venerdì 13 agosto 2010

Ultrapensieri

Facevo zapping, tempo fa, e mi sono fermato su quel canale un po' triste che è Repubblica TV. Gente in studio spesso verbosa, sullo sfondo si vedeva addirittura una finestra oscurata talvolta dal passare dei passi dei passanti. L'intervista però mi interessava eccome: protagonista Checco Galanzino, ultrarunner dalle mille avventure che per prepararsi ad una corsa polare si allenava sul tapis roulant in una cella frigorifera.
Di Galanzino ritrovo un'altra intervista sul mensile "Correre". Racconta della sua ultima ultra australiana: "Non ci è stato risparmiato proprio nulla: fiumi da attraversare a nuoto, il bush australiano, canyon. Alla fine poco più di metà dei partecipanti è riuscita a concludere la gara". E commenta: "Ho la sensazione che anche molti organizzatori di gare si siano fatti prendere dalla frenesia di rendere le loro competizioni sempre più lunghe, sempre più dure. E' una tendenza che non mi piace".
La mia esperienza è infinitesimale, ma il bello del nostro sport è che si parte tutti assieme. Certo, poi si arriva anche a giorni di distanza, ma quel "tutti assieme" ti fa sentire comunque parte integrante del gioco. Forse persino lo sei. E allora ti permetti di metterti in relazione, di paragonare il piccolo al grande.
Bene, io ho avuto queste sensazioni, quella "tendenza che non mi piace". E leggo di ultratrail alpini con 150 partenti e uno solo arrivato. Mi raccontano di gare dove il roadbook tralasciava di segnalare dislivelli importanti. Vedo percorsi contorti e allungati solo per dire abbiamo fatto tot km. Credo sia importante stare attenti a non perdere la strada. E tantomeno il sentiero.

4 commenti:

  1. Ultra-giusto
    sarebbe opportuno riflettere sui "150 partenti e 1 arrivato": c'è qualcosa che non va...

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  2. Tutto paurosamente giusto!
    Ogni tanto fermarsi a pensare a quello che stiamo facendo (o che vorremo fare) e sul perchè lo facciamo, aiuta.

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  3. Considerazioni saggie... ti aspettavo alla val d'Arda segnati questa gara ne vale la pena

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  4. @ Agnese e Fatdaddy - riflettere prima di correre mi pare opportuno, specie se si va dove un minimo di pericolo si può incontrare. Grazie per la condivisione dei pensieri.
    @ Dante - per un po' basta gare lunghe, ne ho messe troppe in calendario per la prima metà dell'anno, le rotelline stanno lavorando per definire nuovi obiettivi

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