle discese di ogni mio trail a spostarmi per cedere il passo, questa volta al momento di andare giù supero un sacco di gente. Strano davvero. Finisco non troppo affaticato i 15 km della corsa/camminata e trovo una docile Chiara seduta su di una panchina con il suo libro e la sua pancia.
Rientriamo a casa, pranzo e relax. Poi mi guardo Germania-Inghilterra. Finisce e bighelloniamo in casa. Cena e Argentina-Messico assieme a degli amici, sorseggiando una birrozza tedesca. Che fatica, vivere così!

sabato 26 giugno 2010

Fuori forma

Mi sento vagamente appesantito alla corsa, decidete voi a chi dei due amici sotto riportati possa io assomigliare di più
Oddio, sovrappeso certo non sono, ma vagamente in affanno sì. Tra acciacchi vari e caldo appiccicoso il risultato è affaticato.
Sono uscito solo un paio di volte questa settimana, dieci km alla volta che volevano essere tranquilli ma che alla luce dei dati del cardiofrequenzimetro  tali non sono stati. Quello che speravo era di non sentir uscire dolorini qua e là, speranza disattesa almeno in parte perché quando ho provato a fare qualche gradino e qualche brevissima rampa un fastidio alla coscia è emerso.
Tra quindici giorni la mia Ecomaratona del Ventasso sarà un'ecopasseggiata della domenica, segnata da macchina fotografica e freno a mano tirato. Voglio godermi i posti e rincorrere una prestazione atletica, anche minima, questa volta non avrebbe gran senso. Bene così, è anche questo il bello del trail. 

mercoledì 23 giugno 2010

Black Flag

Ciuff Ciuff. La giornata, come spesso mi succede, è segnata dal regolare incedere del treno. Scrivo regolare perché, ammettiamolo incrociando le dita, la linea Verona-Brennero funziona. Con il mio iPod posso scrivere al blog, nell'attesa di completare l'opera spedendomi il post quando sarò sotto la protettiva cupola internauta di un wireless. Ore di treno, tante in una settimana, che passo quasi sempre leggendo (libri di studio e di relax, giornali e riviste) e/o ascoltando musica e podcast.
Valerio Evangelisti, Black Flag, il romanzo del quale ho appena chiuso l'ultima pagina. Perplesso. Chiedo alle mie letture di svago: una storia, bello stile, personaggi ben caratterizzati. I punti due e tre ci sono, il primo molto meno. Chi compare nel testo ha una sua figura ben delineata, diversa dalle altre: non come in quei libri in cui i personaggi finiscono tutti per somigliarsi l'un l'altro. A cercare il pelo nell'uovo, manca un po' di attenzione nella definizione delle comparse. Scrittura bella, asciutta ed elegante.  Vicenda troppo di maniera, scelta più per mestiere che per la voglia di raccontare, così pare a me. Sembra di leggere un testo scritto perché l'editore reclamava una scadenza. Ho scelto Evangelisti perché mi pareva potesse essere una versione italiana di Lansdale, ma questa prima frequentazione suggerisce che non può. Probabilmente gli darò un'altra chanche, ma il prossimo - inizierò stasera - sarà "Hot Kid", di Elmore Leonard.

domenica 20 giugno 2010

Prudenza è fatta

Il richiamo d'inverno proprio di questi ultimi due giorni segna inevitabilmente il mio riprendere a macinare passi. Mi piace molto correre sotto la pioggia, ma il rispetto che voglio dare alla mia schiena mi suggerisce di lasciar perdere. Ieri pomeriggio era in programma un'escursione - camminata e non corsa - sulle montagne sopra Trento. Ma pioggia, tanta pioggia, e altro rischio temporale ci ha fatto desistere. Oggi immaginavo qualcosa d'altro, ma mi limiterò alla cara cyclette.
Domenica casereccia dunque, a fare lavatrici e pulire un po'. Magari mi metto a cucinare qualcosa di minimamente elaborato... ché se mai qui credo di averlo scritto, stare tra i fornelli non mi dispiace affatto. Sarebbe giornata da birra, divano e tv mondiale, ma Sky prende tutto e mi guarderò solo l'Italia. Poco male: ho in mente anche un bel libro.

