sabato 19 ottobre 2013

Qualcosa più di un trail... dall'Isonzo a Miramare, attraverso il Carso

Ho controllato. Era il primo maggio 2012 quando avevo scritto del progetto di una traversata carsica da Sagrado al mare. È passato un anno e mezzo, ma finalmente il progetto è diventato realtà 
Con grande piacere ho ospitato sul blog il racconto di Michele e linkato quello di Marco. Vi consiglio di leggere loro per capire come è andato il nostro trail, io non voglio ripetere quello che già i miei compagni di Carso hanno scritto, dunque scrivo del mio viaggio in maniera più personale, quasi intima. 
Dopo la bella serata di sabato sono contento di partire a piedi verso il mare. Mi spiace che Mateja sia a letto con l'influenza, perché se lei fosse stata in forma sarebbe stato possibile un arrivo diverso. 
Partiamo in quattro, l'idea è fare Sagrado-Miramare attraverso il Carso e poi rientrare con i mezzi pubblici. Michele è forte, Marco è forte ma non allenato, Leo è giovane e ci accompagna fino Monfalcone. Io sono quello che sono. 
La prima parte scorre via veloce, mi dico che veloce lo è troppo e credo sia vero. I km iniziali sono i "miei", quelli dei posti di famiglia, un po' si chiacchiera, un po' si guarda. La compagnia è bella. Monfalcone arriva fin troppo presto. Leo ci saluta, io sto bene. Però il ritmo mi preoccupa: non è il mio. E qui la solita domanda: sono io che tengo troppo o sono io che sono quello che sono? Ovvero. Mica tanto forte. Quando arrivano i luoghi della Cavalcata Carsica sono molto contento: è bello ripercorrerli al contrario, così che la fine non sia la fine e tu possa guardare con occhi meno velati quello che ti sta intorno. 
Mi piace chiacchierare con Marco e Michele perché non si parla solo di corsa, anzi di corsa si dice poco. A me la corsa piace un sacco, ma mi piacciono un sacco tante altre cose. 
Facciamo una sosta, sono passati circa 17 km se non ricordo male. Scegliamo la strada futura leggendo la carta: ci sarà un po' di asfalto, ma a me non disturba. L'asfalto delle stradine provinciali, quello dove le macchine passano una volta ogni tanto; non è male. Prima dell'asfalto, però, abbiamo un paio di rampe mica da ridere. Mi impressionano fiato e passo di Michele. A me salire piace, ma qui siamo davvero su altri ritmi. 
Passano le vette carsiche, arriva l'asfalto di Sistiana. Mi tengo un po' indietro, i compari corro troppo svelti. Ci fermiamo a fare rifornimento e poi dopo un breve tratto di costiera si sale sul sentiero "1". Panorami da urlo, al plurale perché le vedute si susseguono una all'altra. Ecco il motivo per cui il 1 maggio 2012 avevo confidato al blog di voler correre fin qui. Andiamo avanti, soste fotografiche per riempirci gli occhi di bello. Il lato estetico del trail, forse spesso sottovalutato, io lo valuto eccome!
Siamo a 27 km se non ricordo male. Dico a Marco e Michele che è meglio se vanno, io sto vivendo una crisi e non sarebbe saggio inseguirli. Meglio continuare da solo. Michele dice che secondo lui ho ancora birra in corpo, io davvero vorrei averne, di birra in corpo. Purtroppo alla sosta bar sono stato conservativo e ho preso cocacola. Su questo sentiero per me non si corre: troppe rocce, troppa instabilità. Vado al passo, di buon passo, e mi godo senza fretta tutto questo mare. Poi la strada cambia, alterno corsa e camminata. A Santa Croce il sentiero va in asfalto, dove sarà la prosecuzione? Lascio stare la cartina e chiedo ai passanti. Con i passanti non ha funzionato, la prossima volta guarderò la cartina, in fondo si procede per prove ed errori! 
Salgo e non mi convince, scendo e non mi convince. Continuo su asfalto, sentieri non ne trovo. Ora sto meglio. I quadricipiti di marmo liquido che mi avevano suggerito di lasciare andare i compari riprendono forma di muscolo e posso proseguire serenamente. Il problema è che non so bene dove sono. A volte è una condizione che infastidisce. Giri una curva e trovi il contrario di quello che pensavi di trovare. È lì che spesso ti fermi, cammini un po' e poi riparti. Però là sotto il castello di Miramare mi fa compagnia e certo in qualche modo fin là ci arrivo. E ci arrivo. Sono 37 km, se non ricordo male. Soste comprese, 5 ore tonde tonde. Dislivello non so.  
Scrivo a Michele che sono prossimo alla stazione, ma loro non ci sono. Si sono persi peggio di me. La stazione è deserta, sembra una ghost town del vecchio West. Eppure da internet dicono ci fermino dei treni. Michele mi chiama. C'è un bus. Ottimo. Raggiungo (correndo!) lui e Marco alla fermata. Mi cambio. Arriva il bus, neanche si ferma. L'autista fa cenno "il prossimo". Io dico allora ne avranno fatti partire due. Michele ride e dice si vede, che vivi in Trentino. In effetti non passa nessuno. Autostop dei tre puzzoni senza successo, prendiamo un autobus che ci porta a Trieste,in stazione mangio e bevo come un orco (anche una birra), poi un treno fino Sagrado, salvo un'inquietante sosta (a Miramare!) con il locomotore che fuma come un turco. 
Una parafrasi per i miei "se non ricordo male": non riesco a scaricare la traccia del Garmin (una notizia che non me lo fossi dimenticato) perché i miei computer sono in vacca. Già ho lanciato uno sfogo anti Apple su FB.
E qualche nota.
Correre con lo zaino è una cosa che va allenata: non posso tenere i ritmi senza zaino se lo zaino sta in spalla. Avere i vestiti di ricambio all'arrivo vale lo sforzo delle spalle caricate. 
E poi... che devo fare? Rassegnarmi ai lunghi in solitaria? Meglio il proprio ritmo dall'inizio alla fine? Mi piace molto la buona compagnia, quella di questa corsa era perfetta, ma il mio passo è così mio che non riesco a condividerlo. 
Di certo questa corsa va rifatta, cercando magari di allungare fino Barcola. 
Sono soddisfatto, non granché come trailer, però mi diverto, sto bene, recupero in fretta e gestisco le crisi. 
Non ci sono altre ragioni per fare cose così. Almeno. Non per me.

4 commenti:

  1. a volte correre con gli altri ci porta a fare cose che da soli non azzarderemo... e di sicuro ci hai guadagnato! gran bel giro ragazzi!!!!

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  2. Quando la corsa non è solo Io ma è Noi allora tutto può succedere!!!

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  3. A saperlo avrei azzardato un'uscita, fermandomi comunque sicuramente prima per prendere l'autobus verso casa....Mi prenoto per la prossima.

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  4. @ Vale - vero, andare da soli trattiene, e come dice @ Fausto in compagnia ci sono più possibilità.
    @ Orzo - la prossima? Non so bene dove e quando, ma qualcosa ci sarà!

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