Gambe legnose, schiena scricchiolante ed entusiasmo alle stelle: questo in sintesi il mio stato al risveglio post AW.
Molte cose ho voglia di raccontare, dividerò quindi questo post in più puntate, raccogliendo il tempo quando c'è e le idee quando affiorano. Tra queste "molte cose" la prima è sicuramente l'esperienza Twin con l'amicone Alessio: non avevo dubbi sulla bontà della coppia di fatto, ma alla prova dell'Appennino la sintonia si è rivelata più migliore assai di ogni possibile previsione. E poi: la differenza tra chi corre tutto in una volta, chi in due tappe, chi (come noi) a metà; l'incontro con tanti compagni di strada, già conosciuti o di nuova conoscenza; paesaggi e accoglienza; organizzazione e volontari; addirittura prestazione atletica, che in fondo c'è anche quella. E molto altro ancora. Cominciamo dalla strada.
Prima tappa, sabato 1 maggio. Pontremoli/Borgotaro (Alessio) - Borgotaro/Bardi (Caio).
Abbiamo deciso all'ultimo momento di invertire l'ordine delle nostre corse. Ha iniziato Alessio, ho finito io. C'era, nella prima frazione, un tratto esposto che mi preoccupava un po' a causa del mio punto debole vertigini (l'altro sono le discese tecniche). E poi, dall'altimetria, sembrava questa una divisione più adeguata al nostro momento attuale di allenamento. La scelta è risultata, alla prova dei fatti appenninici, molto azzeccata. Parto da Borgotaro intorno alle 10.30, do il cambio ad Alessio che ha fatto bene la sua parte di strada. Fin dall'inizio il percorso si dimostra molto duro ed io lo affronto con il dovuto rispetto, forte anche dei consigli di chi conosce i luoghi e mi dice "Con calma la prima salita". Ma non è solo la prima, per quanto tosta: ce ne sono tante, continue, molto (ma molto) ripide, discese per fortuna non troppo tecniche. Tratti corribili pochi: l'importante è prendere quello che la strada ti concede, siano anche solo poche decine di metri. Non l'ho capito subito, ma l'esperienza mi è servita molto per il giorno dopo. Sono stato parecchio in compagnia (ma il post sulle persone, che merita un tempo diverso da quello sgranocchiato ad una pausa pranzo sarà il prossimo) e un po' anche da solo, apprezzando entrambe le varianti. Ho gestito bene le mie gambe, stando attento a non forzare in discesa e regalandomi qualche pausa fotografia e qualche altra chiacchierata. Il tempo ha aiutato: non troppo caldo, né freddo (Alessio invece, partendo alla mattina presto ha trovato da battere i denti). C'è un tratto che chiamano muro di Brè: che roba, difficile da fare camminando, mi appoggio molto sui bastoni e vado. Terribile infine l'ultima salita verso il castello di Bardi: lo vedi lassù, sembra ad un passo, ma quel passo è un'ascesa verticale nella quale non riesco più neanche a spingere sui bastoni. Ma come ogni cosa, anche la salita finisce e con lei la prima tappa, in 5h e 17 minuti circa.
Seconda tappa, domenica 2 maggio. Bardi/Farini (Alessio) - Farini/Bobbio (Caio).
Rimane uguale al giorno prima la divisione delle frazioni. Causa un temporale notturno e i problemi di visibilità, molto saggiamente gli organizzatori hanno deciso di cambiare il percorso della prima tappa, togliendo un tratto piuttosto tecnico a leggere il Roadbook e sostituendolo con l'asfalto. Questo ha reso più veloce la prima frazione, tanto che Alessio mi sorprende arrivando al cambio ben prima del previsto. Ma non credo sia solo il cambio percorso, in realtà nonostante il deficit di allenamento il mio Twin è in palla e corre davvero bene. Tocca a me. Oggi fa più freddo (ho aggiunto i manicotti all'abbigliamento di giornata) e si sale fino 1200m. Non ci saranno i saliscendi mozzafiato di ieri ma una salita lunga (12 km circa), una breve e le rispettive discese. Pianura poca, ci mancherebbe. Primi 2 km per rompere il fiato e poi via, mi sento bene anche più del previsto. Prendo i tratti corribili come posso e provo ad andare, tenendo un passo (per me) lesto anche sui tratti di salita meno pendenti. La salitona iniziale finisce senza grossi problemi e con poca pioggia: oggi sono praticamente sempre solo. Ristoro in cima al passo, mangio un minestrone caldo e riparto. Comincia la serie delle discese e qui conosco bene i miei limiti: non ho buona tecnica e questo incide sui quadricipiti, quindi mi risparmio e vado al mio passo lento. Là dove spiana o risale riesco sempre a reingranare la marcia da corsa e sono capace di godermi il paesaggio, anche se oggi non ho preso la macchina fotografica, viste le nuvole. Come a Bardi, anche qui il tratto finale è difficile, ma al contrario: una discesa molto stretta, tecnica, dal fondo instabile. Rallento e all'ultimo metro di discesa (evidente calo di concentrazione) scivolo, unica volta in due giornate, sul fango, picchio il malleolo e da lì si indurisce il polpaccio. Impreco e così mi sfogo. Rimango un attimo disteso e mi riprendo subito, grazie anche ai bastoni. Riprendo a correre ed è tutto ok: si vede il borgo di Bobbio, attraverso il ponte, entro in paese, piazza, viale dell'arrivo. E corro. Vedere il traguardo mi entusiasma, ci sono molte persone a salutare noi che arriviamo. Sono felice, mi agito un po'... mi è venuta un'irrefrenabile voglia di esultare. E allora perché frenarla? E' andata, un'ora precisa meno di ieri. Passo l'arrivo, prendo l'abbraccio del mio gemello e prendo una medaglia. Così sono andati 60 km e più e un dislivello, per la mia parte, che dovrebbe essere tra i 2500 e i 3000. Assieme contiamo 125 km e 5500 di dislivello.
