Mannaggia a me che non penso mai alla macchina fotografica!
Sabato pomeriggio siamo ripartiti da Klagenfurt con sosta parenti prevista prima a Udine e poi a Sagrado (Go), con annesso pernotto.
Domenica mattina solita sveglia di buon'ora suggerita dalla capa di casa. Diverso è che al piano di sopra ci sono i nonni. Chiara ed io siamo così gentili da lasciar loro godersi la piccola e partiamo all'imbocco del sentiero carsolino di fiducia. Ho in mente di provare un raccordo nuovo per il TA del prossimo novembre: non si finisce mai di scoprire. Fatto il raccordo, percorreremo buona parte del TA con qualche variazione su tema. Questo il progetto. Siamo molto leggeri: io ho una borraccia per entrambi e basta. La giornata è splendida: calda ma non troppo, brezza, luce stupenda che riflette sul non abituale verde carsico. Tiro un po' il collo a mogliettina (che tende a sottovalutarsi) non certo per il ritmo, ma per il percorso mai piatto e molto trail. Il "nuovo" raccordo è davvero molto bello: arriviamo con calma dopo un'oretta di salita continua alla fontana con acqua fresca e poesia di Ungaretti incisa. Da lì saliamo in vetta al San Michele con meritata pausa panoramica (e senza macchina fotografica, ribadisco!): la veduta è assai limpida, il Golfo di Trieste si apre sotto di noi in tutta la sua estensione. Grado sembra un'isola lontana. Che bello! Giriamo intorno al San Michele percorrendo vie di tristi memorie belliche. Poi in discesa attraverso il Bosco Cappuccio: sentiero disseminato dei tipici 'baloti' (leggesi sassi di media dimensione non adattissimi all'equilibrio). Attraversiamo questo piccolo bosco molto suggestivo e arriviamo, dopo brevissima parentesi asfaltata, a guardare dall'alto lo scorrere dell'Isonzo. Ultima discesa e rieccoci a casa dopo due ore e venti di goduria carsica.
I pezzi del prossimo TA del Carso Isontino sono lì sul tavolo: quando torno da quelle parti li unisco e vedo il risultato. E Chiara con me, ci mancherebbe!
Quello che mi spiace è che queste uscite non sono mai sicure fino al momento dell'imbocco del sentiero. I nostri rientri nella Venezia Giulia sono ridotti e brevi, segnati da appuntamenti e visite (quasi sempre parenti) che non ci permettono di organizzarci in modo tale da coinvolgere qualche compagno di strada nelle nostre esplorazioni.
Quello che mi piace è che in questo modo ogni corsa trova ad arricchirla il fascino della sorpresa e della gioia di condividere, Chiara ed io, questi posti così belli.