Eurolega – Real Madrid/Panathinaikos (80-70)
Mi regalo un buon posto per godermi da vicino lo spettacolo. E bene ho fatto. Non bello il palazzo, Plaza de Toros accomodata alla pallacanestro che rende l'ambiente freddo e poco latino.
Dopo il primo quarto, condotto facilmente dai greci, mi scopro a pensare che sì, il Panathinaikos è macchina perfetta guidata da Spanoulis con singolare perizia. Poi Spanoulis si inceppa (ma perché tirare mai e scaricare sempre?) e la macchina perfetta si dimostra assai più quella bianca Real.
Impressioni. Servono i play che sappiano fare canestro (Prigioni e Llull, che però oggi si chiama “combo-guard”). Il pivottone, pur fortissmimo come Pekovic, davvero è indispensabile per vincere in Europa? Mi arrischio a rispondere di no, e poi sbaglierò il pronostico. Il Real maestro di “spacing”, Lavrinovic e Llull su tutti. Sono sempre più convinto che se mai dovessi fare un viaggio di studio per il basket sceglierei la Lituania prima degli USA (oltre a Lavrinovic oggi ho visto anche Kaukenas: ah, che fondamentali individuali): mi rimane sempre impressa quell'intervista (forse a Marciulionis?) in cui si spiegava che il segreto della tecnica lituana è che fin dal minibasket ti insegnano a giocare senza palla.
Alla fine vince comodo il Real. Tutti contenti, ed io me la sono goduta.
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