lunedì 1 febbraio 2010

Venice Tourist Guided Tour = V.T.G.T:

La domenica inizia, non bene, il sabato, con la notizia che Livia e Alessio non saranno dei nostri l'indomani, messi k.o. dall'influenza in famiglia.
Abbiamo in programma un Trail autogestito, leggi visita guidata a Venezia, organizzata da Veneziani che ci guideranno a passo di corsa in angoli noti ed ignoti della loro città. Tutto nasce dal Forum di Spirito Trail: TA V.T.G.T.
La domenica inizia, non bene, all'alba. Quando arriviamo nella piccola stazione di Verona Porta Vescovo, dieci minuti prima del nostro treno previsto in partenza alle 6.40. Ma non c'è nulla, a quell'ora, né possiamo chiedere qualcosa a qualcuno, visto che il luogo è deserto: solo io e Chiara, aspiranti trailer urbani all'orizzonte. Passa il tempo, qualche messaggio di sconforto con i compagni di strada vicentini e l'unico nostro interlocutore, lo schermo degli orari, recita beffardo e demente “seiequaranta”, ma sono passate da un pezzo. Dopo tre quarti d'ora, emerge dalle brume mattutine un treno, è il nostro (ferma in tutte le stazioni, compresa Venezia Porto Marghera: è la prima volta che mi succede). Gli amici vicentini balzano, bontà loro, su di un altro treno mentre Chiara ed io siamo lì a contare le soste. Ironia della sorte, sto scrivendo questo post su di un treno in pesante ritardo; ma questa volta è meno grave: sto andando al lavoro... :)
Arriviamo a Venezia con quei 45 minuti di ritardo là; con noi arriva anche Fede, cha ha viaggiato da Firenze. Ci aspetta uno dei sapienti (ma alla fine si dimostreranno più epici che sapienti) organizzatori: Cristiano, detto Kapobecero, impossibilitato a correre da una schiena malvagia.
Il gruppo dei trailer urbani è partito, noi siamo stati accompagnati nella palestra spogliatoio ed informati sul modo migliore per intercettare il plotone. Fatto. Abbiamo perso quaranta minuti di giro, più o meno, ma ci accodiamo presti.
E da lì comincia a scriversi il mito di una giornata difficile da descrivere a parole.
Siamo in più di venti, bardati da corsa, e andiamo. Ci sono molti compagni che conosco di persona, altri che conosco virtualmente da blog e forum, altri ancora che conosco oggi. Chiara trova la guida perfetta in Antonella: rimangono con noi per lunghi tratti e qualche volta tagliano un po'. Miticojane è in maschera, scatta e filma instancabile.
Scopro molte cose mai viste. Angoli di città introvabili, per chi non sa dove mettere i piedi. Si corre a ritmo chiacchierata, scambiandosi idee, sensazioni, programmi, esperienze, emozioni. Si chiacchiera, con Alchi compagno di Monte Casto e con Robi54, con Sacco75 e con Rundiamo62, con Rasentin e Geogeo, con l'altro insigne organizzatore Giorgio e con molti altri. Questo conoscersi attraverso soprannomi, talvolta buffi, mi fa ritornar bambino. Ci fermiamo a piazza San Marco, dove è prevista per noi una sosta con guida professionista. Il Venezia Trail è organizzato da dio, con un gruppo che camminando segue Alessia, la guida; con la possibilità di correre una quindicina di km; con il manipolo di trailer che sgambettano per 25 km circa: tutti alla scoperta della città. Alla sosta San Marco ci si incontra assieme. Qui rivedo Mercurio, tenuto fermo da un malanno post Trail del Poggiolo, unito al gruppo dei marciatori. Anche Leocaster è al passo, ma non manca.
E andiamo, scortati dai corridori indigeni, sempre prodighi di spiegazioni ed annotazioni. Il ritmo del Trail autogestito è gran cosa: si va tranquilli, aspettandosi qua e là. Ad ogni bivio insidioso (immaginate quanti ce ne siano a Venezia) c'è sempre chi indica la via. Dai ponti vediamo le montagne, passiamo attraverso campi e calli (anche il più stretto della città), davanti a chiese e palazzi. Svolta a sinistra, una calle invisibile: ci troviamo in uno spiazzo nascosto, a fianco di un cantiere per barche, dove arde un falò ed una tavola imbandita ci aspetta per un ristoro a sorpresa. Non è la prima: alla partenza abbiamo ricevuto addirittura un “pacco trail”, con cibi e bevande! Ticci ci spiega scientificamente perché ai ristori la cosa migliore sia la birra: la sua argomentazione è talmente convincente che la assecondo tre volte.
Ripartiamo, questa volta con un'andatura un po' più allegra, tocchiamo il gran premio della montagna della giornata salendo sul ponte di Rialto, e il giro finisce in vera gloria. Doccia e poi pranzo comunitario in trattoria; qui non è più ristoro, il vinello prende il posto della birretta e va giù che è un piacere. Ancora sorprese: per le signore un ciondolo di vetro in regalo, con incisa sigla e data del primo trail autogestito di Venezia, per tutti una cartolina ricordo.
Ma questo trail meriterà altre riflessioni. Per il momento, basta parole, solo applausi.

7 commenti:

  1. Bella domenica ehh,ci vogliono più spesso, ti ricaricano senza stancarti, spro di rivederti alla sabbia, perchè ancora non sono sicuro, il ginocchio fa le bizze, staremo a vedere, ciao

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  2. bellissima giornata...
    piacere di averti conosciuto di persona, mi raccomando, divertiti a Parigi...io aspetterò con ansia il tuo resoconto sul blog!!!ciao

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  3. Vai a Parigi??
    Che bello, grande città e grande civiltà...

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  4. Cari compagni di Trail Autogestito: è stata davvero un gran giornata.
    @ Daniele Rund e Fede - Parigi è una città stupenda, che Chiara ed io conosciamo abbastanza bene (lei ha lavorato lì per un periodo e anche a me capita di andarci spesso). Là abbiamo anche molti amici. Il Trail de Paris è un gran obiettivo!

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  5. LA VERA CORSA
    è avere una coincidenza di 3 minuti alla stazione di Bologna arrivando al binario 3 e partendo da un binario nel pazziale est con bagaglio e zainetto.
    Mandi

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  6. @ Cris - tu sei uomo da scatti brevi, felino della trequarti, cobra sul rettangolo verde. Noi umili trailer non possiamo che andare "pian e ben" :)

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