sabato 31 dicembre 2011

La vendetta del maialino da latte

Io ho una poco sana passione per le costine di maiale alla griglia. Al pranzo del mio matrimonio ("grigliata di gala") mi fecero trovare una costina sul piatto appena accomodato al tavolo. Gli amici esperti grigliatori mi viziano sempre. In Argentina la prima cena è stata dedicata alla poca sana passione etc. etc.
Giustamente, il maialino si è vendicato. 
Un paio di settimane fa mia figgggghia per la prima volta ha dormito nel lettone, non è mai stata interessata, ma quel giorno lì si è svegliata di notte e non si capiva quale fosse il problema. Dopo vari tentativi, è arrivata la nanna in mezzo a mamma e papà. Formazione: Chiara con testa su di un comodino, io abbracciato all'altro comodino per non cadere da comoda cengia. Mateja scalciante in orizzontale. S'inoltra la notte e io, imprudente e addormentato, volgo il petto all'infanta. Lei, maialino da latte se ce n'è uno, colpisce secco e violento con due calci volanti stile Hulk Hogan. Io gemo dal dolore, Chiara sente il lamento, si sveglia chiede che succede, ottiene risposta.
Mattina. Mi fa male il costato, laddove è arrivato il doppio calcio. Capillari rotti, ematoma incipiente. Ci ridiamo su.
Passano un paio di giorni. Cammino veloce per prendere il treno, non ho fiato, non riesco a muovermi se non in posizioni strane. Mi preoccupo: cos'è questo dolore? 
Ancora un giorno. Vado a correre. Dopo 2 minuti finisce il fiato, non arriva, non sale, non respiro. Mi chino e torno a casa. Che sarà mai? Devo farmi vedere.
Ipotizzo: stiramento addominale, contrattura, o forse qualcosa di peggio?
Poi faccio guardare lì dove fa male e mi si dice di un ematoma, e ricordo. Il doppio calcio volante. Mi consulto subito con un paio di esperti. Il responso: contusione costale con possibile piccola incrinatura che limita il lavoro dei muscoli preposti alla respirazione. Riposo.
Ed io che ero tutto orgoglioso quando la pediatra ci disse che i muscoli delle gambine di Mateja sono particolarmente forti e sviluppati.
Ora è passata, e stamattina ho fatto senza dolore l'ultima corsa dell'anno.

domenica 18 dicembre 2011

Quarantacinque minuti

Si ricomincia a correre con, più o meno, questo minutaggio.
Mi piace l'inverno, non odio certo il freddo, anzi. Stamattina sono uscito da casa che il termometro recitava - finalmente l'inverno è inverno - meno uno. E ho corso. 
Da qualche tempo a Rovereto hanno segnato dei percorsi cittadini "Rovereto con la corsa", o meglio: li hanno segnati con una certa elasticità, dimenticando qualche bivio e inserendo qualche attraversamento stradale eccentrico. Destinati forse più a chi conosce la cittadina di quanto non lo siano ai gitanti, i percorsi rimangono un'iniziativa molto bella. Ho seguito qualche freccia, unendo i puntini come facevo da bambino sulla Settimana Enigmistica e il risultato è stato un trequartidora di grande divertimento. Ho cercato di metterci anche qualche salita, ma forse è meglio riprendersi un po' di forma prima di insistere. Certi tratti che di solito faccio per iniziare a correre verso l'alto oggi mi sono sembrati la fine, più che il principio. Ma poco male.
L'influenza è passata, il viaggio argentino è archiviato e spero proprio di ricominciare con ordine. L'entusiasmo, quello, non manca mai.
Qualche giorno a Natale lo passo in Friuli: una visita al Carso si impone, spero nessuno si impegni a scipparmela. Perché i giorni saranno davvero "qualche" e niente più.
E qui in Trentino comincio a disegnare un circuito cittadino, che mi aiuti a preparare la prossima sfida, che spero sia una sei ore asfaltata. Per i trail lunghi un appuntamento in estate, uno in autunno. Non chiedo di più. Vorrei invece incrementare i trail corti, senza disdegnare le versioni ridotte delle grandi gare.
Di questa bella domenica mi rimane il gran gusto di correre al freddo, ché il gelo è un'altra cosa. 
E mi rimangono pure: una bella passeggiata con Matj e Chiara, il panino wurstel e crauti con birra, il necessario relax e l'indispensabile tepore casalingo (altrimenti sai che figata correre sottozero...), Mateja che dorme come un ghiro alle ore sbagliate.
Ci serviva, un fine settimana casalingo: eravamo davvero arrivati alla frutta. Ma dopo la frutta arriva il dolce, precisamente il dulce de leche che abbiamo cucinato. 

giovedì 15 dicembre 2011

Pirati ed Ebook

Altro che trail domenicale con l'amico Alessio!
Altro che quattro allenamenti settimanali alternando sentieri, asfalto e cyclette.
Non faccio un tubo da giorni, debilitato dall'influenza in un continuo andirivieni di momenti in cui mi dichiaro completamente guarito ed altri in cui mi alletto.
Dicono che possa essere colpa di portatrici sane di virus provenienti dal Nido, va bene, l'importante è che sia la portatrice a rimanere sana. Io accolgo il souvenir dell'inverno e aspetto che passi.
Nell'attesa di ripartire, mi dedico assiduamente alla lettura e, quando la testolina dice basta, all'ascolto della radio. Oltre che al sonno, naturalmente.
La lettura va sul Kindle: già da qualche tempo sono passato all'ebook reader, utile e comodo soprattutto per evitare tonnellate di libri che difficilmente troverebbero albergo nella nuova casa roveretana.
Il bello dell'ebook, poi, è che puoi trovarne di gratis su siti come liberliber. Si tratta di libri senza più diritti d'autore, tra i quali ci sono anche dei classiconi della mia infanzia: tutto Salgari. E parecchie altre chicche, vale la pena davvero farci un giro.
E ho ripreso in mano Il Corsaro Nero, divorato in poche ore. Ora La Regina dei Caraibi e mi sa che il ciclo dei Pirati delle Antille in poche settimane andrà esaurito. Una letteratura che merita a pieno titolo la definizione "d'avventura", un'avventura che mi pare niente affatto passata di moda. Lo stile poi è davvero efficace: asciutto, ficcante, descrittivo. Mentre prendo una pausa per il blog, Il Corsaro Nero e Morgan sono alle prese con un abbordaggio ad una fregata spagnola.
Alla radio invece ho sentito presentare il libro di Nicolai Lilin. Molto incuriosito, ho comprato l'ebook del suo primo, Educazione Siberiana, e ho iniziato a leggerlo tra un arrembaggio e un duello a fil di spada (altro vantaggio dello strumento: pochi clic ed ecco il libro pronto senza dover uscire di casa sotto la pioggia con la febbre). Libro inquietante, ma ancora in lettura. Magari ne parlerò in futuro.
Basta scrivere, vado a leggere...

