venerdì 6 agosto 2010

Rampe

Io, che sono uomo non proprio di pianura ma al massimo di collina vista mare; io, che amo la corsa in natura e, con i giusti criteri, anche quella in montagna.
Io, che sono arrivato alla fine delle mie vacanze in montagna, ho scoperto oggi cosa sia una vera “rampa”.
Torniamo indietro di qualche giorno.
Ero andato di corsa al rifugio e speravo di tornarci attraverso un altro sentiero. Tempo inclemente, non ci sono riuscito. Ieri pioggia torrenziale tutto il giorno, stamattina nuvole basse e pioggerellina – non avrebbe senso salire senza neanche la possibilità di vedere un vero panorama né tantomeno di fotografarlo. Ma ho tanta voglia di correre e parto nel pomeriggio, scegliendo dalla cartina un sentiero che mi porterà da San Candido fino al paesino di Versciaco, l'idea è quella di rientrare dalla pista ciclabile. La cambierò.
Partenza. Sentiero nel bosco, fresco ma non freddo, fondo molto adatto alla prova delle mie nuove Montrail Highlander. Si comincia: una salita breve ma molto ripida, fatico ma la voglio finire di corsa; si continua: una salita breve ma molto ripida, fatico ma la voglio finire di corsa. Per farla breve, è tutta così. Un saliscendi continuo, spaccagambe, che affronto con fiatone e grinta. Arrivo alla meta individuata sulla carta – una cappella nel bosco – dopo 6,5km veramente duri, 400m di dislivello positivo circa (molto circa, l'altimetro era in difficoltà con tutto quel su e giù). Niente pista ciclabile: troppo bello il sentiero per non ripetere la strada, che al ritorno sarà fatta più di scendi che di sali. Le scarpe tengono benissimo in discesa, ottimo acquisto – sperando abbiano la giusta durata, qualcuno ha scritto che le Montrail tendono a mollare presto. Allungo un po' e alla fine conto 13km abbondanti. Anche qui non precisissimo il GPS; ad un certo punto mi diceva: “Stai correndo a 30k/h”. Io ho provato a vedere se sotto di me c'era una moto, non c'era. Dislivello totale 500 più e meno, più o meno, e 25 rampe almeno (le ho contate, tralasciando quelle di poche decine di metri). Un ringraziamento all'idolo dei trail runner che mi ha dato la forza di correre sempre.
Degnissimo congedo dalle Dolomiti; domani sera si torna in pianura, è andata proprio bene, questa vacanza.

3 commenti:

  1. Bel racconto, bei posti, hai saputo rendere benissimo le sensazioni!ciao!

    RispondiElimina
  2. Guardo il trail da lontano... ma leggendoti pare di correre su quelle rampe; le sensazioni durante e dopo la corsa sono comunque impagabili, di qualsiasi corsa si tratti...
    Buone corse!

    RispondiElimina
  3. @ Ciro - grazie, bloggo proprio per riuscire a trasmettere sensazioni condivisibili.
    @ Agnese - d'accordissimo: ogni corsa regala sensazioni nuove. Bello variare, il trail non è tutto.

    RispondiElimina