martedì 28 giugno 2011

Cesaria Evora & Lura

Questi post musicali sono poco commentati, ma da altre vie mi accorgo che sono letti e memorizzati. C'è chi inserisce una canzone scoperta qui sul suo blog, chi mi chiede consigli per giornate di gala, chi approfondisce incuriosito, chi clicca "mi piace" su Facebook.

Oggi due al prezzo di uno. Due le cantanti, due le generazioni. Meno giovane Cesaria Evora, la "diva a piedi scalzi" di Capoverde (di lei consiglio anche una strepitosa versione di Besame Mucho presente su youtube). Più giovane Lura, portoghese anche lei di origine capoverdiana, indicata da molti come erede di Cesaria... e chissà perché si deve sempre andare alla ricerca di etichette per caratterizzare. Non mi sembrano affatto simili, le due.
Moda bo è tratto da un album di Cesaria Evora "e amici", fatto tutto di duetti.
Oggi più di altre volte il singolo che vi propongo vale come invito, se vi va, ad approfondire la conoscenza.


sabato 25 giugno 2011

Pas un adieu, Morbihan, mais... au revoir!

Oggi alle 15 dovevo essere ben posizionato sotto lo striscione di partenza del Raid Golfe du Morbihan per dare il via all'avventura di 88km bretoni, affacciati sul mare in paesaggi da sogno. Alla fine della festa doveva esserci Chiara ad aspettarmi per condividere la gioia per lo sperato risultato. 
Da almeno un paio di giorni, in realtà, avremmo dovuto essere lassù noi due, e Mateja magari con noi, magari dai nonni.
La coniugazione di tutti questi "dovere" già racconta che non sono affatto in Bretagna. Seduto nella mia già amatissima casa di Rovereto, picchio sui tasti guardando le montagne dalla terrazza. Che non è male affatto.
Perché la rinuncia a Morbihan?
La buona novella è che non dipende da guai fisici, né da mancanza di allenamento (anche se la decisione di non partecipare risale a qualche settimana fa e di conseguenza l'allenamento non è stato completato secondo il sentire dell'obiettivo Morbihan).
Semplicemente, non siamo riusciti ad organizzarci. Proprio quei nonni che avrebbero fatto compagnia a Mateja durante la trasferta sono fuori gioco. Gli impegni di lavoro non mi avrebbero permesso di allungare la corsa così da farla diventare una vacanza e non ci è parso opportuno far subire alla piccola un tour de force perché il padre è abitato dal demone dell'ultracorsa. Certo, potevo andare da solo, ma ammetto che l'idea non mi ha convinto. Avessi avuto un compagno di raid, avrei fatto volentieri la toccata-corsa-fuga. Ma da solo, perché? Corro per divertirmi e questa idea non mi divertiva.
Morbihan non scappa, le mie gambe spero reggano e il 2012 ci attende. E siccome c'è anche una 56, chissà che Chiara...
E nelle prossime settimane cerco di continuare con le non competitive trentine, che certo brevi non sono: à bientôt!

