venerdì 23 luglio 2010

Freddo nell'anima

Mi sono fatto una domanda: si può consigliare un libro di Joe Lansdale, e si può, in particolare, consigliare un libro così duro come “Freddo nell'anima”?
Diciamo di sì, e mettiamo a punto i dettagli.
È uno scrittore bravo, ma bravo davvero, capace di raccontare storie con un linguaggio scorrevole ma ricco, chiaro e fantasioso. Indaga l'animo umano, e per farlo non si ferma davanti a nulla: figure mostruose, crudeli, sanguinolente, perfide, immorali, inaccettabili, volgari, volgarissime. E dietro a queste figure si nasconde un linguaggio che sa essere tutti questi aggettivi e molti altri ancora.
Qualcuno potrebbe offendersi, potrebbe non accettare che la vita si racconti anche così.
Io non mi offendo, ma se voglio farmi capire – e lo voglio – devo raccontare, un poco almeno, questo libro.
Bill vive di nulla cercando di far fruttare in qualche modo maldestro i beni della madre che ormai fu della quale non ha mai denunciato la morte.
Bill non ci riesce e prova con una rapina.
Bill vede le cose andare come non si aspettava andassero, e si ritrova rifugiato in un microcosmo fatto dal circo degli esseri mostruosi: gemelli siamesi, uomo-cane, macrocefali... Lansdale li chiama mostri.
Bill in questo circo scopre un sacco di cose, un paio di sentimenti fondamentali e conosce persone molto meno mostri di quanto potesse pensare. O molto più mostri.
E la vita procede, tra bassezze e tradimenti fino alla fine della storia. Che ha una fine da non raccontare, perché se la sapessi raccontare come lui, adesso magari sarei Lansdale.
Va bene, si può, si può consigliare.
Ma se questo non vi ispira, non lasciate in un angolo un autore così.
Provate “Tramonto e polvere”.
Provate “La morte ci sfida”.

2 commenti:

  1. Spesso troviamo squarci di vita - più o meno accettabili - dove meno ce l'aspettiamo...

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  2. E' proprio quello il senso di un autore simile

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