sabato 10 dicembre 2011

Corsi e ricorsi

E' una cosa che si ripete senza puntualità, ma si ripete: ogni tanto riprendo a correre su asfalto e non mi dispiace. Allora mi dico che dovrei alternare sentieri e strada, che così facendo non perdo nulla ma guadagno. Poi trovo un nuovo percorso trail, dimentico l'asfalto e via così. Basta dare un'occhiata a qualche vecchio post: questo o quello.
L'unica voglia che ancora non torna è la maratona su strada.
Dopo la pausa d'Argentina, ho ripreso con discreta lena: non voglio esagerare e ricomincio con serenità. Uscite da un'ora o poco più, a ritmi variabili ma mai troppo spinti per le mie capacità. Una sola corsa fuoristrada (il mio "classico" giro del Monteghello), per il resto ciclabile roveretana.
Giovedì sera ho santificato la festa in maniera molto attraente: fuori di casa verso le 19 e vai sulla ciclabile. Invece di girareingiro dove c'è illuminazione pubblica, ho preso la via buia, accompagnato dalla frontale. Mi sono divertito davvero molto: solitario ma non solo, attorno a me le luci dei paesini arrampicati sulle montagne, vicino a me l'Adige che scorre e sulla pista solo io. Preso dall'entusiasmo, mi sono accorto di aver anche accelerato il passo tutto pervaso da una grande serenità.
Domani sarà corsetta trail con l'amico Alessio, dopodomani chissà.
Le idee per il 2012 cominciano a prendere forma, e prendo in considerazione anche qualcosa di asfaltato.
Cambierò idea? Probabile. Ma non riesco ad immaginarmi come e in che direzione: ci sono tante gare, tanti modi di correre, tanti percorsi da scoprire!
Intanto mi rallegro nel rendermi conto che la sosta ci voleva, mi ha fatto bene e ora mi godo ancora di più ogni km che faccio. Certo, se fermarsi significa andare in giro per il mondo a fare il lavoro dei propri sogni diventati realtà... aiuta parecchio.

domenica 4 dicembre 2011

Vamos Vamos Argentina....


... tra storia e tango, il blogger torna a casa.
Un viaggio davvero lungo per un'esperienza ricca e soddisfacente che, a meno di stranezze e imprevisti, si ripeterà.

In. Verona-Francoforte-Buenos Aires-Mar del Plata. Più di un giorno in aria e per terra per raggiungere la destinazione, Mar del Plata appunto. Qui mi fermo quattro giorni per partecipare al mio primo convegno all'Altro Mondo. Ne ricavo un'impressione davvero positiva, condividendo una realtà accademica molto più giovane e meno ingessata della nostra, dove anche chi studia per laurea o dottorato ha pieno diritto a dire la propria, senza per questo essere guardato dai "veri saggi" con uno sguardo che vaga tra compassione, tenerezza e disinteresse.
Il confronto con le ricerche di laggiù mi suggerisce idee e prospettive nuove e mi racconta di un punto di vista inevitabilmente diverso. 
L'animo mio che un po' germanico lo è non si adatta benissimo alla gestione dei tempi sudamericana, dove l'ora è un'unità di misura diversa dalla nostra. Ma tocca a me adattarmi.
Una delle cose che ricordavo dal mio precedente viaggio latinoamericano con un'intensità quasi fisica era il sapore del cibo, carne e frutta in particolare. Lo ritrovo così come me lo ricordavo.
La mia relazione al convegno è arrivata dopo tre giorni di Argentina: buona cosa, ho avuto il tempo di prestare orecchio ad accenti e pronuncia, di ri-familiarizzare con la lingua, così è andato tutto per il meglio. Ho chiacchierato e discusso di opportunità di scambio. 
Dimenticavo... io faccio lo storico e quello che ho avuto da dire raccontava di confronti tra predicatori in Austria e in Perù nel Millecinquecento. Schemi di pensiero e di azione elaborati da chi era chiamato a confrontarsi con realtà nuove o sconosciute. Mi pare attuale.
Finito il convegno, ho fatto tappa a Buenos Aires per spezzare il viaggio di ritorno (e per "prendere altri contatti"). Prima di tutto Plaza de Mayo. Ma ho avuto poco tempo, sufficiente a fare un giro a San Telmo, il barrio del tango e del mercato domenicale. E ho visto il tango, e ho visto il mercato. E poi una lunghissima camminata nel bellissimo Puerto Madero. Tre foto:





Altre, tutte da Buenos Aires sono qui (con un paio di piccoli filmati).

Out.Il rientro è faticoso, più che il fuso orario mi mette in difficoltà l'inversione estate/inverno. Ma non mi spiace tornare a casa: la brevità del viaggio ha impedito che con me ci fossero Chiara e Mateja. La prossima volta cerchiamo di organizzarci per andare in tre.
Ora non è tempo di vacanza e non lo sarà neppure a Natale: mi aspetta una stimolante full immersion storica e la gita fuoriporta mi ha caricato al meglio.
Oggi è il giorno della Cavalcata Carsica. In bocca al lupo a chi sta correndo. Ho rinunciato perché non voglio più imbarcarmi in corse impegnative senza l'adeguata preparazione. Non è divertente. Vista la periodicità biennale del convegno di Mar del Plata, mi immagino un'alternanza tra Carso e Oceano Atlantico.
Dopo la pausa ho ripreso a correre trotterellando su asfalto.
E per congedarmi: Vuelvo al Sur, versione Gotan Project