lunedì 20 giugno 2011

Marcia sul Pasubio

Il mio scarso appeal con l'agonismo e con l'obiettivo cronometrico prosegue e si intensifica. Sono sempre più attratto dalle corse non competitive, e l'organizzazione trentina delle domenicali non può che assecondarmi.
Domenica 19 giugno è in programma la Marcia sul Pasubio, il percorso che scelgo per me è quello dei 35 km: la cartina allegata al depliant pubblicitario è assai promettente: un migliaio di metri di dislivello circa, l'approdo ad un rifugio, il passaggio attraverso addirittura sette malghe...
Parto da solo con la cara vecchia Clio e subito mi inerpico sul versante sbagliato della montagna. Dietrofront, chiedo ad una gentilissima coppia di automobilisti di passaggio lumi sulla per me ignota destinazione "Giazzera di Trambileno", punto di partenza della corsa. Si fanno in quattro per me e mi indirizzano sulla giusta via. Conoscendo il mio luminoso senso dell'orientamento, ero partito in anticipo e così non sono arrivato in ritardo. Avevo cercato aiuto nel Navigatore, ma vai tu a sapere che Trambileno ha 17 (!) frazioni.
Ma bando alle introduzioni! Che l'organizzazione sia ottima lo capisco già dallo zelo degli addetti al parcheggio. Iscrizione a 1,50 euro (!) e via alternando corsa e camminata sulla prima salita, asfaltata. 4 km circa e si molla l'asfalto, dopo un tratto di saliscendi su sentiero molto largo, la salita comincia a farsi ripida. Vado di buon passo con l'aiuto dei bastoncini (quanto mi trovo bene, con i Camp componibili) e già mi si presenta l'estrema varietà del percorso: bosco, roccia, prati. Al culmine della salita (siamo oltre i 1900m), passati il Rifugio Lancia e i pratoni delle prime malghe, la sopresa: neve! Le mie scarpe Quechua Dawa Sherpa purtroppo non dimostrano gran tenuta: non ce l'avevano neppure sui tratti fangosi dell'inizio. Pazienza. Scivolo un po', mi appoggio sui bastoncini e vado avanti. Il tratto "Sentiero per escursionisti esperti" è breve e per niente esposto, serve solo zompettare tra roccia e roccia o tra neve e neve. Il percorso è segnato alla perfezione: dove il sentiero è incerto sempre una freccia, dove un bivio potrebbe metter dubbi sempre qualcuno ad indicare, e nastri bianchi e rossi a piè sospinto. Sette in tutto i ristori (1,50 euro la spesa, ricordo), presidiati da volontari gentilissimi spesso affiancati da persone pronte per eventuali necessità di soccorso. 
Comincia la discesa: a parte brevi momenti "tecnici" è tutta molto corribile. Scendo piuttosto arzillo e mi stupisco al vedere i km mancanti: probabile che il totale non sia proprio 35, ma qualcosa in meno. Per me è lo stesso. Ho solo voglia di correre in montagna: non ho con me GPS, né altimetro, né orologio. Free Trailing.  L'ultima malga è uno spettacolo: si vede Rovereto appollaiata là sotto e la vista sulla Vallagarina spazia a tanti gradi. Oggi ho anche portato la macchina fotografica, non l'avessi lasciata nella Clio... niente da fare, io e la fotografia siamo incompatibili. Basta prenderne atto. Qualche km di asfalto e un divertente tratto nel bosco per l'ultimo km mi portano all'arrivo.
Tanta gente ho incontrato in questa marcia: d'altra parte l'offerta è davvero generosa. Percorsi da 7, 10, 20, 25, 30, 35 km. Per tutti i gusti! Molti più gli escursionisti dei corridori, tanti bambini. Bello, bello e ancora bello. E' per giornate così che mi piace correre.
All'arrivo mi aspettano moglie, figlia e amici: è una festa di paese. Mangiamo, beviamo e si torna a casa. Fantastico! E in calendario sono già messe altre FIASP trentine.

sabato 18 giugno 2011

Le notti stellate del Karakorum

L'annuale appuntamento con il TrentoFilmFestival mi ha portato alla solita visita goduriosa alla Tendalibri. Tra quelli che mi sono portato a casa quest'anno c'è "Le notti stellate del Karakorum", di Dusan Jelincic.
Ne è valsa la pena! Qualche aggettivo: profondo, attento, lucido, avventuroso, poetico, tragico. Racconta la storia della spedizione slovena (jugoslava all'epoca,) nel Karakorum, anno 1986, un'estate tragica che ha visto molti incidenti mortali sul K2. Gli alpinisti sloveni mirano ad altre vette: Broad Peak e Gasherbrum II (anche senza permesso...), il loro campo base è vicino a quello di chi è lì per scalare il K2. Loro sono toccati e segnati dalle vicende tragiche, senza però esserne travolti in prima persona. Quello che rischia di più è proprio l'autore che assieme a Mojmir Stangelj viene colto dalla bufera nella discesa dalla vetta del Broad Peak. Ma basta così, quanto alla storia. Perché ne è valsa la pena? Jelincic, sloveno triestino, non è alpinista di professione, ma giornalista: dalla sua capacità di penna il racconto guadagna molto. E guadagna soprattutto dall'interesse a ragionare su quel tipo di alpinismo, dalla lucidità di pensiero, dalla schiettezza. Le relazioni, l'egoismo, la paura, il pericolo, il senso di vuoto... quante cose si trovano tra le pagine! Ecco uno dei libri che mi stanno aiutando a capire cosa c'è dietro le salite estreme, un "dietro" che mi affascina e interessa.
Soddisfatto proprio di questa lettura, mi accosterò presto agli altri libri di Jelincic. "Primo alpinista del Friuli Venezia Giulia a scalare un ottomila", è scritto sulla quarta di copertina. Forse anche per la comunanza di provenienza, ho provato a contattarlo: mi ha risposto subito, molto gentilmente, e con poche parole che ridanno in sintesi e concretezza il senso di questo ottimo libro mi ha scritto: "Nel libro volevo mettere la vita vera".

