Avevo in programma, questo fine settimana, di correre un lunghetto da 20-25km. Giovedì però arriva la proposta dell'amico Gio62: partiamo da casa (abitiamo molto vicino) e arriviamo a Torbole lungo la ciclabile che porta al Lago di Garda. Lì ci fermiamo per un té caldo e poi torniamo indietro. L'idea mi acchiappa subito e la mia disponibilità arriva immediata. Non conosco il tragitto (ne ho percorso solo un piccolo pezzo), ma da chiacchierate precedenti mi pare di ricordare 30/32km. Qualcosa in più, però, mi dice al telefono l'amico organizzatore.
Stamattina alle 8 sono pronto sotto casa di Gio. I km dovrebbero essere 38, vabbè, andiamo e vediamo. Cominciamo tranquilli a ritmo chiacchierata, io ormai ho il mio abbigliamento invernale collaudato. Pantaloni lunghi, canottiera, maglia termica, giubbino senza maniche, cappello-buff e altro buff al collo, borraccia a mano. Come bevanda scelgo su consiglio di Michele acqua, miele di castagno e limone: ottimo, energetico, e, dice lui che è apicultore, molto digeribile. Super.
La prima foto la faccio ad un'anatra, kaku kaku per Mateja (la sua personale interpretazione di "qua qua").
La seconda al compare di corsa.
Mi sento molto bene, continuiamo tranquilli verso Torbole godendo di una giornata frescolina (specie nei tratti dove tira vento da nord) ma limpidissima, capace di offrire bellissimi panorami. Quando arriviamo sopra Torbole, la vista sul lago è splendida.
Purtroppo la mia insipienza fotografica ha rovinato irrimediabilmente le foto degli uliveti. Ne sopravvive una sola. Il Garda però c'è:
Scendiamo verso il paesino, che si vede là sotto e appena arrivati c'è il tempo per una nuova rassegna Kaku-Kaku
Facciamo la pausa, ci accomodiamo in bar per un tè caldo e continuiamo a chiacchierare, cosa che in realtà (almeno all'andata) non abbiamo mai smesso di fare. Il primo tratto è andato, sono 19km abbondanti e 300m scarsi di dislivello. Mi sento bene, tanto che quasi mi sorprendo. Dentro di me ho un po' di timore per la salita che ci aspetta appena lasciata Torbole. Dico a Gio che farò quel che posso.
Il ritorno è più veloce dell'andata, nonostante il dislivello sia ben più marcato. Immagino possa essere un piccolo rischio, ma prima o poi bisogna anche provare a mollare, vero?
Dopo una trentina di km abbondanti rallentiamo un po' il passo, senza però cedere troppo. Ci concediamo delle brevi camminate, come del resto avevamo fatto all'andata, per mangiucchiare e bere senza rischio soffocamento. E' un'abitudine che ho preso da anni e che rispetto sempre.
Gli ultimi km sulla ciclabile roveretana, quella che calpesto spessissimo sono forse i più faticosi, un po' perché arrivano alla fine, un po' perché conoscere troppo bene il percorso può rischiare di alienarti. Allora si chiacchiera ancora.
E alla fine arriviamo, non posso dire di essere fresco, ma poteva andare molto peggio. Le gambe sono affaticate ma non c'è traccia di crampo, il fiato va bene, anche il dolore al costato che mi accompagna da un po' (vi ricordate il maialino da latte?) si è presentato debolmente solo ai primissimi minuti, prima di essere caldo.
Grazie a Gio per la proposta, la compagnia, i consigli e tutte le spiegazioni su monti e strade che ci si sono mostrati in questa splendida domenica mattina.
Non vedo l'ora di provarne di nuove.
Qualcosa meno di 5ore dopo la partenza, ecco casa dolce casa:
Tenendo conto della mezzoretta di pausa tè caldo, delle soste alle fontane e per il cibo, del dislivello che alla fine il mio altimetro fissa in 700m tondi tondi, del chilometraggio che ammonta a 38,500 m... sono contentissimo!
