Ieri. Nevica che ti nevica, mi sveglio con una Verona imbiancata. Nevica che ti nevica, ci sono anche i lati positivi dell'impreparazione di Trenitalia: leggi che ti si dica "Non venire al lavoro, domani procedi pure da casa, ché altrimenti rischi di passare la giornata in treno". Seguo il buon consiglio. Dedico la mattinata a decifrare documenti in riproduzione fotografica e, non me ne voglia Brunetta, mi regalo una pausa pranzo come dico io.
Mi copro bene e parto. Lungo il parco dell'Adige, con vari tratti di neve intonsa, nei quali "batto la traccia" io per primo (e mi chiedo cosa possa davvero significare "battere la traccia" in alta montagna). Incontro poche orme: qualcuno che porta a spasso il cane, qualche leprotto (uno me lo trovo davanti: quasi superbo nella facilità del suo andare veloce), ed una sola persona che allegramente risponde al saluto. Porto con me bastoncini e paperette: più decisivi che utili. Corro per gran parte del mio abituale giro di 12km e 300m, facendo fatica il giusto e divertendomi un mondo. Una bianca distesa che modifica incredibilmente il paesaggio, dandogli un tono "Yukon" che mi entusiasma.
Oggi. Le previsioni dicevano che sarebbe durata, ma si sono sbagliate. La pioggia sta finendo il suo lavoro di scioglimento, e se ieri me la sono goduta, mi tocca perfino ringraziare l'inadeguatezza di Trenitalia. Cominciano ufficialmente le vacanze, che almeno per la parte familiare della trasferta di solito portano più difficoltà alla corsa di quanto non faccia il lavoro.
Speriamo bene,
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