domenica 12 giugno 2011

Casuarina - Cabelos Brancos

Nella versatilità che contraddistingue i miei gusti musicali, un posto di assoluto rilievo è occupato dal Brasile. E dire Brasile non è dire poco. Samba, bossa nova e tanto altro. La proposta di oggi rimanda ad un gruppo che mi ha ricordato i grandi classici del samba. La canzone che linko è un estratto live. Siccome da youtube è scomparso il video, ho bussato ad altra porta:
Aggiungo una nota personale: questa è la prima canzone della vita fuori-pancia di Mateja. Lei aveva pochissime ore, io ero in ospedale con il mio iPod, portato lì per lei. L'ho presa in braccio e ho fatto partire questo "play". L'ostetrica di turno mi ha guardato con quella che mi è sembrata molta simpatia, mentre Chiara era a farsi medicare e io mi godevo il microscricciolo.

sabato 4 giugno 2011

Monte Ghello

... o Monteghello tutto attaccato, lo trovo scritto in entrambi i modi. 
Alla ricerca di nuovi giri roveretani, quando porto a spasso Mateja con il passeggino comincio a spingere in salita e miro a sentieri da imboccare. Attaccato al Museo della Guerra mi imbatto in un segnale che recita: partenza del Giro del Monteghello, spiegato con cartina (che scoprirò sulle mie gambe essere piuttosto imprecisa).
Prima puntata. Martedì. Dopo il passeggino, parto da solo alle sette di sera. Salita ripida e molto breve, al primo bivio non c'è segnale, sbaglio, chiedo, torno sui miei passi, salgo ancora, chiedo informazioni e, ascoltando il suggerimento visto l'approssimarsi del buio e il necessario ingresso nel boschetto, torno a casa sulla strada già percorsa, perdendola anche. Un'oretta che mi mette addosso la voglia di completare il giro: pare promettente. Non mi convince la cartina: il dislivello (poco) indicato e i km (troppi) non corrispondono alle impressioni.
Seconda puntata. Giovedì. Per sciogliere i miei dubbi, spolvero il GPS e riparto alla luce del giorno. Trovo le giuste indicazioni, arrivo alla cima del monte e il dislivello segna 320D+ in tre km, una bella tirata che sono contento di aver corso sempre a per me ritmo soddisfacente. Comincio a scendere, manca qualche cartello ma comunque mi oriento. Il giro finisce troppo presto: 7km. Sono ingolosito, e parto per la ripetizione. Utile: oltre al fatto che mi diverto un mondo, riesco al terzo tentativo a memorizzare senza problemi il giro. E dalla vetta vedo il tetto di casetta nostra! Alla fine conto una quindicina di km abbondanti (perché c'è anche il riscaldamento e il defaticamento) e 600m, anche quelli abbondanti, di dislivello.
Terza puntata. Sabato. Sono qui con noi Erica&Max, amici di Trieste a godersi il fine settimana lungo. Volontari per portare a spasso Mateja e dunque il Giro del Monteghello lo faccio con Chiara! I 3km di ripida salita sono senza dubbio faticosi, e mogliettina si rammarica di non riuscire a correrli tutti: poco male, cerco di convincerla che è solo questione di tempo e di allenamento. O che non è questione di niente e l'importante è che sia bello. Ma appena la salita scende sotto il 10% di dislivello lei corre eccome. La mattinata è soleggiata, per fortuna: si guasterà solo nel pomeriggio. Arrivati in vetta ci godiamo il panorama, sgambettiamo in discesa. Finiamo il giro con grande gusto, raggiungiamo amici e figlia in parco e festeggiamo con abbondanti libagioni.
Eccolo, il primo giro montano della nuova residenza, un po' di asfalto ma non troppo. Avessi avuto un giro così a Verona, a disposizione a pochi minuti (a piedi da casa), mi sarei entusiasmato. Qui so che è, appunto, il primo ma non sarà certo l'ultimo. Riassumendo: ottimo allenamento che diverrà sempre più abituale... e già ho guardato alle possibili varianti. C'è da divertirsi.

giovedì 2 giugno 2011

Karmin

Post musicale della settimana. Accantono per un po' il rock tedesco (ma tornerà... è la mia minaccia) per segnalarvi una chicca che ho scoperto solo recentemente su youtube. So che molti ne avranno già sentito parlare, tutti però non credo. Karmin - un duo "acustico" (così si autodefiniscono) - che sta guadagnando la celebrità proprio grazie alla rete: cercate su qualsiasi motore di ricerca e troverete la loro storia, senza che ci sia bisogno che io copi ed incolli.
Video fatto in casa, arrangiamento semplice e davvero originale, capacità vocali strepitose et voilà
A voi l'ascolto

Poi per curiosità ho ascoltato l'originale di questa cover: non c'è paragone, vincono i Karmin per distacco. E poi ho cercato altre cose di Amy e Nick (così si chiamano la lei e il lui che danno vita al duo) e ne ho trovate in abbondanza... viva il web.