Ho comprato "La frontera invisible" il giorno dell'uscita. Potenza dell'ebook. Non sapevo che Kilian stesse lavorando al suo secondo libro, è stata una sorpresa per me scoprire la sua esistenza e avere la possibilità di iniziare a leggerlo da subito.
Fatto il preambolo, veniamo al dunque: una delusione. Sono arrivato alla fine solo perché ho voluto crederci fino in fondo, sperando in qualche spunto, qualche colpo di teatro che cambiasse la direzione monotona che il racconto prende fin dalle prime pagine. Non è successo niente.
Lo schema narrativo è molto noto: prendere spunto da un viaggio reale (rielaborato nella finzione letteraria, come l'autore mette subito in chiaro) per raccontare un viaggio interiore. A ripercorrere schemi noti si rischia di essere banali, a meno di non avere qualche dono particolare nascosto nella penna, cosa che succede a pochi. Raccontando di alpinismo si dice di riflessioni, emozioni, amori, interpretazioni, sogni. La morte di un amico in un incidente in montagna mette in crisi il giovane campione, che cerca risposte agli enigmi della montagna andando in montagna. Tre volte "montagna" in una frase per dire che la protagonista assoluta è lei, più delle persone. Da qui il viaggio interiore, che si risolve in una serie di riflessioni raccontate non bene e rese ridondanti da ripetizioni frequenti e dialoghi per niente evoluti.
Il viaggio reale è verosimile, ricostruito chiaramente su esperienze vissute in prima persona o comunque ben note attraverso la condivisione. Ma neppure questo viaggio ci porta alla meta: mi sono mancate le emozioni, la curiosità di attaccarsi alle parole per vedere come va a finire.
Non sempre si può vincere.
Ma sono molto curioso di sapere se qualcuno la vede in maniera diversa. Magari sono stato io a non entrare nello spirito del libro, a perdermi qualcosa.
ho letto solo il suo primo libro, "correre o morire" e devo dire che la delusione è stata del tutto simile a quella che hai descritto tu.
RispondiEliminal'ho trovato povero di emozioni e propriamente così malscritto, che non ho pensato nemmeno per un secoondo che potesse averlo "commissionato": deve essere proprio lui così!
del resto una magra soddisfazione: sarà un'eccellenza a correre, ma l'esatto contratio con la penna in mano!
ps: non è che riesci a togliere la verifica del commento?
Concordo con Vale, anch'io ho trovato il primo libro un po' magro di emozioni.
RispondiEliminaMichele
Pensate che a me il primo era piaciuto... Questo dunque lasciatelo proprio perdere. Vale, senza verifica la casella email mi si riempiva di spam, così invece la protezione funziona.
RispondiEliminaho letto solo il primo libro, anzi ho tentato di leggerlo, si perchè a metà ho abbandonato la lettura. noiosissimo
RispondiEliminaluca
Benvenuto Luca! Il primo era un racconto di corse fatte e io l'avevo letto con piacere. Questo ha delle ambizioni letterarie che non vengono per niente realizzate.
RispondiEliminaA me invece sono piaciuti moltissimo entrambi i libri di Kilian; solo in alcuni piccoli punti mi ha annoiato. Lui è fatto così, ma penso sia assai difficile descrivere quello che prova con la vita intensa che ha.
RispondiEliminaIo lo ammiro tanto.