Non ho mai trovato un buon motivo per cercare di curare la già denunciata - su queste righe - malattia da sport che realmente da sempre mi accompagna. Piuttosto, la alimento con applicazioni di visione frequenti su schermo e periodiche dal vivo. Un tempo erano applicazioni maniacali su entrambi i campi, ma basta introdurre ed entriamo tutti assieme in medias res.
L'evento sportivo che mi muove da casa è Italia-Argentina di rugby. Lo stadio di Verona è a 2,5km da casa ed io ne approfitto per una passeggiata. Arrivo un'ora prima della partita, convinto di farmi un giro ad annusare l'atmosfera. Però, cavolo, già la fila agli ingressi è lunga e caotica: mi ci metto. Perché ciò? Ma perché bisogna pagare il proprio tributo al calcio: tornelli e un portoncino solo per entrare, anche se il rugby non prevede perquisizioni, risse e motorini dagli spalti, ormai gli stadi sono complicati da frequentare. Paziente, mi incolonno ed entro.
Attorno a me si siedono persone. Ora, io non voglio condannare ma esprimere un'opinione: non capisco chi si accosta ad uno sport senza saperne minimamente le regole. Quando è capitato a me, di esordire da spettatore, ho sempre studiato quel che serve a comprendere molto di quel che succede. Allora. Esultare per un calcio da tre punti gridando 'gol' (non c'è ironia), non capire se l'ovale passa o meno in mezzo ai pali, non conoscere i punteggi... tutto lecito, ma se non sai nulla di tutto questo, forse l'insulto all'arbitro può essere fuori luogo. E qui sì, che condanno: tu non sai cosa significa quel fischio, però insulti. E non ditemi che chi paga ha diritto et cetera, perché non è vero.
Al di là delle regole, poi, il rugby ha un suo spirito di vigore cavalleresco che non accetta, perché proprio non lo comprende, l'invito a "spezzare le gambe" all'avversario. E la protesta contro l'elezione ufficiale del migliore in campo ritmata con uno stonato "Ci ha fatto tutti quei punti, ed anche lo premi" più turpiloquio, denota una struttura mentale di calcistica ristrettezza.
Ma andiamo nell'antropologia. Cantare sguaiati il nostro simpatico inno brandendo la mano destra con saluto romano, ululare alle "ragazze pon pon" frasi di maschia inettitudine, ubriacarsi allo stadio perché il rugby è birra... protagonista uno solo. Che dire? Me ne dispiaccio un poco e mi fa male, vedere un uomo come un animale - per citare.
E scoprire origliando commenti che sì, il rugby è uno sport molto bello, ma solo se guardi un tempo, perché seguire anche il secondo è impossibile. Non ho chiesto il perché, ero troppo stanco, come se avessi giocato.
Schiacciato da una mischia per me troppo pesante, me ne torno a casa sconfitto.
Purtroppo la "cultura" sportiva italiota in questo momento e' questa... prendere o (meglio) lasciare...
RispondiEliminaForse sei stato anche sfortunato: quando sono andato a vedere l'Italrugby a Udine lo scorso anno intorno a me avevo tifosi corretti e preparati...
Corrici su... ;-)
Mi hai tolto anche l'ultima speranza che certi imbecilli si limitassero a frequentare le partite di calcio (cose dalle quali mi tengo a debita distanza...). :(
RispondiEliminaPoveri noi e povera Italia.. posso capire che si puo' andare a vedere una partita anche senza saperne tutte le regole per il vivo spettacolo. Ma si dovrebbe appunto limitarsi a guardare e capire cosa stiamo osservando.
RispondiEliminaMA dici che si sono accorti che la palla era ovale? :-)
L'unica cosa che interessava i personaggi in questione è il poter dire "io c'ero".
RispondiElimina@ Zanger - Di sicuro ho avuto sfortuna, ma temo che nella curva veronese le possibilità di incontrare sfiga aumentino. ci corro su.
RispondiElimina@ Fatdaddy - Il calcio è uno sport che mi piace, il problema sta tutto in quella parolina: "sport"... e lo stadio mi si allontana sempre più
@ Ginko - è proprio questo il senso del mio dispiaciuto post: servirebbe un po' di apertura mentale.
@ Filippo - non ci avevo pensato, ma secondo me hai azzeccato: raccontare agli amici delle proprie imprese verbali, potrebbe essere questa la motivazione
Considerate la vostra semenza
RispondiEliminafatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
... certo non sono le colonne d'Ercole quelle da superare, ma un ingresso allo stadio...
LUNGA VITA AL CALCIO !!!!
RispondiEliminaBisognerebbe costruissero tantissimi altri stadi di calcio in Italia e nel Mondo, tanto chi ci entra si trova sempre.
Una volta entrati tutti dovrebbero buttare le chiavi delle porte.
E poi bisognerebbe passassero le Frecce Tricolori....ma la posto del tricolore dovrebbero rilasciare napalm....oooops....
Avevo iniziato questo post pensando di scrivere un "pezzo ironico", non mi è riuscito ma l'ho lasciato così come è venuto.
RispondiElimina@ Agnese - e poi grandi dibattiti sul perché gli stadi si svuotano
@ Orzowei - soluzione drastica! Vero che di questo passo gli appassionati (come me) si terranno ben lontani da questi luoghi di depressione di massa.
Da ex-calciatore mi vergogno del calcio e di quelli che si dichiarano sportivi ed invece non sono neanche tifosi ma poveri derelitti che vanno a sfogare le proprie ansie, i fallimenti della vita giornaliera all'interno (e qualche volta all'esterno) degli stadi. Per fortuna quasi tutti gli altri sport sono seguiti (a volte poco) da persone competenti. A Udine io c'ero a vedere l'Italia del rugby con il Sudafrica lo scorso anno e tutto sommato assistetti ad uno spettacolo assolutamente bello senza gli episodi descritti in questo post
RispondiEliminaAntonio, anch'io avevo visto altre partire di rugby con vicini molto diversi. Forse è solo sfiga, o forse la frequenza del Bentegodi è particolarmente triste. Il timore è che l'inquinamento dello sport si espanda come le macchie di petrolio nel mare pulito.
RispondiEliminavieni al Friuli che è tutto + bello!
RispondiElimina