domenica 25 luglio 2010

Le amanti


Lascio ancora una volta in attesa la corsa, che qui in montagna mi sta divertendo molto, per dedicarmi al racconto delle mie letture – uno dei motivi dominanti delle vacanze estate 2010. 
Questo libro non mi è stato facile, rimasto a lungo nell'elenco in lettura perché richiede un'attenzione da ruminante. L'amica Raffaella mi diceva – sono passati anni – che leggere Elfriede Jelinek in lingua originale bisogna. Ho aspettato del tempo perché il mio tedesco, non proprio zoppicante ma insufficiente a simile lettura, mi permettesse di seguire il giusto consiglio. Finita l'attesa, o forse solo interrotta, mi sono arreso alla traduzione.
Dalla prima riga si capisce perché Raffaella mi diceva così: sono parole usate con perfetto calibro, messe in ordine ed in disordine, musicali come esametri.
Le amanti parla di donne, Brigitte e Paula, condannate, anche da se stesse, al matrimonio di interesse, di comodo, d'abitudine. Un paesino delle Alpi austriache, un mondo maschilista, ingiusto e violento. Un mondo, ahinoi, non molto lontano nel tempo e nello spazio, descritto con elegantissimo realismo e con ricchezza di particolari necessari per comprendere certo tipo di realtà. I sogni di giovani donne e le bassezze di giovani uomini, il lavoro, l'alcol, l'amore a parole ma senza sentimenti, i nodi familiari, le invidie e i tradimenti. C'è redenzione? Difficile trovarla in questo romanzo. C'è speranza? Difficile trovarla in questo romanzo. È stata una bella lettura. Faticosa, ma bella.

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