Premessa. Più o meno, ho sempre seguito Sanremo. Non al punto di guardarmi tutte le puntate dall'inizio alla fine, di rinunciare allo zapping o di negarmi un'uscita serale per guardare la tele. Sono un grande appassionato di musica, ne ascolto tantissima e credo di non essere un cattivo conoscitore. Sanremo mi incuriosisce, per la musica e non per il varietà. Ovvio che, con queste premesse, il rischio di rimanere delusi sia evidente. Quest'anno l'opportunità di un "Festival anche social", come ricordavano spesso i conduttori, mi ha indotto a guardarlo con il tablet in mano e l'hashtag #Sanremo2014 sempre acceso.
I tweet non sono tutti miei, qualcuno lo prendo in prestito per efficacia e capacità narrativa.
1. Non ero così triste dai rigori del 1994 #Sanremo2014
Ecco un semplice riassunto della prima serata. La pantomima delle due canzoni per cantante scivola in disequilibrio tra il buffo e lo squallido. Sembra lo facciano apposta: una è palesemente priva di ritmo, anonima e senza sale; l'altra, un po' meglio. Dico un po' perché davvero il livello è basso. Solo la performance dei Perturbazione mi dice qualcosa, ma le serate successive confermeranno la prima impressione: è più che altro il confronto che li esalta.
2. Né #Sanremo2014 né MilanAtleticoMadrid possono competere. Oggi era serata di #subbuteo.
Mercoledì non si passa. Da qualche settimana l'appuntamento con il club Trento Subbuteo è imperdibile. Vado a giocare e mi diverto un sacco. Ho ritrovato questo fantastico gioco e spero di continuare a godermela a lungo.
Mi spiace aver perso Rufus Wainwright, uno dei miei preferiti, che senza stupirmi scopro essere ben poco conosciuto in Italia.
3. Mio marito che è geriatra è andato a letto. Ha detto che gli pareva di stare all'ospedale. #Sanremo2014 (Twitter PalliCaponera)
Questo è il commento più spassoso e azzeccato che ho letto nel corso dell'intervento di Arbore. Musicalmente insignificante, l'anziano Renzo trasuda gonfiore e pienezza di sé per un sacco di tempo. Ma è il trend festivaliero: omaggi alla Tele del passato, così, alla carlona.
4. Il ritornello di Antonella Ruggiero verrà utilizzato nel porto di Genova come richiamo per i cetacei #staisanremo #Sanremo2014 (Twitter legend4rio)
Bella battuta, che mette l'accento sulla pochezza dei testi, sullo sforzo interpretativo di dubbio gusto così comune nella ricerca dell'enfasi e della presunta capacità tecnico-vocale. Quella che sconfina nell'esibizionismo. C'era anche un gustoso tweet sulle vocali del vibrato Sàrcina. Il senso è quello.
5. Mi si è guastata la Tv. Sta andando un programma del Sessantadue. #Sanremo2014.
Questa è dedicata al mago Silvan. Francamente inguardabile. Fa il paio con la geriatria, ma vista l'insistenza sul buon tempo andato, due menzioni l'argomento se le merita. Gino Paoli non fa più vibrare l'organo anziché non farlo cantare: sarebbe un terzo tweet a tema, ma lo lascio qui in sospeso.
6. Espulso Riccardo Sinigallia. La musica l'hanno menata in molti. Ma lui era l'ultimo uomo. #Sanremo2014.
La vicenda è italica. Sarebbe bello sapere chi si è preso la briga di spiare una prova live fatta davanti a duecento persone in un concerto di beneficenza a distanza di sei mesi. A parte la memoria prodigiosa, sa veramente di assurdo. A meno che non sia una trovata pubblicitaria: ci sarei cascato anch'io, visto che mai avrei parlato di una canzone che non mi ha lasciato in memoria neanche una parola.
7. Occhiolino del fischiatore di Ron. #Sanremo2014 offre orrori in fascia protetta.
Significa poco, ma è un simbolo. L'ultima serata è rimasta per me nella memoria del sonno. Sono crollato prestissimo. Eravamo a casa di amici e doveva essere una sabato di relax guardando il Festival con interessata ironia prima di una domenica di corsa in montagna. Io ho dormito.
Postilla. Alla fine della fiera, l'unica canzone che mi è proprio piaciuta è quella di Zibba. Ho cercato su spotify il suo profilo e ascoltato con interesse. Molto bello. A qualcosa dunque Sanremo è servito. Per questo il prossimo anno sarò ancora lì. E Twitter sarà un buona compagnia. Anche lì mi chiamo @BlogdiCaio.
ciao. sono uno dei tuoi lettori ma commento poco. Anch'io guardo Sanremo. Ho disertato le prime due puntate, tranne il pippolozzo sulla bellezza a cura di Fazio e il tentato suicidio in Tod's dei due operai.
RispondiEliminaCanzoni mediocri. La peggiore, sì, condivido, la Ruggiero. A volte non si capivano le parole. Un guaito straziante.
Ha vinto la melodiosa inconsistenza dell'essere. Anche se mia figlia di sette anni ha gradito molto la canzone di Arisa. La canticchia in macchina come se intonasse "noi puffi siam così...".
Ciò che non ho sopportato e non sopporto è l'ipocrisia che ho letto chiarissimamente nei pippolozzi di cui sopra, nei toni fintamente sofferti e commossi quando si parlava di cose serie, nei monologhi affastellati di parolacce, come se fossero essenziali nel discorso. E poi l'ipocrisia la trovo nella Parietti in prima fila, nel sindaco lampadato, nei cachet che io una vita non ce la farei a raccogliere quei soldi, e così via dicendo.
Io, al contrario di te, vedo Sanremo non per la musica ma per lo spaccato sociologico che emerge. Devo dire che siamo messi male.
A presto
Benvenuto tra i commentatori! Concordo su tutta la linea: non reggo la comicità volgare e ho trovato fastidioso il pistolotto sugli italiani dell'ultima serata. L'ipocrisia regna, hai ragione. Bene non siamo certo messi, neppure per la musica.
Elimina