Primo pettorale del 2011, programmato da tempo. Proprio perché programmato da tempo, dovrei sorvolare sulla non geniale collocazione cronologica della trasferta: tra pochi giorni si trasloca, siamo immersi negli scatoloni e neppure i compagni di viaggio sono messi meglio. La passione è passione, però. E partiamo in macchina per Lione sabato mattina, obiettivo Lyon Urban Trail, che io e Alessio correremo nel suo percorso lungo (38km, 1700 D+), Livia in quello da 12 km, 500 D+. Nell'alternanza che ci siamo dati con gli amici padrini di Mateja, tocca a Chiara stare a piedi, fare da baby-sitter a bambini loro e nostra. Se si corre su strada, il volontario sono io: è capitato per la Mezza di Brescia e spero capiterà ancora. Mi piace aiutare gli altri a correre, proprio perché so quanto sia bello essere aiutati dagli altri a correre.
Un po' di ore di macchina, qualche sosta pappa e arriviamo nel pomeriggio nella città francese che ci appare subito molto bella. Sarebbe stato meglio il treno, ma con i tempi non ci saremmo stati. Sistemazione e passeggiata lungo il Rodano, ritiro pettorali mancato (io almeno) per chiusura anticipata della distribuzione: bisognerà provvedere la mattina prima della partenza. Cena, ancora passeggiata e qualche ora di sonno.
L'organizzazione, come è abitudine oltralpe, è assai spartana: no pacco gara, no pasta party, no doccia. Alessio ed io affrontiamo con rispetto questo trail urbano: sei ore abbondanti di macchina e due di passeggiata non sono proprio la cosa più indicata per la vigilia di una gara come questa, tanto più che un caldo quasi estivo si affaccia in questo strano inizio aprile. Suona la sveglia (brava Mateja, che passa una notte tranquilla). Colazione abbondante, ritiro pettorale veloce e una breve attesa che ci permette di incontrare alla partenza Simone (38km) e Cris (23km), anime fondatrici di Spiritotrail. Con Simone condivideremo anche la prima parte di corsa, poi non lo vedremo più, il suo ritmo non è il nostro. (Ti ho cercato nell'elenco arrivati: complimenti Simo, ottimo tempo davvero! Cristina la troverò, spero).
Si parte, non so quanti siamo a partire per la lunga, ma in tutto (ci sono, appunto, anche le versioni da 12 e 23 km) ci contiamo 6.000. Noi una piccola parte del tutto.
Partiti. Il Lyon Urban Trail è configurato così: strade e stradine che ti fanno salire e scendere, incontrare angoli affascinanti di questa bellissima città e, soprattutto, gradini: scrivono 7.000, ma il numero non conta. È come il patrimonio dei ricconi, oltre una certa cifra non si capisce quale sia il significato. Sono tanti. Tanti. Alessio ed io corriamo assieme, non abbiamo sempre ritmo uguale: i momenti di difficoltà non capitano allo stesso momento, io in discesa proprio non gli sto dietro, ma ci troviamo benissimo così.
L'inizio è d'impatto: subito salite ripide e non brevissime, e dosi di gradini. Al passo e di corsa, nell'alternanza propria di ogni trail, oggi vissuto in un non abituale ambiente quasi esclusivamente urbano. Noi corriamo bene, tranquilli sotto il nostro obiettivo, che come d'abitudine è il tempo massimo (6h30). Dopo il ristoro (ce ne sono tre) dei 9km siamo addirittura sul ritmo di 5h poco più. La parte centrale del trail è la meno impegnativa, molto corribile e poco scalinata, fa caldo ma riusciamo ad idratarci bene. Teniamo un'andatura da chiacchierata. Vediamo, in ordine sparso, un teatro romano, ville antiche e costruzioni modernissime, messe una accanto all'altra con il bel gusto proprio dei cugini d'oltralpe, panorami d'impatto noi sulla collina e sotto la città, scendiamo su di una vecchia pista da sci. E molto altro ancora. Visto il terreno secco, abbiamo scelto le scarpe da strada: ottima idea, certo che sul bagnato sarebbe stata dura tenere l'equilibrio; non tanto per lo sterrato, che è poco, ma per tutti i cari gradini lisci, gradini ruvidi, gradini sconnessi, gradini bassi, gradini alti.
Ristoro 17km, siamo sempre sul ritmo di prima, fin troppo veloce: ci pensa l'organizzazione a farci tirare il fiato; c'è un incrocio con la massa di chi corre 12 e 23 proprio all'accesso di un sito romano, strettoia, stiamo fermi un po'. Pazienza, tanto siamo in netto vantaggio sul tempo massimo. Il percorso continua contorto a farci scoprire Lione, qualche tratto di discesa asfaltata permette di rilassare i muscoli e ricaricare le pile. Ultimo ristoro ai 30km: regolarissimi, battiamo sempre il tempo su possibili 5 ore e spiccioli. È arrivato il messaggio: Livia si è goduta la sua corsa e il babysitteraggio di Chiara è stato un successo. Decidiamo che non vale la pena esagerare e rallentiamo un po', a partire dal ristoro che ci godiamo con calma. Scelta illuminata: gli ultimi 8km sono bestiali. Io non so quanti gradini si possano fare in 8km, ma non credo molti più di quelli che abbiamo fatto noi. Qualche piccolo acciacco: io temo gli odiati crampi e mi regolo di conseguenza, Alessio ha una scarpa che fa le bizze e lo tormenta. Piano piano passano i km, senza crisi. A meno due un volontario ci avverte: state scendendo, ma vi aspetta ancora una salita lunga. Pensiamo ad un moto di spirito, non lo è. Su questa salita lunga (gradini, ovvio) vediamo vari trailer in preda ai crampi, ci fermiamo a chiedere come va, se c'è bisogno d'aiuto. Riceviamo risposte cortesi e grintose. Ultimo km. Galvanizzati, acceleriamo in vista del traguardo: sento tirare la coscia, non ora, non qui. Mi de-galvanizzo e torno ad un ritmo più consono. Prima dello striscione, si passa all'interno del comune: naturalmente per transitare serve salire qualche gradino. È fatta. Con l'opportuno controllo del ritmo degli ultimi km ci abbiamo messo 5h28'. Molto meglio del previsto.
