martedì 25 dicembre 2012

TACI Prenatalizio


Ho letto sulla pagina Facebook di Spiritotrail un augurio natalizio che mi è molto piaciuto, lo riporto qui:
A
CHI
CORRE
SOLO PER
SE STESSO O
PER DIMOSTRARE
QUANTO SIA FORTE
AUGURIAMO DI RINASCERE
TRAIL RUNNER
BUONE
FESTE
Il 2012 volge al termine dopo che domenica abbiamo corso e organizzato la terza edizione del Trail Autogestito del Carso Isontino (TACI). Rispetto al 2010 e al 2011 è stato tutto molto diverso: il passaparola ha portato alla partenza un gran numero di facce nuove e se nelle prime due annate sapevo benissimo chi avrei incontrato, quest’anno non è stato così. È andata bene, poteva andare meglio, ma questo è un pensiero che vale sempre. 
Certo le cose positive ci sono state, e sono la maggioranza. Perché correndo in coda mi sono divertito assai, perché ho scambiato parole con persone che già conoscevo o che ho conosciuto, persone che sono stato fortunato ad incontrare grazie al trail. Perché il Terzo Tempo, a ranghi ridotti e non è un caso, è stato divertente, godereccio e appagante. Perché ho corso insieme a degli amici e perché il TA è un’occasione in più per correre con Chiara. Perché altri amici si sono sbattuti ad organizzare la camminata sul San Michele, ricevendo in cambio sorrisi e complimenti. Meritatissimi.
Grazie a Gis, Stefano e Lara che mi hanno permesso di mettere in piedi la giornata mentre io da Rovereto li incalzavo via mail o telefono.
Grazie alla maggioranza, che ha capito cosa intendo fare proponendo un giro turistico a passo di corsa, per conoscere il Carso dimenticando il cronometro e alzando gli occhi (scusate se non vi nomino tutti: è il mio modo per non dimenticare qualcuno).
Grazie speciale a Giuseppe, che ha avuto una gran sfiga: per te faccio un tifo del diavolo, devi metterti a posto il ginocchio, ci meritiamo molte altre corse assieme.
E poi c’è qualcosa che mi ha fatto storcere il naso e apprezzare l’augurio che ho riportato sopra. Dopo i primi due km, già ho visto qualcosa che a me non andava, sotto forma di un’accelerazione stonata al ritmo di crociera. E dopo altri due km, al momento di fermarsi per radunare il gruppo spezzato dalla stonatura, ho sentito i lamenti di chi ha freddo se ci si ferma a lungo e di chi vuole un ritmo diverso, più svelto. Lì ho deciso che il mio posto era in coda. Già, perché io organizzo assieme agli altri che però non corrono e dunque sono guida unica. A metà strada ho visto qualcuno che conosceva la zona buttarsi a rotta di collo su sentieri che non erano previsti. E ho proseguito in coda, fermandomi ad aspettare e risalendo la strada per tenere insieme chi ha capito cos’è un TA. All’arrivo qualcuno, non pochissimi in verità, se n’erano già andati senza neppure dire “Ciao”.
Scrivo questo perché serve a me scriverlo e perché so che su questo blog molti amanti del TA spendono qualche minuto, e vi (ci) dico: resistiamo!
Il prossimo anno sarà diverso.
Questo rimane il mio spirito: 

