domenica 12 agosto 2012

Diario olimpico (8) - this is the end

Di là stanno guardando la cerimonia di chiusura: non credo di averne mai vista una in vita mia. Mettono tristezza e non dicono molto, forse proprio nulla, ad un purista dello (o meglio detto ammmalato di) sport quale io sono. Di qua scrivo il blog ticchettando sui tasti virtuali del giocattolo ipad della cugina Cristina. Bel giocattolo proprio, detto per inciso.
Ieri sera ho visto l'ultima partita dal vivo. È stata per me un'Olimpiade tanto strana quanto avvincente. Nei giorni in cui ero ancora in Italia ho lavorato e seguito a spizzichi quello che ho potuto seguire. Nei giorni in cui sono stato qui in Inghilterra, prima ad Oxford e poi a Londra, ho seguito gli avvenimenti cercandoli dal vivo, con poca televisione e tanta internet: ipad, ipod, wireless, application... Tutte cose che quattro anni fa neppure pensavo di poter avere. E tra quattro anni come sarà? E già, perché è ovvio che a tra quattro anni mi viene da pensare. Rio de Janeiro! E ancora: non ho letto neppure un giornale cartaceo, fatta eccezione per un paio di gratuiti trovati sul treno. Pensare che prima collezionavo Gazzette olimpiche!
L'organizzazione londinese è stata super ma con un baco grosso come una casa. Ottimi i trasporti, gli accessi ai vari luoghi olimpici, la gestione degli ingressi ad arene e palazzetti. Ma cacchio: i biglietti! Da più di un anno sono stato a sbavare su questi fucking tickets, provando e riprovando. Poi leggi di tutti esauriti per qualsiasi cosa e vedi un sacco di stadi (o simili) mezzi vuoti. Dove sono finiti decine di migliaia di posti? Chi ha comprato la finale dei 10.000 al posto mio e non ci è andato? Chi la finale di pallanuoto? Chi si è dimenticato di metterle in vendita? Tanto per dire le cose che ho cercato di più, senza contare la finale di basket, che hanno rimesso in vendita troppo tardi per le nostre possibilità organizzative. I posti vuoti li ho visti ovunque con i miei occhi, così come gli stessi occhi non hanno visto bagarini. Questo è un bene. Ma il mistero rimane. Come rimane la gioia, la soddisfazione e quasi l'orgoglio di capire che essere ammalati di sport è un gran bel male. Bello essere stato al posto giusto per alimentare la voglia, esserci stato con Chiara e Mateja è il valore in più. 
Ma.... Perché è già finita? Chi mi cura la depressione post Olimpia?

6 commenti:

  1. per il 2020 compriamo i biglietti insieme?

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  2. La depressione post Olimpia coglie anche me. Penso la curerò con delle buone dosi di montagna.
    Comunque mi hai fatto venir voglia di provarci. Tra quattro anni magari posso unire viaggio in Brasile e prima olimpiade dal vivo. Chissà.

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  3. @ Cris - già viste le date Rio 2016... per il 2020 serve almeno sapere dove
    @ Drugo - unica cura: corsa e trail. Di Rio già ho detto
    @ Emiliano - già iniziato, con la pagina di grande sport regalata dalla Supercoppa

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  4. Pensa che io ricordo ancora la "mia prima Olimpiade", la prima che ho seguito, Monaco 1972: vuoi che ti racconti di come ricordo ancora il rimbalzarsi dei collegamenti con i tuffi, lo scherma, il tiro con l'arco, tutti per lo più solo con una voce lontana e gracchiante, e naturalmente l'atletica leggera ?? E' stato il battesimo della RAI per le trasmissioni a colori, in modo sperimentale, perchè poi si è tornati al bianco e nero e per un bel pezzo (credo un paio d'anni) il colore non lo si è più rivisto.
    E vuoi che ti racconti ancora di come, nel 1976, completavo una tabella trovata per caso in una libreria con i risultati dell'Olimpiade di Montreal ?? Ricordi, nostalgia, gli stessi ogni volta che un Olimpiade termina....

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  5. Magie olimpiche, Orzo. Cambiano le tecnologie ma coinvolgimento e sogni sportivi si ripetono, senza mai annoiare. E con tanta passione. Peccato che la Rai in 40 anni non abbia fatto alcun passo avanti :-)

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