lunedì 30 maggio 2011

Pezzi di puzzle

Mannaggia a me che non penso mai alla macchina fotografica!
Sabato pomeriggio siamo ripartiti da Klagenfurt con sosta parenti prevista prima a Udine e poi a Sagrado (Go), con annesso pernotto. 
Domenica mattina solita sveglia di buon'ora suggerita dalla capa di casa. Diverso è che al piano di sopra ci sono i nonni. Chiara ed io siamo così gentili da lasciar loro godersi la piccola e partiamo all'imbocco del sentiero carsolino di fiducia. Ho in mente di provare un raccordo nuovo per il TA del prossimo novembre: non si finisce mai di scoprire. Fatto il raccordo, percorreremo buona parte del TA con qualche variazione su tema. Questo il progetto. Siamo molto leggeri: io ho una borraccia per entrambi e basta. La giornata è splendida: calda ma non troppo, brezza, luce stupenda che riflette sul non abituale verde carsico. Tiro un po' il collo a mogliettina (che tende a sottovalutarsi) non certo per il ritmo, ma per il percorso mai piatto e molto trail. Il "nuovo" raccordo è davvero molto bello: arriviamo con calma dopo un'oretta di salita continua alla fontana con acqua fresca e poesia di Ungaretti incisa. Da lì saliamo in vetta al San Michele con meritata pausa panoramica (e senza macchina fotografica, ribadisco!): la veduta è assai limpida, il Golfo di Trieste si apre sotto di noi in tutta la sua estensione. Grado sembra un'isola lontana. Che bello! Giriamo intorno al San Michele percorrendo vie di tristi memorie belliche. Poi in discesa attraverso il Bosco Cappuccio: sentiero disseminato dei tipici 'baloti' (leggesi sassi di media dimensione non adattissimi all'equilibrio). Attraversiamo questo piccolo bosco molto suggestivo e arriviamo, dopo brevissima parentesi asfaltata, a guardare dall'alto lo scorrere dell'Isonzo. Ultima discesa e rieccoci a casa dopo due ore e venti di goduria carsica.
I pezzi del prossimo TA del Carso Isontino sono lì sul tavolo: quando torno da quelle parti li unisco e vedo il risultato. E Chiara con me, ci mancherebbe!
Quello che mi spiace è che queste uscite non sono mai sicure fino al momento dell'imbocco del sentiero. I nostri rientri nella Venezia Giulia sono ridotti e brevi, segnati da appuntamenti e visite (quasi sempre parenti) che non ci permettono di organizzarci in modo tale da coinvolgere qualche compagno di strada nelle nostre esplorazioni. 
Quello che mi piace è che in questo modo ogni corsa trova ad arricchirla il fascino della sorpresa e della gioia di condividere, Chiara ed io, questi posti così belli.

9 commenti:

  1. La macchina fotografica per il prossimo post dal Carso,mi raccomando!!!
    Ciao.

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  2. Ciao Caio, anche io sono mezzo Friulano, più precisamente originario dei dintorni del Gemonese!
    Mi capita di corricchiare da quelle parti... posti meravigliosi!

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  3. cerca i pezzi, girali, ruotali che a unirli ci pensiamo tutti assieme al prossimo TACI!
    buone corse a te e moglie, con il consenso della padrona di casa, è ovvio! :-O

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  4. @ Emiliano - grrrr. mai che mi passi per la mente!
    @ Bicio - benvenuto, Friuli o Trentino, da qualche parte sicuro ci si incrocia!
    @ Vale - stiamo lavorando per voi... ma pure per noi :-) tranquilla che sappiamo bene chi comanda!

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  5. certi posti andrebbero immortalati ..... chissa' che foto da favola verrebbero fuori

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  6. Ma i snuovi sentieri da "testare" li provi conoscendoli sulla carta prima o vai alla cieca?
    Che gentili papà e mamma a lasciare ai nonni l'erede :-)

    Luca (Un passo dopo l'altro)

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  7. @ Lello - Vero! Qualcosa avevo fatto in occasione del Trail Autogestito, ma facendo casino con la macchina fotografica: è una battaglia persa!
    @ Luca - alla cieca (sai quante volte sono finito in vicoli, appunto, ciechi!), ma tieni conto che sono in posti che ho frequentato fin da bambino. Capita però che ogni tanto mettano a posto vecchi sentieri invasi dalla vegetazione. Sì, siamo stati davvero buoni :-))

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  8. mettila così senza macchina fotografica hai corso più leggero.

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  9. Verissimo, Nino: in fondo mi sa che la dimentico proprio per quello

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