sabato 22 dicembre 2012

TACI: ultimi aggiornamenti e dettaglio percorso


Fatta la prova TA. Di seguito tutte le notizie interessanti e il roadbook (parolona!)
Consigli: non c’è acqua lungo il percorso, portarla con sé. Non ci saranno ristori in corsa, l’autogestione è assoluta.
Ci sono tratti scivolosi, se non avete le scarpe da trail (ma anche se le avete) affrontateli con calma e gesso.
Il fondo è talvolta sassoso: occhio alle caviglie.
Cerchiamo di stare compatti, ai bivi ci si aspetta. Prevista sosta ai due punti panoramici.
Cerchiamo di essere puntuali: fa freddo e aspettare gelandosi non è piacevole. Ritrovo: domani domenica 23 dicembre ore 8.45 per partire alle 9.00.
Partenza dalla Stazione FS di Sagrado, dopo breve tratto asfaltato si comincia a salire sul sentiero 76 (“della Fornace” per i sagradini).
Salita dolce su sterrato, svolta a destra in direzione Alture di Polazzo. Nota: avremo con noi una delle anime delle Alture. Tratto piano prima di raggiungere la strada delle Alture, con un po’ di fango. Svolata a sinistra in leggera salita e si passa al fianco del bellissimo agriturismo (cliccate sul link in basso a sx!) e si raggiunge l’incrocio delle Quattro Strade. Siamo a 4km.
Attraversato l’asfalto dopo poche centinaia di metri si svolta a sinistra su sentiero stretto e sassoso in leggere salita. Finito il sentiero si svolta a destra su stradina sterrata che conduce al Cippo Corridoni. Dopo il Cippo si sale verso S. Martino del Carso, che si raggiunge su strada asfaltata. Le fontane a S. Martino sono entrambe chiuse. Si continua su asfalto verso il cimitero di S. Martino, poco prima di raggiungerlo svolta a sinistra su strada sterrata che porta alla cima del Monte San Michele, con punto panoramico e sguardo sul Golfo. Siamo a 10 km scarsi.
Si continua sul percorso dei Cippi arrivando sulla strada asfaltata che, con svolta a sinistra, porta al parcheggio del Monte San Michele. Vista panoramica verso le montagne e l’Isonzo.
Ancora su asfalto in discesa per poche centinaia di metri e svolta a sinistra sul Sentiero 76, che ci accompagnerà fino alla fine. Il 76 è segnato, come da tradizione carsica, spesso ma non sempre. L’imbocco è in discesa piuttosto ripida, con terreno sassoso, infido e scivoloso. Questo è il punto più delicato: possibili scivoloni, serve attenzione.
Il 76 ci porta poi ad attraversare il Bosco Cappuccio, che nel mio infantile ideale chiamo “foresta”. Prima di raggiungere l’asfalto, un paio di bivi sui quali si tiene sempre la sinistra. Arrivati alla strada asfaltata (quella che da San Martino del Carso porta a Poggio III Armata) si attraversa semplicemente e si continua a sinistra (segnato il 76) in salita non ripida ma costante, lunga circa 600m. Poi lunga serie di saliscendi che conduce alla strada asfaltata che da San Martino del Carso porta a Sagrado. Si prende l’asfalto a sinistra e dopo circa 500 metri si riprende il 76 sterrato. Siamo oltre i 15 km.
Discesa detta “delle Casette” e arrivo. Ci si congiunge con la strada di partenza, quella della svolta a destra verso le Alture; adesso diventa svolta a sinistra. Torniamo sui nostri passi fino alla Stazione di Sagrado, dove arriveremo dopo 19 km di Carso.
Serve a qualcosa tutta questa descrizione? Di certo a farmi divertire.
Dalla stazione poi ci spostiamo in macchina in parrocchia e diamo inizio a quel che dà il senso alla giornata: magnar e bever.


domenica 9 dicembre 2012

Trail Autogestito del Carso Isontino

Ringrazio gli amici che hanno dato ampia diffusione all'iniziativa e pubblico sul blog il programma del TACI 2012, previsto per domenica 23 dicembre 2012.
Sono un uomo che di Carso non si sazia, e che dopo l'indigestione del Sentiero 3 non trova di meglio che proporre un giro su di un altro Carso.

Per prima cosa, rispondo a chi mi ha chiesto che cos'è un TA.
E' una corsa auto-organizzata e autogestita che cerca percorsi fuori dall'asfalto, percorsi che presentino una certa attrattiva panoramica, storica, naturalistica. Non c'è nulla di agonistico, il passo è lento e sono previste soste per fotografare e osservare i panorami. A chi vuole andare veloce e non ha la pazienza di aspettare i più lenti si consiglia un altro modo di correre :-)
Si tratta, in sintesi, di turismo e convivialità a passo di corsa. Un po' di allenamento serve, intendiamoci: sono pur sempre 18km circa di Carsocorso. 
Dopo la conclusione del trail ci si ritrova assieme per mangiare, bere e chiacchierare per dare vita a quello che chiamiamo Terzo Tempo. Le vettovaglie sono anch'esse completamente autogestite: ciascuno porta qualcosa e si consuma quel che c'è. La partecipazione è libera e gratuita :-)

