martedì 1 maggio 2012

Dal fiume al mare, attraverso la collina

Ecco il mio progetto, che sta prendendo forma. 
Dopo i ripetuti sfoghi sulla incapacità/impossibilità di rispettare il calendario dettato dalle proposte di gara, voglio concretizzare l'idea di un lungo in parziale autogestione (potrebbe esserci il sostegno di amici), presumibilmente in buona parte solitario.
L'idea mi frulla in mente da tempo, tanto che non ricordo bene come sia nata. Vorrei correre partendo da Sagrado (GO), paesino nel quale sono cresciuto, attraversare parte del Carso per poi scendere ed entrare nell'acqua del mare di Trieste. 
Ho studiato la carta Tabacco, ma per sciogliere alcuni dubbi e disegnare il percorso è servito l'indispensabile aiuto dell'amicone Cristiano, lui che vive sempre da quelle parti e meglio di me le conosce. Teoricamente, è fatta: il Carso mi porterà fino al parco di Miramare, da lì in poi sarà lungomare fino Trieste. Solo dopo aver messo la carta sul tavolo mi sono reso conto che il tragitto ricorda, guardandolo dall'alto,  quello della mia prima maratona, che fu allo stesso tempo la mia prima esperienza lunga (prima al massimo ero arrivato a 20km, un salto esagerato fino a 42,195!). 
Il fascino della corsa che farò sta anche nella sua - per me - assoluta novità. Conosco i sentieri per i soli primi 4-5km, poi più nulla, se non antichi ricordi di pedalate in mountain-bike su stradine che non esistono neppure più. Non so quanti km farò (posso ipotizzare una quarantina, ma chi lo sa... dipende da come e quando mi perderò), né sono capace di quantificare il dislivello (che sarà poco, ma caratterizzato probabilmente da un sacco di saliscendi). 
Con questa "Sagrado-Trieste" conto di familiarizzare con l'escursionismo in corsa, avvicinarmi allo stile di quelle camminate in montagna (o in collina, campagna, pianura) che non hanno chilometraggio definito, tempo di percorrenza, orario di partenza o di arrivo. Spero sia la prima di una lunga serie.
Nello zaino metterò la cartina, da bere, da mangiare e da coprirmi.
Chiara mi accompagnerà per un tratto, a lei scegliere quale.
Cristiano ci sarà, non so ancora in che modo. Chissà, magari si aggiungerà qualcun altro (Gis?), ma lo saprò all'ultimo istante: ancora non sono sicuro della data, potrebbe essere a metà maggio, quando tornerò nella Venezia Giulia in visita parenti. 
Non è nulla di particolarmente impegnativo, né di avventuroso, sono però fiducioso che sarà un modo ancora per concretizzare la bellezza del correre. Corse come questa per trailer e runner sono abitudine, lo sono, tutto sommato, anche per me. La novità: mi incuriosisce capire se possano diventare il fine anziché il mezzo, non allenamenti lunghi ma corse per le quali allenarsi. Senza bisogno di eliminare le gare, ma pure senza il bisogno di programmarle a tutti i costi.

8 commenti:

  1. Bello correre e perdersi momentaneamente lungo i sentieri, tanto poi la via che ci conduce alla meta la si trova sempre. Soprattutto se si considera che il viaggio è la meta stessa.

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  2. ...che poi forse a perdersi ...ci si guadagna pure ...nella scoperta di se stessi

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  3. beeeellooooooo...
    ma è fine a se stesso o prepari la mara?

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  4. @ Emiliano - mutevole, non ho dubbi :-)
    @ Drugo - sintetico ed efficace, la penso come te
    @ Gian Carlo - già mi è capitato di perdermi...
    @ Poli - è il fine, nel futuro nessuna maratona, spero qualcosa di più lungo

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  5. Meraviglioso!
    E' la corsa che amo: studiare un percorso sulla carta, partire senza troppe certezze e in un tempo indefinibile a priori arrivare!
    Mi piace la definizione di "escursionismo in corsa" :-)
    Io sono appena tornato dalla terra di Carnia con un paio di giretti nuovi in zona!

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  6. @ Bicio - chissà che no si riesca a condividere qualcosa!

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  7. @ Caio: ho bisogno di contattarti. Mi lasci il tuo indirizzo mail?

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  8. Se non mi mandi pubblicità sei la/il benvenuta/o . :-))
    claudiofferlan@gmail.com (con due "effe")

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