giovedì 17 giugno 2010

Prove tecniche di ripresa

La schiena, parlandone da ferma, sta bene. Con il dovuto rispetto, la interpello e la coccolo non volendola forzare. Certo, devo ammetterle che ho pagato l'iscrizione alla Ecomaratona del Ventasso, ma il tempo massimo di otto ore mi suggerisce che posso prendermela comoda, in fondo, se arrivo in fondo che problema ci sarebbe? Nessuno.
E allora.
Lunedì sera torno a casa dal lavoro e piove, piove, piove. Rispetto, si scriveva, e allora rimango al coperto e pedalo un po' alla cyclette.
Martedì mattina (vado al lavoro nel pomeriggio) non piove più e mezzoretta tra parco e città mi dice che va tutto bene, servirà abituarsi all'afa e lo farò.
Mercoledì sera dopo il temporale non piove più e faccio i miei giri "ripetuti" in conosciuti parchi (sono, tutti circa, di 750, 450, 850). Il bello è che i due più lunghi hanno qualche salitella e discesina, poi curve e perfino gradoni. Giri proficui, che prendo talvolta con più calma, talaltra con meno. Alla fine tra riscaldamento e defaticamento, oltre a quanto c'è in mezzo, una decina di km li ho fatti. La schiena? Forse un po' stanca, ma se non avessi avuto quella cosa della settimana scorsa nemmeno me ne accorgerei. E invece me ne accorgo, e allora domani riposo - ma non è un gesto eroico, visto che già so che rimarrò a Trento e tempo per correre non ne avrei avuto.
Continua nella prossima puntata e il bello è che neppure io so come finirà.

lunedì 14 giugno 2010

Mangia e dormi

Sottovoce però esulto, sussurando - con modestia - al miracolo. Fino giovedì sera costretto a letto, rigido e dolorante; da venerdì ambulante con faticose fitte e oggi non dico flessibile, ma se non atletico quantomeno umano.
Era in programma un fine settimana vacanziero in Toscana, ospiti di Cuginachiara e consorte. Non ho certo voluto permettere a quella schiena là di impedirmi la vacanza. Precedenti idee mi solleticavano alla partecipazione al Trail di Fontesanta, idea naturalmente archiviata e si va, aspettando di vedere come andrà. Treno Freccia e da Verona a Firenze si fa presto, poi breve trasferimento locale ed eccoci a casa cugini. Si mangia sano e toscano. Qualche giro in macchina a vedere le colline. Pochi passi e ancora si mangia, poi pure si dorme e si rigira. Domenica mattina sto clamorosamente meglio: sono grato al chimico che mi antinfiamma, ma molto anche al naturale che sotto forma di salame, pasta e ceci, peposo, fegatelli etc. etc. nutre animo e non certo solo corpo. Eravamo a domenica mattina: passeggiata e la schiena non ne risente. Evviva: sembra passato; oggi fremo dalla voglia di correre ma resto prudente, domani spero proprio di rimettere le scarpette. Ma nel piegarmi per farlo, starò molto attento. E alla EcoVentasso io, quasi quasi, mi iscrivo! 

mercoledì 9 giugno 2010

Ma con la casa che è un bijou

Lunedì dedicato alla ridefinizione degli spazi domestici, leggi rivoluzione mobiliare per creare in casa un luogo deputato ad accogliere come merita la piccolina in arrivo. Tappa fondamentale Ikea, ovviamente, e poi al lavoro. Vuoto una libreria e la sposto dal corridoio al salone, pesantuccia anzichenò. Fitta alla schiena, ma l'uomo di fatica che assai bene in me si nasconde “guai a fermarsi” - dice. E via col trapano a forare muri e saldare mobili. Poi solleva, incastra, riordina, e dai e dai. C'è caldo e allora, sì sì, uomo rude, è a petto nudo il tuo costume da lavoro e non mollare, giro d'aria e sudore maschio. Pausa? Solo perché la richiede Chiara che mi guarda preoccupata... e quello strato di cemento armato che si nasconde tra una piega e l'altra del muro va combattuto. Male alla schiena? Non è niente... ora che hai finito vai a correre e passerà tutto. Vai a correre? Ma non sarà che il fatto di camminare a fatica sia un ostacolo? Ok, non ci vado. Pomata all'arnica che riscalda, eppure... mio caro omaccione da diporto, non ti muovi più.
Martedì al lavoro. In stazione a piedi, come al solito, ma la camminata è incerta. Treno. In ufficio fa caldo, ma come: non riesci a concentrarti per il dolore? Ma dai, che sei un trail runner. Una mezza pippa, ecco quel che sono: mentre cammino verso la stazione per iniziare il rientro mi vedo allo specchio di una vetrina: spettacolo increscioso, un poveraccio rigido come uno stoccafisso che mette a fatica in fila un passo dopo l'atro reggendosi la schiena a due mani. Viaggio in treno e quando mai a piedi, a casa in  bus. Antinfiammatori e a nanna.
Mercoledì. A casa dal lavoro, fortuna che posso affrontare schienato a letto la relazione che devo terminare di scrivere. Da consiglio del farmacista adeguo alla situazione imbarazzante la dose antinfiammatoria e vediamo come va. Rigido a letto, ma con la casa che è un bijou.
Correre? Non scherziamo... quando riuscirò ad alzarmi dal letto per raggiungere il bagno senza fare “cain cain” ad ogni passo sarà la prima conquista. E la mezza del Grappa, e la Ecoventasso? Boh. Ma con la casa che è un bijou. Lasciatemi almeno ripetere questo mantra da autosoddisfazione... ma con la casa che è un bijou. Ahia.  