E veniamo ai dettagli 2012!
Ci troviamo a Sagrado (GO) nel piazzale della Stazione ferroviaria alle 8.45, così da partire alle 9: farà freddino ed è importante essere puntuali. 
Il TACI è alla sua terza edizione, le prime due sono state proposte ai primi di novembre, quando il Carso è rosso di sommacco. Quest'anno non è stato possibile farlo in Carso rosso e non è da escludere che si trovi un Carso bianco! 
La proposta di percorso è più breve rispetto alle prime due edizioni: visto il clima invernale e l'interesse suscitato fuori dal gruppo di inveterati trailer ho pensato ad una riduzione. Il giro dovrebbe misurare circa 18 km (lo conosco perfettamente ma non l'ho mai misurato) e, indicativamente, si svilupperà così: Sagrado, Alture di Polazzo, Cippo Corridoni, San Martino del Carso, Monte San Michele, Sentiero 32 Cippi, Bosco Cappuccio, Sagrado. Il fondo è al 99% sterrato, senza nessuna difficoltà altimetrica ma con un fondo insidioso e irregolare (sassi, radici), talvolta scivoloso. Contrariamente a quanto successo nelle prime due edizioni NON sarà organizzato il ristoro autogestito lungo il percorso. Aspettandoci di trovare il freddo, meglio evitare soste congelanti. 
Compatibilmente con il numero dei partecipanti, potremmo forse dividerci in due gruppi, ma questo si vedrà il 23 al momento di partire.  
A conclusione del giro carsico, ci ritroveremo tutti nella sala parrocchiale di Sagrado, dove daremo vita al Terzo Tempo più trail del Natale 2012. Per questo è consigliato che i partecipanti postino (qui o su Facebook) il contributo culinario o di beveraggio che intendono fornire

Il TACI si rivolge anche a chi non ha fiato o voglia di correre una ventina di km carsici, cercando con la sua virtuosità di unire e non dividere le famiglie :-)
Per chi non corre sarà possibile una facilissima passeggiata sul Monte San Michele, guidata da indigeni carsolini e adatta a grandi e piccini. Il trasferimento fino al San Michele si farà in macchina, mentre il ritrovo è per tutti quello delle 8.45 Stazione ferroviaria di Sagrado segnato sopra. I passeggiatori potranno poi trasferirsi al caldo della sala parrocchiale nell'attesa dei trailer, che arriveranno - esperienza insegna - puzzolenti ma felici. 

Per farvi un'idea, vi posto i link del resoconto delle prime due edizioni:
Se siete curiosi e avete pazienza, i link vi rimandano ad altri link, foto, etc. 

Ho creato l'evento su Facebook: se siete interessati a restare sintonizzati anche su quelle pagine, cercatemi (Claudio Ferlan). 

