Per la terza volta sono alla partenza della Marcia dei Forti, bellissima non competitiva Fiasp che parte da e arriva a Folgaria, proponendo vari percorsi che toccano, chi più chi meno, i forti della Prima guerra mondiale. La mia infiammazione all'appendice è passata, continuo a fare molta attenzione alla dieta (cosa che mi ha fatto dimagrire troppo, ma non si può avere tutto) e mi sento in grado di affrontare il percorso lungo. Per gli organizzatori sono 42km, ma per la questura qualcuno in meno. Io uso solo l'altimetro e posso dire che il dislivello positivo sfiora i 1400m, i km non li so, di certo le tabelle di segnalazione sono un po' sfasate, qualcuna arriva dopo poche centinaia di metri, qualcun'altra dopo un paio di km. Quisquilie. Applausi a scena aperta per gli organizzatori: i ristori sono frequenti e hanno anche i sali minerali, un toccasana per chi, come me, va soggetto ai crampi. Il percorso è segnalato il giusto ed è scelto con grande capacità e attenzione al bello. Quello che si chiede ad una corsa in montagna.
La mia corsa. L'intenzione è quella di partire con molta calma cercando di tenere la riserva necessaria a chiudere in crescendo. Non sarà propriamente così, ma poco male. Per metà percorso tutto va secondo i piani, poi un movimento brusco di chi mi precede in discesa mi costringe a deviare dalla linea immaginata e la caviglia si gira, non troppo per fortuna, ma un po' sì. Mi fermo un minuto, ricomincio camminando: il dolore è sopportabile e dunque proseguo, solo un po' più piano, specie in discesa. Mi accorgo poi che in salita il piede sinistro fatica un po' a spingere e costringe il fratello ad una dose di superlavoro. Tutto sommato, però, andando più piano vado pur sempre benino. Gli ultimi km li soffro un po', li sento soprattutto sulle cosce. In salita non riesco più a spingere, ma si va avanti. Bevo molto, sali soprattutto, grazie anche alla mia fidata compagna borraccia a mano, che per questo tipo di corse è l'ideale. Ottimi anche i nuovi arrivati, copripolpaccio a compressione della Salomon. Le Hoka invece, scarpe fantastiche, soffrono della nuova allacciatura (tipo Salomon, senza lacci tradizionali, per intenderci): la cambierò, anche perché non la vedo innocente davanti alla scivolata di caviglia.
Arrivo in 5 ore e 4 minuti, stesso tempo di due anni fa. E al traguardo trovo un'ottima pasta alle verdure. Buona domenica!
Ciao,
RispondiEliminaieri ho partecipato anche io a questa stupenda marcia e sono molto felice di averla conlusa in cinque ore e mezza. Seguo sempre il tuo blog e credo fossi tu al parcheggio quando sono tornato in macchina. Volevo quasi salutarti ma non ero sicuro fossi tu. Grazie dei tuoi resoconti e grazie per le marce che consigli. . .. Qui sono venuto perchè ne avevi parlato bene.
Saluti
Grazie mille a te, Leonardo. Se in parcheggio hai visto uno spilungone cambiarsi vicino a una vecchia Clio, eccomi qua! Alla prossima allora.
RispondiEliminaAllora eri proprio tu..... Ti avevo visto un pò scuro in volto, era per colpa della caviglia allora. Percorso stupendo e abbastanza vario, con tratti tecnici e altri scorrevoli....
RispondiEliminaUn saluto
Peccato non essersi conosciuti! Già, la caviglia un po' mi disturbava (per uscire dal parcheggio ho fatto mille manovre: la frizione era un cliente difficile): ci vorrà qualche giorno di riposo, ma sono cose che capitano. Credo comunque che più che infastidito io fossi soprattutto stanco! Viva la Marcia dei Forti, che davvero ha un percorso bellissimo. Speriamo di incontrarci presto.
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