lunedì 7 giugno 2010

Carso isontino

Il rientro nella Venezia Giulia ha segnato la ripresa sopra il chilometraggio da scarico degli ultimi tempi. Sabato: il programma della giornata si prevede tutto costruito attorno a visite amici e parenti, organizzate quasi al minuto per riuscire a stare, almeno un po', con più persone possibile.
Il tempo per correre sul Carso non può che essere mattiniero. Metto la sveglia alle sette e un quarto ma la voglia di andare è tale che mi sveglio ben prima. Bicchier d'acqua, biscottino e parto.
Da Sagrado (GO), paese in cui sono cresciuto e dove ancora abitano i miei genitori, l'accesso alle colline è immediato. Poche centinaia di metri e si comincia a salire su sterrato. Primo incontro con due caprioli che, vicinissimi, attraversano il sentiero balzando come solo loro possono fare. Continuo in salita nel bel clima del presto mattutino, sbuco sull'asfalto e dopo qualche metro eccomi in discesa sul tipico sentiero carsico, pietroso al punto da farmi capire che le scarpe sono andate. Fogliano, Polazzo, Doberdò. Mi perdo a guardare il panorama, tanto che manco una deviazione sulla strada che ho fatto davvero tante volte. Torno indietro e l'orologio mi dice: “Sei in ritardo”. Visto che ho tenuto il ritmo molto controllato, non sono per niente stanco e posso accelerare un po', in modo da rendere il ritardo sull'organizzazione della giornata meno pesante. Ne approfitto per buttarmi con vigore nelle facili discese, ma il leitmotiv della giornata sono i saliscendi e le pietre. Terreno brullo, sassi, terra rossa, poca vegetazione... che goduria. Finisce la prima uscita oltre i 10 km dopo la sosta; rientro dopo 16 km e poco più di un'ora e mezza.  
Doccia veloce e sono pronto per la giornata che mi porterà prima a Trieste (ragazzi, che città!) e poi anche a Udine... in macchina però.

venerdì 4 giugno 2010

Sette Otto km

Sono queste le distanze delle mie uscite della settimana in corso. Molto bene la ripartenza... due corse in pianura ed una con minimo dislivello (150 m) senza mai esagerare, tenuto sotto controllo dal  cardio: mi ero dimenticato quasi della sua esistenza, ma non è affatto male come guida in situazioni come quella mia attuale. Ho sbagliato mettendo la salita il primo giorno e affrontandola ai ritmi abituali, ma me ne sono accorto presto e poi correre pochi km permette recuperi immediati. Scrivo di questo mio rallentamento con molto orgoglio, perché temevo di farmi prendere la mano.
Fine settimana con rientro nella Venezia Giulia, un giro sul Carso questa volta non voglio farmelo mancare.

martedì 1 giugno 2010

Io non posso restare seduto in disparte...

Ricominciamo, e abbiamo ricominciato.
Dopo una settimana (la scorsa) segnata da una lenta ripresa, continua il mio blando programma di ricostruzione del me stesso “trail-runner”.
Sono ripartito con una sola corsetta cittadina di 6 km a ritmo non certo impegnativo e con una quarantina di km – divisi in due puntate – pedalati in cyclette davanti allo schermo tv e ispirato dal Giro d'Italia.
Questa sera si corre, sempre pochi km, magari mettendoci in mezzo una salitella per niente impegnativa. Dove potrebbe portarmi la ricostruzione? Un'idea è fare la mezza maratona del Grappa a fine giugno e la Eco del Ventasso in luglio, ma sono ancora indeciso. Avrei voluto provare una corsa “da spiaggia”, ma navigando su internet ho trovato qui la sola possibilità della maratona sulla sabbia in Danimarca. Ma Chiara deve star giù dagli aerei, l'amico di corse Alessio in quel fine settimana so già essere impegnato (altrimenti avremmo fatto questo: il raid Golfe du Morbihan, che va in calendario per il prossimo o i prossimi anni) e da solo non ho voglia di andarci.
Se qualcuno conosce una corsa italiana sulla sabbia batta un colpo.