lunedì 3 dicembre 2012

Cavalcata Carsica 2012: deviazioni ed equilibrismi in amicizia

E' andata. Per la seconda volta ho percoso da cima a fondo il bellissimo sentiero "3", l'Altavia del Carso. Se nell'edizione 2010 avevo scritto con profonda convinzione che la Cavalcata Carsica è la più bella di tutte, quest'anno di certo la bellezza rimane, ma con uno strano senso di smarrimento e l'ennesima prova che per conoscere se stessi serve molto più tempo di quello che abbiamo.
Sabato sera dormo dagli amici Sara e Pier Luigi, anche lui cavallo del Carso. Trascorriamo una piacevolissima vigilia, c'è un po' di incertezza sull'abbigliamento, vista la variabilità delle previsioni. Domenica sveglia all'alba, non piove, il vento è leggero e naturalmente fa un po' freddo. Partiamo assieme in tre: io, Pier Lugi e Stefano.
Si comincia puntuali alle 7.30, teniamo un passo tranquillo e andiamo piacevolmente in tre. Ci aspettano 53km circa di corsa/camminata su terreno insidioso, roccioso e ondulato come solo il Carso sa essere. Stefano conosce benissimo il sentiero, che per quanto ci stai attento è davvero insidioso: i segnali sono aumentati, ma certe deviazioni sono così poco logiche e visibili che se molli un po' di concentrazione rischi la frittata.
I primi 25 km (sono i dati del mio Garmin, che tradizionalmente non corrispondono a quelli della guida della corsa) li corriamo assieme. Io sto davvero molto bene, come al solito sono molto più efficace in salita che in discesa, ma il mio trottare tranquillo funziona a meraviglia. Dicevo. Dopo 25 km ci stacchiamo un po', c'è Chiara che mi aspetta a San Pelagio per fare assieme gli ultimi circa 15km: e sì, questa volta ho il pacer personale! Proseguo da solo e senza la sapiente guida di Stefano manco un bivio insidioso, proseguendo per la strada maestra che però non è più il "3". Fortuna che me ne accorgo quasi subito, torno sui miei passi e recupero la retta via perdendo qualcosa meno di una decina di minuti.
La Cavalcata si corre in autosufficienza, il mio Olmo 5 è ben fornito, ma il fatto che Chiara e l'amico Cristiano mi aspettino a San Pelagio è un'ottima notizia. Mi sorprendo ad arrivare da loro con parecchio anticipo rispetto a quel che mi dice il Garmin. Sono cinque ore e mancano una quindicina di km. Mi rifocillo velocemente e riparto assieme a Chiara. Abbiamo così poco tempo per chiacchierare correndo assieme, che blablabla saltiamo di brutto un bivio e ce ne accorgiamo solo quando il sentiero sbagliato ci porta in un paesino sconosciuto. Niente. Tocca tornare indietro e pazientemente guardare ogni deviazione alla ricerca del bivio perduto. Piove parecchio e comincio ad avere freddo. Stupidamente (perché?) non metto il k-way e di sicuro butto nel cesso un sacco di energie. Ritroviamo il "3" e aumentiamo l'attenzione. Cerco di non pensare ai km fatti in più e al tempo perso, che non è proprio pochissimo. Ma non sempre ci riesco. Dopo poche centinaia di metri ci ricongiungiamo con Pier Luigi, Stefano è andato avanti. Stavo benissimo, davvero benissimo fino a poco tempo prima, ma ora comincio ad avere qualcosa che non va: alzo poco i piedi, i passi sono inefficaci, le rocce carsiche bagnate mi fanno scivolare di continuo. Purtroppo ho anche una cattiva memorizzazione del tratto che stiamo percorrendo: lo ricordavo corribile (e probabilmente se asciutto lo è), ma nelle condizioni in cui siamo, il sentiero ed io, posso solo procedere di discreto passo e accennare alla corsa in pochi tratti sempre troppo brevi. Fortuna che sono in compagnia!
A pochi km dall'arrivo c'è la temuta discesa dell'Hermada. Prima di affrontarla uno sprazzo di lucidità mi dice: "Il K-Way, demente!". Provo un gran sollievo nel coprirmi, ma il primo passo della discesa mi costa un bel bloccaggio al ginocchio destro. Amen. Scendo appoggiando il peso sui bastoni, lentissimo, lentissimo, lentissimo. Fortuna che la discesa è breve. Ho avuto immediatamente la sensazione che il ginocchio bloccato si sarebbe sbloccato, non so perché ma così è. Gli ultimi km li corricchiamo, fermandoci quasi ad ogni bivio con il terrore di sbagliare ancora.
Arriviamo finalmente dopo 7h54' Pier Luigi, Chiarapacer ed io. Purtroppo il freddo ha consigliato chi prende il nome dei finisher di andarsene prima delle abituali otto ore. Purtroppo Stefano che era andato avanti pensava di raggiungermi, senza poter immaginare che io più che avanti ero altrove. Così si è preso un bel freddo ad aspettarci, visto che la macchina a Jamiano era la nostra.
Tutto è bene quel che finisce bene, e finire la Cavalcata la trovo comunque un'impresa, sia pure facendo un bel casino, mettendoci tempo e km più del necessario e dovendo anche superare alla bell'e meglio una "crisi di testa".
Concludo con qualche considerazione che mi sia utile per la prossima volta (che ci sarà, ovviamente). Quando hai freddo vestiti, babbeo! Tu che ti porti in spalla dei vestiti di ricambio, li puoi anche usare: mica li carichi perché hai bisogno di zavorra! Se ti viene in mente di non usare i bastoncini, scaccia quel pensiero e tieniti stretti i tuoi maginifici Camp. Cerca di provare qualche tratto del "3" assieme ai tuoi amici cavalli carsici e ricordati che a seconda delle condizioni del tempo il sentiero può cambiare in maniera sorprendente, quindi... non soprenderti! Dopo San Pelagio col cacchio che è corribile, specie se piove e se hai alle spalle già quasi 40 km di Carso. Dopo San Pelagio il sentiero largo non dura molto, c'è quella svolta a destra che sembra fatta apposta per fregarti. Prima di scendere l'Hermada, controlla attentamente un eventuale bisogno di stretching. Intanto questo, se a qualcuno dovesse venire in mente altro, me lo scriva!
La sera rientriamo in macchina a Rovereto, ho le gambe malconce e sono alla frutta, il mio turno di guida lo riesco comunque a fare con l'aiutino della Red Bull. Stamattina mi sveglio, faccio una colazione che assomiglia a un pranzo e mi sento davvero molto meglio. Persino le gambe si sono sciolte a tal punto che scendo quattro piani di scale con Mateja in braccio. Mi rimane il dubbio di avere davvero gestito male le forze. Tutta scienza per le corse future!