lunedì 21 novembre 2011

L'Internazionale... Inghilterra-Argentina

Eccoci rientrati da un fine settimana lungo londinese.
Eccomi in procinto di ripartire domani mattina, destinazione Mar del Plata, via Buenos Aires.
A Londra siamo andati a vacanzare, Chiara, Mateja ed io. Siamo stati coccolati ospiti di Cristina, cugina di Chiara e cugina pure mia, da tanto ci troviamo allegramente in sintonia. Abbiamo passato tre giorni di relax, senza fare granché i turisti ma godendo della buona compagnia. Un posto nuovo però l'abbiamo visitato, Kingston, che mostrandosi di sfuggita attraverso la nebbia ha rivelato un aspetto davvero interessante. E poi in giro per i parchi, che è sempre un bel girare.
Mateja si è divertita, ha riso tanto e spesso, e si è pure guadagnata la definizione "a lot of work", copyright Fiona (coinquilina di Cristina), che detto per inciso cucina il miglior Banana Cake che io abbia mai mangiato. Mi farò dare la ricetta.
Insomma: pur adeguando i ritmi alla più piccola del gruppo, abbiamo avuto tutto il tempo per spassarcela. E per me è stata anche un'occasione per annusare il territorio che mi vedrà spettatore invasato delle prossime Olimpiadi. Non vedo l'ora.
Domani riparto, questa volta da solo, visto il motivo e la lunghezza del viaggio. Vado a Mar del Plata. Verona-Francoforte-Buenos Aires in aereo. Poi Mar del Plata in pullman. Perché? Perché in questa città argentina sull'Atlantico si svolge ogni anno un congresso di storici dell'età moderna. Ho inviato mesi fa la mia candidatura per presentare una relazione al congresso, è stata accettata e io vado a raccontare di gesuiti che viaggiano, predicano e insegnano. Vado ad ascoltare cosa si studia al di là dell'Oceano, a confrontare le mie ricerche con quelle di colleghi europei e sudamericani. Vado a conoscere cose e soprattuto persone. Vado a vedere un altro mondo, che mi interessa e incuriosisce tanto. Non avrò occasione di fare turismo, ma il mio lavoro mi piace talmente tanto che sarà molto divertente.
Parentesi corsa. Dopo il TA del Carso, mi sono fermato, anche per far sfiammare il piedino offeso dalle Salomon (ho comprato le Montrail Badrock, ottime sensazioni al TA). Pensavo di stoppare a lungo, evitando di portare le scarpe a Londra e Mar del Plata. Poi però a Londra Cristina si è offerta di accompagnare Mateja a fare un giro in passeggino, così che Chiara ed io potessimo correre assieme... e siccome non è che le scarpe proprio non le avessi... insomma, me le porto anche in Argentina. Tanto là è estate e il bagaglio è leggero.
E dopo il capolavoro dei Clash, io potrei cantare "London CORRING" a voce stonata.

martedì 15 novembre 2011

TA del Carso Isontino: è stato bello

Certo, sento questo Trail Autogestito come una mia creatura, ma solo perché l'idea di farlo è venuta a me. Perché poi l'idea si concretizzi, serve l'aiuto di molte persone. Specie se il percorso che proponi è a 300km da dove abiti. E serve alla fine che l'idea piaccia e venga messa alla prova.
E allora...


Grazie agli amici Cristiano, Gis, Stefano e Lara che si sono spesi per organizzare camminata e ristoro con té caldo, oltre che farci trovare tutto pronto per il Terzo Tempo.
Grazie a Michele, che pur non potendo correre è stato con noi e ci ha raccontato storie della Prima guerra mondiale.
Grazie al parroco di Sagrado, don Giovanni, che ci ospita nella sua sala senza chiedere mai nulla in cambio.
Grazie a tutti quelli che hanno corso, camminato e mangiato. E siccome sono più di quaranta, non faccio l'elenco dei nomi.
Grazie ai tanti bambini, che sono dispensatori di incondizionata allegria.
Qualcuno lo avrò dimenticato di certo: scusatemi.
Un vigoroso abbraccio a chi, magari aspettando da tempo l'appuntamento, per acciacchi fisici o problemi organizzativi non è stato con noi ma ci sarà nel 2012. 

Mi sveglio e guardo fuori dalla finestra di quella che per parecchi anni è stata casa mia: c'è il sole, un sole davvero bello. Le previsioni questa volta non mentono: un'occhiata al Carso e i colori sono davvero accesi. 
Appuntamento alla stazione di Sagrado alle 9.30, ci sono quasi tutti gli attesi: manca qualcuno ma altri si sono aggiunti all'ultimo momento. Partiamo con un po' di ritardo, dopo aver atteso chi la domenica mattina fa un po' di fatica: prima di chi corre, si avvia chi cammina. 




Proprio la condivisione carsolina di corridori e camminatori è quello che mi piace del nostro TA: mi pare un bel modo per condividere la domenica tra amici, familiari, grandi e piccini.
Noi che corriamo andiamo subito a vedere i colori del Carso. Ci stanno le soste, perché ad ogni bivio ci si aspetta, cercando di rispettare l'andatura del meno veloce... altrimenti che stare insieme sarebbe? Fa caldo per essere novembre, qualcuno si veste troppo ma troverà buoni samaritani disposti a mettere nello zaino gli indumenti inutili. 




Il gruppo è davvero composito: si va da chi ha vinto due volte la Spartathlon, a chi è arrivato nei primi venti al Tor des Geants, a chi al massimo ha corso una decina di km. Il percorso che ho disegnato racconta di 23km e 450m D+, su terreno sempre ondulato e dunque spesso faticoso. Possibili anche alcuni tagli che tolgono, credo, non più di quattro km al tutto. Si potrebbe tagliare anche di più, ma nessuno lo farà.
La tavolozza del Carso è davvero ricca:




Arriviamo al Cippo Corridoni, dove Michele ci regala un graditissimo intermezzo storico. Michele che avrebbe dovuto correre ma trailando sull'Etna ha messo male una caviglia. Peccato.
Lo scorso anno il Cippo non faceva parte del percorso, ho scoperto dopo un piccolo sentierino che permette una bella deviazione togliendo di torno km di asfalto. Tutto merito di chi questi sentierini li ritrova, pulisce e mantiene agibili. Chapeau!




Ripartiamo per raggiungere San Martino del Carso, dove (neanche avessimo sincronizzato gli orologi!) ci incontriamo con il gruppo camminatori per un tè caldo e una visita al Museo della Grande Guerra. Qui purtroppo abbiamo le prime defezioni, ma grazie a chi è arrivato fin qui, mentre il resto del gruppo è bello tonico per salire in cima al San Michele e da qui godersi lo spettacolo del Golfo di Trieste, un anno fa negato da nubi bassissime.
Corriamo il sentiero "32 cippi", memoria del fronte della Prima guerra mondiale, ragazzini a spararsi a vicenda senza sapere perché. E chi li mandava al macello è ricordato con il nome di una piazza... brutte cose, da tenere a memoria per cercare di cambiarle.
Arriviamo all'altro versante del San Michele, quello che guarda l'Isontino.




Poi si scende, attraverso il coloratissimo Bosco Cappuccio. E si risale, per poi scendere e risalire, in un nervoso alternarsi di piccole rampe e brevissime picchiate. A terra sassi e foglie d'autunno, ma nessuno inciampa, nonostante il bosco inviti a farsi guardare.




