Dopo gli eccessi culinari natalizi, che cerco di gestire mangiando qualche volta per gola, ma mai per obbligo nei confronti delle cuoche... Ricominciamo. In mezzo agli eccessi culinari natalizi (non sono affatto terminati), che cerco di gestire etc. etc. arriva il tanto desiderato momento della corsa.
Corrida di Santo Stefano a Gradisca d'Isonzo. Cesare, un lontano parente, amico ed ex compagno di squadra (basket), già maratoneta di notevole spessore, organizza un'agile corsa su strada di 9,2 km. Qualche giorno fa mi ha chiamato per chiedermi se a Natale tornavo in famiglia; se sì mi segnalava questa sua corsa, invitandomi molto gentilmente a partecipare con iscrizione gratuita, in nome e ricordo di antiche condivisioni sportive. Accetto di ottimo grado, e con me anche Chiara. Percorso tutto asfaltato e molto piatto; sono un po' ingolfato dal cibo in eccesso e, per una volta, mi pongo un obiettivo cronometrico: voglio stare sotto i 5' al km, quindi se chiudo in 45' sono contento.
Corro senza orologio, a sensazione, come in certe occasioni faccio da qualche tempo. Pronti, via e presto mi accorgo di aver esagerato in partenza. Provo a controllare il ritmo e mi rimprovero un po' per il mancato orologio: averlo mi avrebbe comunque permesso di essere più equilibrato. Non ci sono neppure i riferimenti chilometrici, sul percorso, ma almeno conosco i luoghi. Tengo un ritmo, immagino, disordinato, seguendo il respiro che a tratti si fa parecchio affannato. Arrivo comunque all'ultimo km ancora con un po' di benzina e accelero. Passo lo striscione d'arrivo in spinta, ma decisamente al limite. Guardo il cronometro al polso di uno dei volontari all'arrivo: 42'30'' (forse addirittura qualche secondo in meno). Risultato: correre a sensazione mi ha spinto oltre i miei limiti. L'importante adesso è non esagerare. Domani giro mattutino sulle colline del Carso. Sarò blando.
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