Ma da quante domeniche piove? Mi sento quasi un canoista...
Tutto nasce con un acquisto e un'inversione.
L'acquisto. Tempo fa, per cercare di prendere dimestichezza con Verona che da tempo mi ospita ma che ancora non mi è familiare, ho comprato la mappa dei sentieri delle colline veronesi e ho iniziato piano piano a studiarla.
L'inversione. Ieri mattina c'era il sole e l'idea era di andare a vedere dal vivo uno dei percorsi da mappa. Ma sai, al di là del bel tempo, c'è altro: cose da fare e soprattutto la voglia di passare la giornata con le due donne. E poi, può anche capitare di non avere tanta voglia di correre. E allora rimando ad oggi. Unico neo, sapere per previsioni unanimi che l'indomani sarà acqua. Lo diceva anche il mio dispensatore di affettati di fiducia.
Partenza rimandata, allora. Domenica mattina. Dieci e mezza, zaino in spalla con cibo bevande e indumenti di scorta, scarpe da trail, calze a compressione, bastoncini, maglia in Gore, cappello, guanti e scaldacollo. Piove e fa freddo, ma oggi ho voglia.
Parto da casa (Verona centro, zona Arena) e me ne vado verso Poiano. Riesco ad imboccare la strada studiata sulla carta: asfaltata, ma molto bella. La seguo con buona lena, alterno la corsa al passo svelto quando incontro le rampe. Sbaglio un paio di bivi, torno indietro e poi ci prendo: arrivo snello a Poiano. Vorrei andare verso Montorio, ma la strada non mi convince, altro passo indietro e salgo deciso fino Valdonega su bel sentiero. Poi giù verso Avesa in pattinaggio su foglie e sassi. Proseguo sul sentiero della dorsale veronese, verso Quinzano. L'idea è di andare avanti fin che la voglia sorregge e poi rientrare Lungadige. Ma poco prima di arrivare a Quinzano il sentiero è sbarrato da un cartello fatto in casa che indica semplicemente "Pericolo!". Sarà vero? Sono persona, prima che trailer, prudente. E faccio due conti. Sono da solo, piove davvero tanto, il sentiero va verso un torrente e gli alluvioni degli ultimi tempi invitano a non fare idiozie. Mi fido del cartello e faccio retromarcia. Ripercorro a ritroso salendo un paio di sentieri prima in discesa. Di nuovo a Valdonega, la pioggia aumenta di intensità e comincio ad aver freddo. Viva lo zaino e la scorta che ti permette di avere, mi copro e riprendo forza. Giù verso la città, poi di nuovo su verso le Torricelle, solito parco e a casa alle due meno dieci.
Lascio questa breve e convulsa descrizione perché questo "sentiero dorsale" lo voglio fare tutto un giorno: molto bello davvero. Se quindi qualche veronese fosse incuriosito... fatevi sotto!
Non so quanti km ho fatto, né ho idea del dislivello (GPS dimenticato in giro, lo recupererò prima o poi). Sono certo di aver preso acqua a secchiate, di essere stato in giro tre ore e venti, di aver corso piuttosto bene e di essermi divertito un mondo. Salite sentierose al passo e molte discese rallentate per il fondo che dire viscido è davvero poco. Da rifare.
Bagno caldo, pranzo abbondante e Menabrea. E mentre gustavo la birra del trailer con la mano sinistra, la mano destra reggeva in braccio Mateja che con un sorriso e tre sforzi mi ha cacato in mano.
La vita è bella, la cacca porta fortuna.