Stamattina alle 8 sono pronto sotto casa di Gio. I km dovrebbero essere 38, vabbè, andiamo e vediamo. Cominciamo tranquilli a ritmo chiacchierata, io ormai ho il mio abbigliamento invernale collaudato. Pantaloni lunghi, canottiera, maglia termica, giubbino senza maniche, cappello-buff e altro buff al collo, borraccia a mano. Come bevanda scelgo su consiglio di Michele acqua, miele di castagno e limone: ottimo, energetico, e, dice lui che è apicultore, molto digeribile. Super.
La prima foto la faccio ad un'anatra, kaku kaku per Mateja (la sua personale interpretazione di "qua qua").
La seconda al compare di corsa.
Mi sento molto bene, continuiamo tranquilli verso Torbole godendo di una giornata frescolina (specie nei tratti dove tira vento da nord) ma limpidissima, capace di offrire bellissimi panorami. Quando arriviamo sopra Torbole, la vista sul lago è splendida.
Purtroppo la mia insipienza fotografica ha rovinato irrimediabilmente le foto degli uliveti. Ne sopravvive una sola. Il Garda però c'è:
Scendiamo verso il paesino, che si vede là sotto e appena arrivati c'è il tempo per una nuova rassegna Kaku-Kaku
Facciamo la pausa, ci accomodiamo in bar per un tè caldo e continuiamo a chiacchierare, cosa che in realtà (almeno all'andata) non abbiamo mai smesso di fare. Il primo tratto è andato, sono 19km abbondanti e 300m scarsi di dislivello. Mi sento bene, tanto che quasi mi sorprendo. Dentro di me ho un po' di timore per la salita che ci aspetta appena lasciata Torbole. Dico a Gio che farò quel che posso.
Sarà la pausa, sarà la distrazione offerta dalle splendide vedute, sarà soprattutto la cadenza perfetta che Gio mi suggerisce, e con mia sorpresa arrivo alla cima della salita senza dover fermarmi né camminare. Credevo ce ne fosse ancora! Mi regalo la giusta soddisfazione per immagini, scattando prima verso il Garda, poi verso le montagne
Il ritorno è più veloce dell'andata, nonostante il dislivello sia ben più marcato. Immagino possa essere un piccolo rischio, ma prima o poi bisogna anche provare a mollare, vero?
Dopo una trentina di km abbondanti rallentiamo un po' il passo, senza però cedere troppo. Ci concediamo delle brevi camminate, come del resto avevamo fatto all'andata, per mangiucchiare e bere senza rischio soffocamento. E' un'abitudine che ho preso da anni e che rispetto sempre.
Gli ultimi km sulla ciclabile roveretana, quella che calpesto spessissimo sono forse i più faticosi, un po' perché arrivano alla fine, un po' perché conoscere troppo bene il percorso può rischiare di alienarti. Allora si chiacchiera ancora.
E alla fine arriviamo, non posso dire di essere fresco, ma poteva andare molto peggio. Le gambe sono affaticate ma non c'è traccia di crampo, il fiato va bene, anche il dolore al costato che mi accompagna da un po' (vi ricordate il maialino da latte?) si è presentato debolmente solo ai primissimi minuti, prima di essere caldo.
Grazie a Gio per la proposta, la compagnia, i consigli e tutte le spiegazioni su monti e strade che ci si sono mostrati in questa splendida domenica mattina.
Non vedo l'ora di provarne di nuove.
Qualcosa meno di 5ore dopo la partenza, ecco casa dolce casa:
Tenendo conto della mezzoretta di pausa tè caldo, delle soste alle fontane e per il cibo, del dislivello che alla fine il mio altimetro fissa in 700m tondi tondi, del chilometraggio che ammonta a 38,500 m... sono contentissimo!