E mi sorprende leggere, secondo la tabella con cui potete familiarizzare qui, che quel che abbiamo fatto equivale a 55km in piano ad un ritmo di 5'58''.
All'arrivo ci aspettano donne e bambini (che bello poter condividere con il sorriso una passione che talvolta sconfina nel delirio).
Ci si lava con acqua in bottiglia, si mangia e si riparte: lunedì non c'è possibilità di ferie. Il viaggio scorre lungo ma tranquillo. Cinque ore di sonno ed ora eccomi in treno destinazione Trento, in una delle ultime gite da pendolare lungo. Tra quattro giorni abiteremo a Rovereto.
Alcune considerazioni.
Sono molto contento della mia corsa: ho visto nel modo per me più bello una città stupenda, ho passato un fine settimana con superamici, Alessio ed io abbiamo pure trailato in abituale sintonia. Mateja sta imparando che i genitori quelli sono, e tocca adattarsi anche a due giorni folli, 1300km di macchina, forse qualcosa più, fatti per passione. Anche il dato puramente atletico è ottimo: nel 2011 non avevo mai corso più di 25 km, certo non ho praticamente mai perso occasione, in allenamento, per fare del dislivello, ma non mi aspettavo di finire così bene il Lyon. In Francia sto bene, mi piace l'approccio francese al trail, la partecipazione entusiasta sul percorso: segnato benissimo, presidiato da volontari ad ogni incrocio. E nessuno che ti faccia mancare una parola di incoraggiamento, sempre con il sorriso: sono cose che aiutano.
Nella logica della primaverile alternanza francese, il 2012 sarà anno di Ecotrail de Paris. Ma è certo che a Lione si torna: Mateja sarà più grande, correrà anche Chiara e magari si potrà pure prendere qualche giorno di ferie.
Un'ultima prece, lettore che hai avuto la pazienza di arrivare in fondo: non dirlo a mia suocera, che proprio tutto non sa.
Anche se sono un pò "contrario" a corse in Città mascherate da trail, l'esperienza deve essere stata davero bella, visti i luoghi nuovi (per me) e sicuramente affascinanti.
RispondiEliminaPer quanto riguarda tua suocera, avresti dovuto dirmelo prima !!
;)
Bello! Non ho altro da aggiungere, se non quanto sono fortunati quei bimbi che possono già "partecipare" alle trasferte!
RispondiEliminabuone corse!
agnese
@ Orzo - lo sapevo! dovevo scrivere subito di mia suocera. Adesso sarà dura :-))) L'Urban Trail è una cosa nascente, né corsa, né trail: una "terza via", che a me piace, ma capisco possa non interessare.
RispondiElimina@ Doublea - grazie! speriamo che "nel suo piccolo" si sia divertita.. pare di sì
bhè dai te la sei pienamente meritata questa trasferta, tante volte si rinuncia per accontentare gli altri......complimenti davvero tutti quegli scalini mi avrebbero distrutta!!!
RispondiEliminaBravo Caio, è bello leggere ottimismo e gioia!
RispondiEliminaSono sicuro che Mateja è stata felice. Non c'è cosa più bella che stare con mamma e papà, almeno a quell'età!
@ Patty - fortuna che qui tutti mi capiscono! :-)
RispondiEliminaQuanto agli scalini, dalle mie parti si dice "pian e ben"
@ Turco - Sono proprio contento di trasmettere ottimismo e gioia. In effetti la piccoletta pareva divertita
Il racconto è lungo ma molto avvincente: hai trasmesso così tanto entusiasmo, fatica e scalini che sembrava d'esser lì!
RispondiEliminaMateja si abituerà presto e da voi imparerà che la passione per qual che si fa è un motore fortissimo: bravi ragazzi ;-)
Non sono riuscito ad essere più sintetico, Vale: troppo entusiasmo. Evviva le passioni :-)
RispondiEliminaIl racconto mi è piaciuto molto. Bravo anche per i ritmi Caio!
RispondiEliminaMi sa che mi programmo per il prossimo anno. A proposito, sai se c'è in giro qualche altro urban trail altrettanto bello?
Michele
Che bella gaa che hai scovato bisogna che io la ricordi assolutamente per il 2012 ne hanno parlato bene in tanti... correre a piedi per le città dà emozioni fantastiche.
RispondiElimina@ Michele - prima di tutto grazie. Altri urban trail: oltre al TA di Venezia, so che c'è qualcosa di simile a Cesena (sito spiritotrail, TA). Quello di BS si chiama così ma, avendolo corso, posso dire che è tutto trail e niente urban. Anch'io ne sto cercando, se li troviamo scambiamoci le notizie: conviene guardare alla Francia, credo (vedi sotto) ;)
RispondiElimina@ Dante - sto cercando di ricordare dove ne ho sentito dire: credo in un giornale francese di trail che compro sempre quando vado di là dalle Alpi. Sì, gli Urban sono proprio emozionanti
Chiara è stato un successo. Decidiamo che non vale la pena esagerare e rallentiamo un po', a partire dal ristoro che ci godiamo essuno che ti faccia mancare una parola di incoraggiamento, sempre con il sorriso: sono cose che aiutano.
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