Manca poco ormai, il tempo di lasciare da parte una discesa tutta asfaltata per l'ultimo sentiero di giornata. E arriviamo dopo più di tre ore di corsa cazzeggiata e divertente. Tutto d'un Carso!
E alla fine: se magna se bevi e se va in pajon!




Considerazioni finali
Gli amici che hanno preparato i tavoli per il III Tempo avevano calcolato 40 coperti: non sono bastati!
Mi spiace che qualcuno abbia rinunciato pensando fosse una cosa ristretta, per pochi eletti. No no no! Il TA è per tutti.
E per renderlo ancora più agevole, il prossimo anno (perché un prossimo anno ci sarà) mi piacerebbe molto riuscire a formare due gruppi, a due andature diverse, così da accogliere anche chi non si sente pronto ai 23 km e per affrontarli ha bisogno di calma. Certo, se superiamo di brutto i quaranta sarà complicato trovare il posto per l'abbuffata finale, ma risolveremo.
Il mio album fotografico completo è qui.
Quello dell'amico Alessandro "Mammut" qui.


"Rubo" dall'album del Mammut la fotografia che saluta questo post, mettendoci come didascalia un ringraziamento a nonna Giù, che con il suo babysitteraggio ci ha permesso di correre assieme!
La Bella e la Bestia (mi riferisco al fisico, mica all'estetica).



domenica 6 novembre 2011

Coincidenze di corsa

Come quest'anno è accaduto davvero di frequente, anche la programmazione trail di oggi è andata a farsi benedire. Ma...
La mia prima idea era quella di correre in provincia di Varese il Trail delle Terre di Mezzo, visto che il tipo di percorso, a leggerlo sul web, è proprio quello che prediligo: ondulato e collinare. Ma la trasferta lombarda già da un paio di settimane si è rivelata troppo difficile da organizzare e gestire.
La seconda idea era quella di correre sul versante veronese del Monte Baldo un Trail Autogestito. Idea questa che è rimasta viva fino al suono della sveglia di stamane: ore 6.30. Dopo una notte dormita non benissimo (ultimamente capita, purtroppo, e non posso certo incolpare la piccola dormigliona di casa) il quadro di pioggia e nubi che si mostra dalla mia finestra mi induce a desistere. Il Monte Baldo è ricoperto da nuvole nere.
A me piace molto correre sotto la pioggia. Non più tardi di venerdì sono riuscito a regalarmi il giro del Monteghello sotto l'acqua battente, e mi sono davvero divertito. In montagna, in luoghi che non conosco e in un momento di forma certo non brillante però ho scelto di lasciar perdere.
Ormai sono sveglio, quindi faccio una colazione assai leggera con Mateja e quando Chiara si alza sono pronto a partire per una quindicina di km asfaltati sulla ciclabile. Per farli in compagnia, provo a mandare un messaggio al trailer vicino di casa, Gio, con il quale "enne" volte ci siamo detti di andare a correre assieme e ancora mai abbiamo realizzato il progetto. Ed eccola la coincidenza fortunata: mi risponde dicendomi di essere appena partito (cento metri da casa) per un giro "Sui dinosauri", ovvero nella parte di montagna sopra Rovereto che più mi piace e che ancora non conosco a sufficienza. 
Cambio rapidissimo e lo raggiungo. Gran divertimento! In compagnia, chiacchierando, correndo e camminando proprio me la spasso. E il chiacchierare è stato davvero incessante, un valore aggiunto all'uscita. Saliamo sulla strada asfaltata verso il sentiero dei dinosauri, Gio mi mostra nuovi sentieri e via di puro trail.  Scopro tante vie interessanti: la mia nuova Rovereto offre davvero un sacco di opportunità. Andiamo di buon passo in salita e di corsa in piano. Con grande piacere  poi mi metto sulle sue tracce (di Gio, non di quelle del dinosauro) per imparare come si va in discesa: prendo nota dei consigli.
Il tempo ci risparmia, solo qualche goccia di pioggia (e mentre ora scrivo fuori diluvia) e un po' di vento, ma ho la giacca giusta. Il buon abbigliamento fa la differenza. Pure le scarpe Salomon, che davvero sono troppo rigide per il mio piedino, dimostrano una grandissima tenuta sul bagnato. Alla fine saranno 21km, più di 700m di dislivello fatti con calma in tre orette scarse. Arrivo a casa piuttosto stanco e supersoddisfatto. Bagno caldo rigenerante e pomeriggio a giocare con Matj sul tappeto.
Da quando è arrivata la giovane infanta è molto raro che io riesca a correre in compagnia. Ma davvero è un modo di andare con una marcia in più.
E domenica prossimo si parte per il TA del Carso Isontino.
Per gli interessati, tengo in continuo aggiornamento il post dedicato.

martedì 1 novembre 2011

Alpe di Siusi - ponte di corsa

Non posso definire affatto casuale la scelta del luogo dove trascorrere le ferie d'autunno assieme a Chiara e Mateja.
Certo, sarebbe lecito scrivere che l'Alpe di Siusi è a poco più di un'ora da Rovereto, che tutti me ne hanno parlato come di un posto splendido, che ho trovato un albergo a buon mercato, che l'aria di montagna fa bene a grandi e piccini etc. etc.
Ma è molto più onesto ammettere che l'idea mi/ci frulla in testa da quando ho letto che proprio lassù è stato disegnato un "Running Park", prendendo ispirazione dai periodi di allenamento che all'Alpe trascorrono runner che più top di così non si può: leggere per credere.
E allora eccoci in partenza con la solita squadra in formazione schierata: due registi e una guastatrice si spostano da Rovereto e raggiungono l'hotel venerdì sera, troppo tardi per provare il Running Park. 
Primo giorno. Basta la prima passeggiata per rendersi conto che dal nostro albergo passa uno dei tracciati del Parco Corse. Lo affrontiamo al mattino in passeggiata con Mateja nello zaino. Raggiungiamo il paesino di Siusi e il pomeriggio è bello pronto per la corsa.
Prima tappa Chiara corre e io Caio rimango a giocare con la bimbetta. 
Seconda tappa viceversa. Raggiungo il laghetto di Fiè, mi attacco ad un altro sentiero del Parco, mi perdo e salgo verso una malga. Scendo e torno alla base. Sauna e cena.
Mica male, come prima giornata! La corsa è andata davvero bene: mi accorgo subito e dovrò confermare nei giorni successivi che i sentieri del Parco non sono sempre segnati benissimo. La guida lo dice: nei bivi dove bastano le indicazioni dei sentieri di montagna, quelli del Running Park non ci sono. Ma non sempre (almeno per noi due) è facile orientarsi.
Mi aspettavo tracciati più da strada e meno trail: sbagliavo e sono stato ben felice di sbagliare.
Secondo giorno. In cabinovia all'Alpe. Qui si apre il paradiso del trailer, che sotto il tabellone che porta la mappa del paradiso si cambia pronto a partire:
E parto, con l'idea di fare un sentiero che perdo quasi subito. Mi collego con un altro e mi rendo conto che secondo la scala di difficoltà raccontata nella guida al Parco "difficile" significa difficile. Sono pur sempre 2.000 metri s.l.m. e faccio davvero fatica a correre in salita, ma me la godo alla grande. Apprezzando pure il panorama:
A dire la verità, il dito che clicca è quello di Chiara, che oggi si prende la seconda frazione della nostra staffetta e mentre io passeggio con Mateja godendo del sole d'autunno corre con la macchina fotografica pronta e desta. 
Sole d'autunno scrivevo... bisogna riparare gli occhi:
E dopo la doppia corsa (non prima di birra & wurstel) ci sta sempre la camminata tutti e tre assieme. E sauna e bagno turco.
Terzo giorno. Nuovo attacco al Running Park: è il turno di Castelrotto. Prima Chiara e poi Caio. Per quel che mi riguarda, finalmente seguo dall'inizio alla fine un sentiero perdendomi solo ad un bivio non segnalato in pieno bosco, ma me ne accorgo presto e risalgo sulla retta via. Fantastico davvero il trail di Castelrotto, e anche in questo caso capisco che difficile è difficile. Salite ripide e discese impervie: che goduria. Come anche i giorni precedenti, oggi pure siamo baciati dal sole, tanto che a qualcuno non par vero di pennicare godendo del tepore d'autunno:
Rimane la domanda su come abbia fatto Chiara a scattare questa foto, dato che al ritorno dal mio giro era sveglia tanto quanto la figlia!
E dopo la corsa, come sopra, ci sta sempre la camminata tutti e tre assieme (neanche a dirsi percorrendo uno dei sentieri del Running Park), sauna e bagno turco.
Il quarto giorno tocca salutare. Non c'è tempo e modo di far andare d'accordo gli orari della squadra: mi è rimasto un languorino e allora ecco che appena arrivati a casa mi regalo un paio d'ore sui monti sopra Rovereto.

In conclusione. Una goduria. Posti splendidi, corsa e relax nella migliore delle compagnie. Peccato per i segnali non sempre chiarissimi: purtroppo saremo costretti a tornare per familiarizzare con gli aspetti più nascosti del Running Park.
E peccato (in questo caso davvero) che le Salomon al mio piede proprio non si adattino. Sgrunt!
Nel ciclismo su pista c'era (c'è ancora?) una specialità che si chiama "Americana". Mi ricordo la coppia Martinello-Villa portare medaglie all'Italia, si girava in due e ci si dava il cambio in corsa agguantandosi la mano a velocità notevoli. Ecco, io e Chiara potremmo darci all'Americana, visto l'affiatamento nei cambi "uno corre l'altro gioca (a meno che non dorma)". Certo, sarebbe stato bello correre assieme, ma Mateja per ora è un po' piccola :-))

venerdì 21 ottobre 2011

Trail Autogestito del Carso Isontino: sarà un successo?

Ci siamo quasi. Sto aggiornando il menu: chi partecipa attivamente al III tempo e non ha ancora scritto cosa porta può provvedere?.
Vorrei preparare una lista dei camminatori, mi aiutate?


E andiamo con la presentazione del trail organizzato da me, con la collaborazione indispensabile di amici che corrono e amici che non corrono.

Data: domenica 13 novembre.
Luogo: Sagrado (Gorizia) - parcheggio della Stazione Ferroviaria.
Ora  di partenza: 9.30
L'idea che sta alla base di un TA è quella di proporre a compari di passione un percorso di corsa in natura al quale siamo particolarmente legati o dal quale siamo particolarmente attratti. Lo si fa senza nessuno spirito agonistico e scegliendo come punto di riferimento l'andatura del più lento.
Inevitabilmente durante la corsa il gruppo un po' si sfalda: ad ogni bivio ci si aspetta. Le soste per guardarsi intorno e fotografare sono ben accette e fanno parte del gioco. E' gradita la chiacchierata ininterrotta.
Elemento fondamentale di un TA è il Terzo Tempo, momento di allegro rifocillarsi dopo la corsa.
Fatta l'introduzione, andiamo nel concreto.
Il percorso che ho scelto si sviluppa sul Carso Isontino per un totale di 23km circa. C'è del dislivello, che non sono riuscito con i miei mezzi a misurare bene, non certo eccessivo: lo stimo intorno ai 400m. I saliscendi sono continui. Da non sottovalutare l'infido fondo carsolino: molto sassoso e instabile, richiede attenzione e buone scarpe. 
La partenza è fissata nel comune di Sagrado (stazione ferroviaria), dopo un breve tratto asfaltato si imbocca un sentiero che sale fino alle Alture di Polazzo. Qui ho inserito una variante rispetto allo scorso anno: gireremo attorno alle alture per arrivare alla "Crosara" e piegare da lì a sinistra su di uno stretto sentiero che porta alla carrareccia del Cippo Corridoni. Di qui, sempre su sterrato, raggiungeremo San Martino del Carso dove troveremo l'unico punto acqua del TA (meglio avere qualcosa con sé). Da San Martino saliremo alla vetta del Monte San Michele, non prima di averlo costeggiato attraversando il sentiero dei "32 Cippi", luogo rimasto famoso per le battaglie della Prima Guerra mondiale.
Qui anche una notevole vista sul Golfo di Trieste, lo scorso anno impedita dalla nebbia.
Dalla vetta del Monte San Michele con una breve deviazione potremmo andare a visitare i resti di una trincea. Risaliremo e dopo breve tratto asfaltato troveremo un sentiero che ci condurrà in rapida discesa verso il Bosco Cappuccio (comune di Poggio III Armata: tutti nomi da guerra, purtroppo). La corsa nel bosco non sarà delle più riposanti: qui il saliscendi è davvero continuo e il terreno spesso accidentato. Nulla di paragonabile ai sentieri alpini, intendiamoci, ma comunque c'è da stare attenti alle caviglie!
Usciti dal bosco risaliremo per un breve tratto costeggiando la tenuta Castelvecchio e prenderemo l'ultimo sentiero di giornata che ci riporterà a Sagrado.
Il Terzo Tempo sarà, come il trail, autogestito e riunirà trailer, camminatori e simpatizzanti. Ho prenotato la sala parrocchiale di Sagrado, lì ci trasferiremo al caldo (c'è bagno ma non doccia: il trailer deve pure puzzare almeno un po'!) per mangiare e bere in allegria.
La sala non costa nulla: offerta libera. 
Alcune note organizzative. Per chi non corre e sperando nella bella giornata è prevista una passeggiata sul sentiero 32 cippi, comodamente raggiungibile in macchina. La passeggiata sarà guidata da un fidato indigeno. Sono invitati caldamente bambini anche assai piccoli.
Per chi volesse approfittare del fine settimana e vedersi un bel pezzo di Venezia Giulia, sono disponibli alcuni posti letto a casa di amici e parenti del trailer che qui scrive e che lì non abita più: contattatemi. Abbiamo spazio per saccoapelisti, brandinisti e perfino qualche letto.
Sagrado è raggiungibile abbastanza comodamente anche in treno.
Le prime adesioni sono già arrivate.
Oltre a questa pagina, che manterrò aperta e dinamica per raccogliere iscrizioni e segnare il cibo per il Terzo Tempo, vi indico due link dedicati al TA:


Elenco trailer in aggiornamento:

1 Caio 3t (un prosciutto crudo intero)
2 Chiara (moglie Caio) 3t (l'altra metà del prosciutto)
3 Okabe - 3t (frittelle)
4 Mammut - 3t Pane e "Getorade dell'alta Marca"
5 Agnese - 3t (torta margherita e bibite)
6 Valentina -3t
7 Pier Luigi 3t (bevande varie e torta rustica)
8 Stefano (amico Pier) - 3t
9 Raffa 3t                        Bibite, birra e torta salata
10 Ronin (Gianmarco) 3t    Vedi Raffa
11 Michelep 3t
12 Lorenzo (con Okabe) - 3t Polenta e salame
13 Andrea (con Okabe) - 3t vedi sopra
14 Rudy - 3t (prosecco &...?)
15 Basilisco (con Milka al guinzaglio?) 3t
16 Alessio (da BS il compagno di corsa di Caio) 3t
17 Livia (da BS la compagna di corsa di Chiara) 3t
18 Ivan (che ama correre da Atene a Sparta no 3t)
19 Marco T. (no 3t)
20. Davide Z. (corro o cammino?) - crostata o dolce
21. Enrico - vedi Davide
22. Checo 3t - vedi Okabe&c
23. Moglie Checo - vedi Okabe&c


Passeggiata


1. Cristiano (guida del Carso)
2. Elisa
3. Gisss (guida del Carso)
4. Lara
5. Stefano
6. Elisa (classe 2002)
7. Daniele (classe 1999)
8. Cuginacaterina
9. Guzz 
10. Sara (con Pier Luigi)
11. Orzo 2 torte al cioccolato
12. Orza vedi sopra
13. Orzetto vedi sopra

Passeggiatori terzotempisti tutti, aspettiamo notizie sul menu
In stanby altri pargoli e altri adulti...

lunedì 17 ottobre 2011

CormorNONultra

Mi sono fermato al cinquantaquattresimo km di un corsa che ne contava sessantasette abbondanti. Ho corso per quarantasette km e quasi solo camminato per sette.
Questo è quanto. Ma un po' ve lo racconto seduto sul treno che dal Friuli mi riporta in Trentino e armato di potenti mezzi tecnologici quali carta e matita.
Sono stato molto in dubbio e qui l'ho scritto già, sulla partecipazione alla Cormorultra. Ho deciso martedì di provarci, consapevole di non avere un allenamento adeguato ma desideroso di verificare la possibilità di superare gli ostacoli che si sarebbero inevitabilmente presentati lungo la via. Non è andata come speravo, ma sono ugulamente soddisfatto.
Prima di tutto ho conosciuto meglio Michele (lui sì che l'ha finita, e con gran ritmo!) e con lui ho condiviso i momenti pre e post gara, oltre che i primi 19km di corsa. Poi lui ha aumentato e io no. E' stato davvero un piacere e non vedo l'ora di correre allegramente insieme sul Carso.
Poi c'è stata l'opportunità di vivere un'atmosfera di festa, rinnovare incontri con passati compagni di sentieri.
Per quanto riguarda la corsa, credo proprio di aver fatto buone scelte. Ho corso ad un ritmo tranquillo, di certo alla mia portata. Mi sono fermato il tempo giusto ai ristori, a metà gara ho approfittato della possibilità di cambiarmi e prendere fiato. E allora, perché ritirato? Ho finito la benzina, improvvisamente, tra i km 47 e 48 e lì mi sono mancate le forze per continuare a correre. Al punto acqua del quarantottesimo ho detto: "Mi fermo". I volontari lì presenti mi hanno consigliato: vai al passo fino al prossimo ristoro, mangia e vedi come va. E' stato un buon consiglio. Ho soprattutto camminato fino al ristoro del cinquantaquattresimo: mancavano 13 km che camminando avrei potuto completare, viste le ore che avevo a disposizione per rimanere nel tempo massimo. Però avrei preso freddo (ero vestito per correre, mica per camminare), di caricare le gambe con un peso tutto sommato inutile e per loro immeritato. E siccome vorrei chiudere l'anno con un bel trail, ho scelto così.
Da un recente dibattito aperto sul bel forum di Distanceplus ci si confrontava su quanto, in un'ultramaratona, conti la testa, quanto le gambe. Credo che per rispondere serva una premessa: senza l'opportuno allenamento la domanda non si pone. Contano le gambe, se parliamo di correre e non di camminare. Che è un altra cosa, molta bella e appagante ma diversa. Ero conscio di avere una cinquantina di km nelle gambe, il resto, mi sono detto, lo metto di testa. Ho molta fiducia nella mia forza di volontà, ma questa volta non mi è bastata.
Ora so quello che devo fare, e lo farò. Dipenderà tutto da quanta strada sarò in grado di macinare: se poca, saranno trail brevi e corse a distanza maratona; se molta saranno ultra. 
Non ho fretta e ho molta voglia.

domenica 9 ottobre 2011

Scarpe nuove e buone sensazioni

Si avvicina la stagione fredda e inevitabilmente aumenteranno i km su asfalto a scapito di quelli su sentieri. Arriva così il momento di assicurarsi un buon paio di scarpe. Mi piace andare nei negozi gestiti da appassionati competenti, anche per fare quattro chiacchiere e qui a Rovereto a trovato "Run Sport". Dopo qualche prova ho optato per un paio di Adidas Resp Stability 3M. 
Prima calzata stamattina, per un tragitto neppure breve contando che era il primo: 16km abbondanti sulla ciclabile, partendo da Rovereto e andando verso sud. Le sensazioni sono molto buone. Speriamo vengano confermate dalle prossime uscite. Comode, stabili (supporto antipronazione molto utile per me), leggere. 
E al di là delle scarpe, oggi quello che mi ha fatto piacere è stato sentire come giravano bene le gambe!



Poco tempo fa anche le scarpe da trail hanno reso l'anima ai sentieri. Le migliori in assoluto per me sono state un paio di Montrail, marca che faccio molta fatica a trovare. Allora ho optato per un classico: Salomon XA 3D Ultra (ma nomi più facili da memorizzare no?). Provate per ora molto poco e mi rimane un grosso punto interrogativo sulla allacciatura Salomon. Sarà perché non ci sono abituato, ma non mi convince, e soprattutto non convince il dorso del mio piede. Probabilmente devo trovare una maggior precisione nello stringere gli strani lacci Salomon: né troppo (quello che ho fatto), né troppo poco (quello che temevo di fare). Rimandate.
Ma la cosa migliore che io abbia mai acquistato per correre è lui, il protagonista della mia estate: portaborraccia termico a mano Nathansports. Provato ormai per davvero tanti km: tutto vero! La copertura termica funziona, il sostegno a mano è comodo, il taschino può contenere qualcosa di utile. Mi piace moltissimo. Ho dovuto prenderlo via internet in Inghilterra, ma ne è valsa davvero la pena!

E per finire il monologo chiacchierato di oggi, rimando la notizia che già sta prendendo spazio nel tamtam delle amiche blogger (GRAZIE!):
Ho fissato il TA del Carso Isontino: 
13 novembre 2011, ore 10, partenza da Sagrado (GO), 23km circa
Prenotata anche la sala parrocchiale per il III Tempo, che sarà autogestito anche lui. Avremo tempo per parlarne: a presto un post dedicato.

martedì 4 ottobre 2011

Alternative Nation

Il titolo per questo post è ispirato dalla memoria: ascoltando la radio mentre accompagno Mateja al Nido sono solito sintonizzarmi su Virginradio, ottima emittente dalle proposte spiccatamente rock. A lei piace molto, spesso balla. Una connessione tra ricordi mi ha rimandato al programma di MTV che mi guardavo nelle notti insonni degli anni Novanta, quando ancora pensavo di fare l'avvocato.
Cosa c'è di alternativo a suggerirmi il titolo?
Ma la ripresa dell'attività fisica, ovviamente! Avevo già dichiarato i miei intenti, e una volta tanto sono riuscito a rispettare i desideri.
Sabato ho messo Mateja nello zaino e siamo andati io e lei a passeggiare sopra Rovereto, tra la Campana dei caduti e il sacrario militare. Cinquanta minuti di passeggiata in bosco con dolce peso, Matj alternativamente a salutare le foglie o dormire.
Domenica colpo gobbo! Arriva dall'amico IlMauri la proposta di andare sul Monte Altissimo. Adesione. Chiara rientrata dalla sua due giorni ticinese, Mateja bimba da zaino ed io ci siamo. Con noi, oltre all'organizzatore, l'amico detto RicercatoreInfinito. Giornata splendida davvero, tanto sole e bella camminata. Compagnia di pregio a dar luce in aggiunta. Riprendo anche confidenza con il cibo affrontando i canederli in brodo del rifugio Chiesa. E bevo una birra dopo una settimana temo abbondante di ristrettezze gastriche.
La passeggiata è molto bella, affollata pure. Vale davvero la pena sia per la strada che per la meta molto più che panoramica: uno sguardo a 360° tra Trentino e Veneto, con il Lago a sciabordare ai nostri piedi.

Qualche immagine, copyright IlMauri: 

Finisce il Lago di Garda Nord


Allegria e cavalli

Il guerriero riposta, incurante del panorama

E, per il futuro, quanto bel sentiero da correre

Di alternativo c'è anche la pratica atletica propria dei momenti di sonno di Mateja, quando siamo soli a casa io e lei. Cyclette guardando partite di football NFL registrate dalle tv americane. Certo, che se il mio esercizio di lingua inglese continua a essere esclusivamente questo potrò disquisire di cornerback, strong safety, holding e offensive coordinator ma non saprò mai chiedere dov'è il bagno.
Non voglio chiudere senza un rimando ad una chicca scoperta grazie ad Alternative Nation, siore e siori a voi:

Gomez, Tijuana Lady


sabato 1 ottobre 2011

Virus dei piccoli

Dopo l'ultimo post nel quale mi ponevo delle domande, ho trovato delle risposte grazie ai vostri commenti (ancora una volta saluto anche chi si fa vivo su Facebook) e "grazie" al procedere degli eventi.
Sabato e domenica avevo corso particolarmente male?
Non deve essere estraneo al fatto il primo ricordo portato a casa da Mateja, direttissimo dall'asilo nido. Clamoroso vedere come riprenda una vigorosa unenne e come un sedicente ultratrailer quasi quarantenne. Mi ha messo ko, il microscopico ospite! Evidentemente la sensazione di assenza di forze in allenamento era da ricondurre anche alla presenza del virus ospite nel mio corpaccione.
Recito il mea culpa perché non ho rispettato i tempi di recupero, colpa di quel solito vizio di pensare che lavorare ammalati sia buono e giusto. Sbagliato! Questo invece è: sbagliato!
Sono rimasto alcuni giorni praticamente senza mangiare. Ho dormito malissimo e perso dei chili su di un peso forma che già è quasi al limite. Ricordate il post precedente nel quale mi auguravo un nuovo equilibrio per sonno e alimentazione? Non ancora, ma arriverà!
Da ieri sono riuscito molto lentamente a riprendere l'assunzione di cibo solido.
Niente corsa nel fine settimana, conto di farmi un paio di passeggiate con Mateja nello zaino.
Alla luce degli eventi, non posso che rinviare i progetti lunghi: tra due settimane non sarò in grado di correre per 70km o sull'Appennino per 50km salendo 2500D+. Poco male, ridimensiono gli obiettivi e mi prefiggo (almeno) un bel trail lunghezza maratona o giù di lì entro l'anno. 
Un paio di cose ancora:
Ivan Cudin ha rivinto la Spartathlon!
Ho fissato il TA del Carso Isontino: 
13 novembre 2011, ore 10, partenza da Sagrado (GO), 23km circa
Prenotata anche la sala parrocchiale per il III Tempo, che sarà autogestito anche lui. Avremo tempo per parlarne.

lunedì 26 settembre 2011

Non riescio

Così diceva la nostra piccola amica Elisa quand'era ancora più piccola davanti a difficoltà per un bambino insormontabili.
Così viene da dire pure a me, alla luce delle ultime uscite di corsa e delle mie aspettative autunnali.
Ho (non voglio ancora usare "avevo") individuato due possibili obiettivi per il 16 ottobre: il Tartufo Trail sull'Appennino (50km, 2500D+) oppure la friulana Cormorultra (69km, dislivello mi si dice trascurabile). Ma al momento mi sento davvero poco in forma per affrontare l'una o l'altra. Perché? 
Perché non riescio a tenere una continuità di allenamento anche solo in parte soddisfacente.
Perché nel fine settimana ho provato a combinare un'uscita in pianura ed una in montagna ricavandone sensazioni non certo buone. La combinazione: 13 km circa con 650D+ circa al sabato, 20km circa alla domenica (ma sono stati solo 11/12 a causa di vomitillo e cacharel della piccola Matj, cosa che ha troncato la notte e chiesto attenzioni particolari durante il giorno).
Non riescio a tenere una corretta alimentazione: mangio troppo poco in pausa pranzo dal lavoro. Cerco di migliorare: oggi colazione anche salata e spero mensa anziché panini o insalatine più che one!
Non riescio a tenere una corretta gestione del sonno, nonostante la figlioletta sia brava e dormiente (a parte notti in bianco da virus, ma quella è l'eccezione). Cerco di migliorare: a nanna dopo il David Letterman su Rai5!
Non riescio a organizzare un lungo degno di tal nome. E qui è meno facile cercare di migliorare.
E mi chiedo: non sarà per caso che non mi sembrerà mai di essere pronto per stare sulle gambe per un'ultra? Davvero prima di quelle che ho fatto mi sentivo pronto? Non riescio a ricordare con precisione le sensazioni.
Non sarà forse che bisogna provare, buttarsi e abbandonare per un attimo quella razionale calma che mi caratterizza?
Sono molto confuso, ma come raccontava Carmen Consoli, rimango felice!


martedì 20 settembre 2011

Correre in musica

I rombanti temporali trentini mi hanno suggerito di evitare i sentieri di montagna e di accostare la sempre valida ciclabile. Le scarpe da asfalto sono andate, quelle da misto anche: ho solo quelle da trail e può essere un problema, ma piuttosto di stare a casa, cerco magari di correre sui margini erbosi.
Quando vado su asfalto trovo conforto nell'ascolto dell'iPod, ultimamente ho creato alcune playlist "ritmiche": musica cubana, reggae e Brian Setzer.
Ho molte idee, ma mi farebbe piacere ricevere anche dei consigli: qualcuno mi ispira?

... e con Brian Setzer rischio sempre di eccedere in ritmica, ecco perché:

lunedì 12 settembre 2011

Carso sì, Isonzo no

Antefatto. Chiara è in giro per convegni, a Mateja e me spetta una settimana di coccole e giochi in esclusiva. Avevo dei progetti, che come spesso mi accade sono andati in fumo. Per "motivi familiari", come si scriveva nelle giustificazioni del liceo, venerdì prendo ferie e me ne vado in visita genitori (miei) e nonni (di Matj), un fine settimana lungo di sostegno al "cardiononno" comprensibilmente agitato da nuovi imminenti esami ospedalieri. Siamo molto fiduciosi, è tutto di routine, ma un po' di tremarella ci sta, e una visita quasi a sorpresa sicuro fa piacere.
Corse. Contavo di farmi una maratona in due puntate, ma i "motivi familiari" di cui sopra mi hanno stoppato alla fine della prima puntata. Mi prendo quella prima puntata come un regalo e ve la racconto.
Sabato mattina presto dopo il latte ciuppato da Mateja, parto per il Carso, con l'intenzione di provare il percorso del Trail Autogestito del Carso Isontino, che conto di riproporre tra fine ottobre e inizio novembre. Conosco bene le strade che ho scelto, ma non so quanto misurino (a occhio avrei detto 23km... che occhio! sono 22, 910). Il giro che ho scelto per il T.A.C.I. 2011 è simile a quello dello scorso anno: ho cambiato la prima metà, mentre la seconda rimane inalterata. Parto da Sagrado, salgo verso le Alture di Polazzo, scendo e risalgo nella zona "strada dei carri armati", taglio verso la "Crosara" attraverso il mio pietroso sentiero preferito, imbocco un sentierino che sbuca a pochi passi dal Cippo Corridoni (fin qui le novità), raggiungo San Martino del Carso e poi la cima del Monte San Michele. Scendo attraversando Bosco Cappuccio, risalgo costeggiando i vigneti della Tenuta Castelvecchio, scendo infine per tornare a Sagrado.
Tanti nomi che a molti di voi non diranno nulla, si tratta di zone rese famose dal Fronte della Prima Guerra Mondiale, della quale si conservano lungo tutto il tragitto numerose memorie. Sono 23 km di tutto Carso, si alternano aridi sentieri pietrosi, piccoli boschi e terra rossa. Punti panoramici permettono di vedere il Golfo di Trieste e i monti sloveni. C'è del dislivello, un costante saliscendi che il mio altimetro misura con difficoltà: servirebbe uno scarto minore per essere precisi. Mi fido del mio occhio e butto là un D+ inferiore ai 500, superiore ai 400.
Ho corso con voglia, con scarpe ormai andate e da cambiare e con due borracce a mano "all'americana". Negli ultimi km ho sofferto parecchio il caldo, che sabato picchiava davvero cattivo.
Una piccola parte del giro l'ho fatta il giorno prima con Mateja nello zaino... e mentre domenica mattina io pensavo di farmi una ventina di km lungo l'Isonzo, lei con i suoi modi chiari mi ha detto che la nanna del mattino si fa solo con papà. E nanna sia! Per l'Isonzo c'è tempo. Il resto della giornata l'abbiamo passato con nonni e amici. Ora dopo un viaggio seral-notturno, io a guidare e Matj a dormire, eccoci a Rovereto. Io faccio fatica a prendere sonno, scrivo e metto la sveglia, perché tra poco si ricomincia.

sabato 10 settembre 2011

I'm your Man

Nell'attesa di completare il prossimo post a tema trail, post che si sta scrivendo sulle gambe prima ancora che sulla tastiera, ecco il ricordo di uno dei concerti più belli della mia vita, ad ascoltare una delle mie canzoni preferite.
Questa versione è stata cantata a Londra, io ho visto il tour dello stesso anno (2009) a Piazza San Marco, Venezia. 
Godetevelo: