lunedì 26 settembre 2011

Non riescio

Così diceva la nostra piccola amica Elisa quand'era ancora più piccola davanti a difficoltà per un bambino insormontabili.
Così viene da dire pure a me, alla luce delle ultime uscite di corsa e delle mie aspettative autunnali.
Ho (non voglio ancora usare "avevo") individuato due possibili obiettivi per il 16 ottobre: il Tartufo Trail sull'Appennino (50km, 2500D+) oppure la friulana Cormorultra (69km, dislivello mi si dice trascurabile). Ma al momento mi sento davvero poco in forma per affrontare l'una o l'altra. Perché? 
Perché non riescio a tenere una continuità di allenamento anche solo in parte soddisfacente.
Perché nel fine settimana ho provato a combinare un'uscita in pianura ed una in montagna ricavandone sensazioni non certo buone. La combinazione: 13 km circa con 650D+ circa al sabato, 20km circa alla domenica (ma sono stati solo 11/12 a causa di vomitillo e cacharel della piccola Matj, cosa che ha troncato la notte e chiesto attenzioni particolari durante il giorno).
Non riescio a tenere una corretta alimentazione: mangio troppo poco in pausa pranzo dal lavoro. Cerco di migliorare: oggi colazione anche salata e spero mensa anziché panini o insalatine più che one!
Non riescio a tenere una corretta gestione del sonno, nonostante la figlioletta sia brava e dormiente (a parte notti in bianco da virus, ma quella è l'eccezione). Cerco di migliorare: a nanna dopo il David Letterman su Rai5!
Non riescio a organizzare un lungo degno di tal nome. E qui è meno facile cercare di migliorare.
E mi chiedo: non sarà per caso che non mi sembrerà mai di essere pronto per stare sulle gambe per un'ultra? Davvero prima di quelle che ho fatto mi sentivo pronto? Non riescio a ricordare con precisione le sensazioni.
Non sarà forse che bisogna provare, buttarsi e abbandonare per un attimo quella razionale calma che mi caratterizza?
Sono molto confuso, ma come raccontava Carmen Consoli, rimango felice!


martedì 20 settembre 2011

Correre in musica

I rombanti temporali trentini mi hanno suggerito di evitare i sentieri di montagna e di accostare la sempre valida ciclabile. Le scarpe da asfalto sono andate, quelle da misto anche: ho solo quelle da trail e può essere un problema, ma piuttosto di stare a casa, cerco magari di correre sui margini erbosi.
Quando vado su asfalto trovo conforto nell'ascolto dell'iPod, ultimamente ho creato alcune playlist "ritmiche": musica cubana, reggae e Brian Setzer.
Ho molte idee, ma mi farebbe piacere ricevere anche dei consigli: qualcuno mi ispira?

... e con Brian Setzer rischio sempre di eccedere in ritmica, ecco perché:

lunedì 12 settembre 2011

Carso sì, Isonzo no

Antefatto. Chiara è in giro per convegni, a Mateja e me spetta una settimana di coccole e giochi in esclusiva. Avevo dei progetti, che come spesso mi accade sono andati in fumo. Per "motivi familiari", come si scriveva nelle giustificazioni del liceo, venerdì prendo ferie e me ne vado in visita genitori (miei) e nonni (di Matj), un fine settimana lungo di sostegno al "cardiononno" comprensibilmente agitato da nuovi imminenti esami ospedalieri. Siamo molto fiduciosi, è tutto di routine, ma un po' di tremarella ci sta, e una visita quasi a sorpresa sicuro fa piacere.
Corse. Contavo di farmi una maratona in due puntate, ma i "motivi familiari" di cui sopra mi hanno stoppato alla fine della prima puntata. Mi prendo quella prima puntata come un regalo e ve la racconto.
Sabato mattina presto dopo il latte ciuppato da Mateja, parto per il Carso, con l'intenzione di provare il percorso del Trail Autogestito del Carso Isontino, che conto di riproporre tra fine ottobre e inizio novembre. Conosco bene le strade che ho scelto, ma non so quanto misurino (a occhio avrei detto 23km... che occhio! sono 22, 910). Il giro che ho scelto per il T.A.C.I. 2011 è simile a quello dello scorso anno: ho cambiato la prima metà, mentre la seconda rimane inalterata. Parto da Sagrado, salgo verso le Alture di Polazzo, scendo e risalgo nella zona "strada dei carri armati", taglio verso la "Crosara" attraverso il mio pietroso sentiero preferito, imbocco un sentierino che sbuca a pochi passi dal Cippo Corridoni (fin qui le novità), raggiungo San Martino del Carso e poi la cima del Monte San Michele. Scendo attraversando Bosco Cappuccio, risalgo costeggiando i vigneti della Tenuta Castelvecchio, scendo infine per tornare a Sagrado.
Tanti nomi che a molti di voi non diranno nulla, si tratta di zone rese famose dal Fronte della Prima Guerra Mondiale, della quale si conservano lungo tutto il tragitto numerose memorie. Sono 23 km di tutto Carso, si alternano aridi sentieri pietrosi, piccoli boschi e terra rossa. Punti panoramici permettono di vedere il Golfo di Trieste e i monti sloveni. C'è del dislivello, un costante saliscendi che il mio altimetro misura con difficoltà: servirebbe uno scarto minore per essere precisi. Mi fido del mio occhio e butto là un D+ inferiore ai 500, superiore ai 400.
Ho corso con voglia, con scarpe ormai andate e da cambiare e con due borracce a mano "all'americana". Negli ultimi km ho sofferto parecchio il caldo, che sabato picchiava davvero cattivo.
Una piccola parte del giro l'ho fatta il giorno prima con Mateja nello zaino... e mentre domenica mattina io pensavo di farmi una ventina di km lungo l'Isonzo, lei con i suoi modi chiari mi ha detto che la nanna del mattino si fa solo con papà. E nanna sia! Per l'Isonzo c'è tempo. Il resto della giornata l'abbiamo passato con nonni e amici. Ora dopo un viaggio seral-notturno, io a guidare e Matj a dormire, eccoci a Rovereto. Io faccio fatica a prendere sonno, scrivo e metto la sveglia, perché tra poco si ricomincia.

sabato 10 settembre 2011

I'm your Man

Nell'attesa di completare il prossimo post a tema trail, post che si sta scrivendo sulle gambe prima ancora che sulla tastiera, ecco il ricordo di uno dei concerti più belli della mia vita, ad ascoltare una delle mie canzoni preferite.
Questa versione è stata cantata a Londra, io ho visto il tour dello stesso anno (2009) a Piazza San Marco, Venezia. 
Godetevelo: