Lo scorso anno avevo dedicato un post alla festa del patrono di Trento, quella che mi regala un giorno di festa davvero gratis, e in conclusione scrivevo che probabilmente la data non me la sarei più dimenticata. Così è.
Riavvolgiamo un attimo il nastro: l'ultimo racconto parlava del mio Magraid e dell'infiammazione all'appendice che mi aveva costretto al ritiro. Sono stato a riposo (dalla corsa) nove giorni e ho seguito con molto scrupolo la dieta indicata per quel tipo di malanno. Ho fatto bene ad ascoltare il consiglio medico e a ritirarmi! Dopo i nove giorni ho provato un paio di corsette da un'ora scarsa, con un po' di dislivello, ed è andato tutto bene. Nessun dolore. Così oggi mi sono regalato una bella escursione trail sul Monte Finonchio. Anche qui è andato tutto bene.
Sono partito da casa poco prima delle 10, non faceva affatto caldo, tanto che nel bosco ho anche indossato i manicotti. Ho preso la salita con buona calma, alternando tratti di corsa e tratti al passo, come consigliavano le pendenze. E la paura di una ricaduta. Il fiato, ho visto con piacere, non ha sofferto di malanno e stop: ero ben allenato e continuo ad esserlo, per fortuna. Il giro è molto bello: da Rovereto si sale fino ai 1600 e poco più del Finonchio, poi si scende. All'andata ho allungato un po' il percorso per seguire alcuni percorsi segnalati e per conoscere così meglio una zona che non ho frequentato ancora troppo spesso. Si corre e si cammina molto spesso nel bosco, il terreno è spesso sassoso, cosa che mi ha consigliato molta attenzione in discesa. Le salite sono belle e varie: talvolta dolci, talvolta a strappi, mai esposte. Avevo con me i bastoncini e sono stati una buona compagnia. Poco prima della cima ho percorso dei pratoni senza sentiero e con l'erba troppo alta: unico inciampo orienteering dovuto alle segnalazioni, solo in questo caso fuorvianti. In vetta ci sono asini e cavalli al pascolo e c'è un rifugio, chiuso però per lavori. Peccato, altrimenti mi sarei concesso uno strappo alla dieta e avrei ordinato un tè caldo. Già. Perché la dieta mi toglie un sacco di cose che amo: tè, birra, cioccolato, tutte le bevande gassate, molti formaggi. E altro ancora. Dalla vetta il panorama è molto bello. Dalla terrazza di casa il Finonchio lo vedo bene, pensare di essere lassù in sole due ore e mezza (allungatoie panoramiche comprese) ti fa sentire quasi un atleta! Ho preso la discesa con grande entusiasmo, poi il polpaccio mi ha invitato alla calma, e l'ho ascoltato. Dopo l'infiammazione sono dimagrito un po' troppo, credo di aver peso tono muscolare, soprattutto agli addominali (che già erano ridicoli) e questo, scendendo, si sente. Dovrò rimettermi un po' in sesto. Siccome mi sentivo tutto sommato bene, ho scelto anche di allungare un po' il ritorno, salendo la piccola vetta del Monteghello, abituale obiettivo di uno dei miei classici giri da allenamento non lungo. Poi giù verso casa, per finire con 27km abbondanti, poco meno di 1600 m D+ e 4 ore e 30' di trail.
Alla luce dell'estrema goduria di questa giornata, mi rimane il dubbio, al di là degli imprevisti, che forse non dovrei pensare alle ultra, quanto piuttosto a delle belle corse in montagna. E allenarmi per quello. Così ogni allenamento sarebbe figo quanto la (eventuale) gara.
Sul m.te finocchio, con l'erba troppo alta, gli asini e i cavalli al pascolo, ci ho rimediato la prima zecca della mia vita. Non mi rimane gran che simpatico 'sto finocchio
RispondiEliminacon l'erba troppo alta e i cavalli al pascolo... l'ho presa anch'io. Affogata nella vasca da bagno prima che si attaccasse ben bene, ma si poteva stare meglio sul sentiero, era quello il riferimento all'unico segnale fuorviante.
RispondiEliminaMi fa piacere che tu stia meglio e sia tornato a raccontarci dei tuoi trail in solitaria!
RispondiEliminaGrazie, affezionato lettore!
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