martedì 5 giugno 2012

Perù-Colombia zeroauno

Ho sempre praticato il turismo sportivo, così come ho sempre cercato di accostarlo a trasferte per altri turismi o a viaggi di lavoro: visite ai ritiri calcistici, competizioni di tutti i tipi  e di molti sport (olimpiadi, campionati mondiali, europei e nazionali, meeting). Una delle mie abitudini, quando so di dover andare in qualche posto particolare, è vedere cosa offre il convento sportivo. Quindi era da tempo che ben sapevo come proprio nella domenica di riposo peruviano ci fosse la partita di calcio delle qualificazioni mondiali 2014 tra Perù e Colombia. Impossibile comprare i biglietti online, però, quando ho saputo che l'albergo era vicinissimo allo stadio ("El Coloso" lo chiamano), ho cominciato ad indagare. Forte della mia esperienza ormai pluridecennale mi sono avvicinato alla "rivendita" con faccia tosta e pazienza. Risultato: eccomi con un biglietto di tribuna in mano, pagato il giusto. Prezzo da botteghino con una concessione alla ipotetica prevendita.
Il clima in città è paragonabile, per noi, a quello di una finale mondiale o quasi: non si parla d'altro, ci sono manifesti dappertutto, nei bar e nei negozi chi lavora ha la maglia della nazionale, la sciarpa, il cappellino. Qualcosa. Dopo una congrua fila entro e prendo posto. Tanta polizia, alla perquisizione d'ingresso mi impediscono di portare dentro il... giornale (?)! C'è un rumore pazzesco, ma l'accesso allo stadio è tranquillo e l'atmosfera festosa. Pure i colombiani sono seduti, vestiti con la maglia della loro nazionale, in mezzo ai peruviani. E dire che qui dovrebbe essere cosa pericolosa, il calcio.
Un'oretta prima della partita lo stadio è pieno. E il pubblico canta, senza mollare mai (distribuiscono anche un foglio con i testi da condividere). Non esiste il "politicamente corretto": insulti agli avversari (maricòn il più gettonato - anche se l'accento sulla "o" dovrebbe essere contrario), il famigerato uh uh uh agli avversari di pelle nera (come il "friulano" Armero), l'inno colombiano è fischiato tanto che non lo sento neppure. Però più in là non si va. Ma quanto chiasso, quanto si urla! Non esiste una curva, lo stadio intero festosamente casineggia.
Il Perù gioca benino e perde. La Colombia gioca peggio, ma è più forte e vince. 
Questione di: portiere in forma, difesa solida e approfittare degli errori avversari.
Non deve essere facile giocare con tanta aspettativa intorno: dopo il gol il Perù non ce la fa più, anche se manca quasi un tempo intero. Tanto per capirci: non giocano un Mondiale dal 1982, prima del trionfo di Pablito li incontrammo anche noi. Uno a Uno nel girone eliminatorio. 
Dopo la partita, vivo ancora una prova della attenzione quasi ossessiva per la ricerca dell'ordine, un'attenzione di cui mi hanno parlato più volte e che percepisco in diverse situazioni. Un tifoso colombiano con maglia della nazionale viene avvicinato da un tifoso "avversario", che si complimenta e poi si avvicina a un poliziotto per dirgli che: "Abbiamo perso ma dobbiamo rendere omaggio a chi ha vinto". E vedo più di qualcuno sincerarsi con la polizia che tutto stia andando al meglio.

Oggi invece mi sono volontariamente rinchiuso in archivio, siccome non avevo il tempo per correre ci sono andato a piedi, camminando per circa 7km tra andata e ritorno. Ora un appuntamento con un collega a cena, poi nanna e sveglia all'alba (ore di Lima, si intende). Perché domani comincia il viaggio di ritorno. E non vedo l'ora di riabbracciare le mie donne, perché un soggiorno come questo può essere fantastico, ma senza di loro manca qualcosa. Anzi. Manca qualcuno. 

7 commenti:

  1. ora puoi dire di aver visto anche questo.
    dovrebbe essere così anche da noi. gli sconfiti che si complimentano con i vincitori. in altri sport succede. chissà poi perche nel calcio spesso non è possibile

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  2. Pure la partita. Non ti fai mancare niente!
    Buon rientro a casa.

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  3. Azz certo che sei sempre un pozzo di novità.. mi ero perso questo viaggio e vedo che sei riuscito a incastrarci un bell'evento.. touchè!

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  4. In piazza Primo Maggio a Udine si cantava"Balla con noi Pablo Armero"

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  5. Non mi sono fatto mancare proprio niente, ora rientrato a casa dopo il ko da jetlag si ricomincia... anche a correre!

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  6. Cavolo che stadio... anch'io cerco sempre di incastrare qualche manifestazione sportiva nei miei viaggi.. ;)

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  7. Lo stadio è davvero molto bello. E pure comodo, almeno nel settore dove sedevo io. Il turismo sportivo è una figata e ad agosto... London 2012! :-)))

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