domenica 16 febbraio 2014

Questione di metodo

Da qualche tempo ho deciso di regalare un po' di varietà al blog, scrivendo di più del mio lavoro e di altri passatempi che non siano solo la corsa. È curioso verificare che ora i commenti sono molto più frequenti su Facebook o su Twitter di quanto non siano invece qui su blogger. Sta cambiando il profilo di chi mi legge e personalmente ho trovato stimolante, diciamo così, variare l'offerta. 
Oggi torno alle mie corse che, contrariamente a quanto si possa pensare dal blog, sono in piena forma. 
Il metodo è l'elemento fondamentale del mio lavoro, sarà forse perché il trail serve a staccare, non sono mai riuscito ad avere metodo anche negli allenamenti. Sembra però che a partire da fine 2013 io abbia fatto un passo avanti. Ormai sono un paio di mesi che procedo con ordine. Tre uscite a settimana, talvolta quattro, ma tre rimane il numero di riferimento. Una intensa, una di almeno due ore, una come va va. Nell'uscita lunga cerco sempre compagnia, magari solo per una parte. Bella idea, questa. Mi consente di correre più spesso con Chiara. La quarta uscita può essere cyclette o come va va, se c'è. Oddio, non un gran metodo... ma sta funzionando bene. 
Ancora non mi sono posto degli obiettivi, l'idea sarebbe quella di non puntare tutto su una cosa molto impegnativa (il Magraid dello scorso anno, per esempio), ma di differenziare inserendo un po' di trail "corti" (max distanza mezza maratona). Per i lunghi, quel che viene viene. L'ambizione massima è quella di organizzare un viaggio di corsa a tappe, il top sarebbe con qualche amico, ma la difficoltà di mettere a posto tutte le variabili rischia di costringermi al progetto solitario.
Il prossimo fine settimana dovrebbe essere la prima occasione per cogliere qualche frutto. Ho due idee, vediamo quale va in porto. 
Se questo è metodo... Se lavorando fossi così ordinato, ora sarei sicuramente disoccupato. 

6 commenti:

  1. Lasciati andare alle sensazioni, per la meticolosità e l'organizzazione c'è la vita di tutti i giorni.. Ben venga, almeno nei passatempi,l'improvvisazione!!

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  2. A votle porsi degli obiettivi anche grandi, per quanto comunque ci possiamo allenare, comporta sempre il fatto di portarsi addosso un carico di "insicurezze" "ansie" che ci appesantisce a livello psichico in maniera non indifferente. Al di là dell'boeittivo finale, sempre bene porssi dei "tragurdi" intermedi, sfide un po minori, che rappresentino un test del nostro continuo allenamento, una verifica delle nostre possibilità, in modo da scaricare tutta la tensione

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  3. Sì, Gaggio, è giusto. Forse quest'anno riesco a dare una svolta proprio con gli obiettivi intermedi. Circuito di corsa in montagna, trail corti e poi in autunno vediamo dove mi ha portato questo approccio diverso.

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