sabato 2 gennaio 2010

Me ricordo che iero 'sai picio...

inizia così una strepitosa canzone triestina che racconta un'esilarante ma verosimile storia di maldestre importazioni di bistecche al tempo della frontiera italo-jugoslava.
http://www.youtube.com/watch?v=XawBcGT6yB8
Ricordo che ero molto piccolo...
inizia così, molto più modestamente, il mio post di oggi.
È stato mio nonno Giorgio a trasmettermi una certa passione per le carte geografiche, che rimane nascosta e poi riappare improvvisamente a ricordarmi quelle memorie visive tipiche dell'infanzia, grazie alle quali mi rivedo - appunto “'sai picio” - a seguire con il ditino le spiegazioni del nonno. Lui mi illustrava la strada che una squadra di calcio doveva fare per le trasferte di coppa.
Se ho appeso una carta geografica di fronte a me sul muro dello studio, un motivo ci sarà.
Se a Natale, alla ricerca di un autoregalo, ho optato per una cartina dei sentieri che circondano Verona, il motivo è sempre quello.
Stamattina mi stavo godendo gli ultimi momenti di vacanza leggendo un libro di Joe Simpson che parla di montagne e mi è salita la voglia di farmi una corsetta fuori programma. Ma dove? Dal giorno dell'autoregalo mi sono messo a studiare le linee dei sentieri veronesi, seguendoli con un dito più grosso di quello di un tempo, ma con un'immaginazione se non così magica, quantomeno sognante. La combinazione  tra lettura di storie di alpinismo, tutte costruite attorno a linee geografiche e quella immaginazione così ben alimentata dal nonno, mi ha spinto ad uscire per cercare di unire sentieri, scalinate, strade e stradine che ho percorso molte volte ma che mai avevo immaginato di collegare. Risultato? Bello, bellissimo.
Un km di riscaldamento, poi 8,5 km di saliscendi nervosi con più di 300m di dislivello ed alla fine un km di defaticamento.
Mai dimenticare di essere stati “'sai pici”.

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