A rileggerci presto.
Molte cose ho voglia di raccontare, dividerò quindi questo post in più puntate, raccogliendo il tempo quando c'è e le idee quando affiorano. Tra queste "molte cose" la prima è sicuramente l'esperienza Twin con l'amicone Alessio: non avevo dubbi sulla bontà della coppia di fatto, ma alla prova dell'Appennino la sintonia si è rivelata più migliore assai di ogni possibile previsione. E poi: la differenza tra chi corre tutto in una volta, chi in due tappe, chi (come noi) a metà; l'incontro con tanti compagni di strada, già conosciuti o di nuova conoscenza; paesaggi e accoglienza; organizzazione e volontari; addirittura prestazione atletica, che in fondo c'è anche quella. E molto altro ancora. Cominciamo dalla strada.
Prima tappa, sabato 1 maggio. Pontremoli/Borgotaro (Alessio) - Borgotaro/Bardi (Caio).
Abbiamo deciso all'ultimo momento di invertire l'ordine delle nostre corse. Ha iniziato Alessio, ho finito io. C'era, nella prima frazione, un tratto esposto che mi preoccupava un po' a causa del mio punto debole vertigini (l'altro sono le discese tecniche). E poi, dall'altimetria, sembrava questa una divisione più adeguata al nostro momento attuale di allenamento. La scelta è risultata, alla prova dei fatti appenninici, molto azzeccata. Parto da Borgotaro intorno alle 10.30, do il cambio ad Alessio che ha fatto bene la sua parte di strada. Fin dall'inizio il percorso si dimostra molto duro ed io lo affronto con il dovuto rispetto, forte anche dei consigli di chi conosce i luoghi e mi dice "Con calma la prima salita". Ma non è solo la prima, per quanto tosta: ce ne sono tante, continue, molto (ma molto) ripide, discese per fortuna non troppo tecniche. Tratti corribili pochi: l'importante è prendere quello che la strada ti concede, siano anche solo poche decine di metri. Non l'ho capito subito, ma l'esperienza mi è servita molto per il giorno dopo. Sono stato parecchio in compagnia (ma il post sulle persone, che merita un tempo diverso da quello sgranocchiato ad una pausa pranzo sarà il prossimo) e un po' anche da solo, apprezzando entrambe le varianti. Ho gestito bene le mie gambe, stando attento a non forzare in discesa e regalandomi qualche pausa fotografia e qualche altra chiacchierata. Il tempo ha aiutato: non troppo caldo, né freddo (Alessio invece, partendo alla mattina presto ha trovato da battere i denti). C'è un tratto che chiamano muro di Brè: che roba, difficile da fare camminando, mi appoggio molto sui bastoni e vado. Terribile infine l'ultima salita verso il castello di Bardi: lo vedi lassù, sembra ad un passo, ma quel passo è un'ascesa verticale nella quale non riesco più neanche a spingere sui bastoni. Ma come ogni cosa, anche la salita finisce e con lei la prima tappa, in 5h e 17 minuti circa.
Seconda tappa, domenica 2 maggio. Bardi/Farini (Alessio) - Farini/Bobbio (Caio).
Rimane uguale al giorno prima la divisione delle frazioni. Causa un temporale notturno e i problemi di visibilità, molto saggiamente gli organizzatori hanno deciso di cambiare il percorso della prima tappa, togliendo un tratto piuttosto tecnico a leggere il Roadbook e sostituendolo con l'asfalto. Questo ha reso più veloce la prima frazione, tanto che Alessio mi sorprende arrivando al cambio ben prima del previsto. Ma non credo sia solo il cambio percorso, in realtà nonostante il deficit di allenamento il mio Twin è in palla e corre davvero bene. Tocca a me. Oggi fa più freddo (ho aggiunto i manicotti all'abbigliamento di giornata) e si sale fino 1200m. Non ci saranno i saliscendi mozzafiato di ieri ma una salita lunga (12 km circa), una breve e le rispettive discese. Pianura poca, ci mancherebbe. Primi 2 km per rompere il fiato e poi via, mi sento bene anche più del previsto. Prendo i tratti corribili come posso e provo ad andare, tenendo un passo (per me) lesto anche sui tratti di salita meno pendenti. La salitona iniziale finisce senza grossi problemi e con poca pioggia: oggi sono praticamente sempre solo. Ristoro in cima al passo, mangio un minestrone caldo e riparto. Comincia la serie delle discese e qui conosco bene i miei limiti: non ho buona tecnica e questo incide sui quadricipiti, quindi mi risparmio e vado al mio passo lento. Là dove spiana o risale riesco sempre a reingranare la marcia da corsa e sono capace di godermi il paesaggio, anche se oggi non ho preso la macchina fotografica, viste le nuvole. Come a Bardi, anche qui il tratto finale è difficile, ma al contrario: una discesa molto stretta, tecnica, dal fondo instabile. Rallento e all'ultimo metro di discesa (evidente calo di concentrazione) scivolo, unica volta in due giornate, sul fango, picchio il malleolo e da lì si indurisce il polpaccio. Impreco e così mi sfogo. Rimango un attimo disteso e mi riprendo subito, grazie anche ai bastoni. Riprendo a correre ed è tutto ok: si vede il borgo di Bobbio, attraverso il ponte, entro in paese, piazza, viale dell'arrivo. E corro. Vedere il traguardo mi entusiasma, ci sono molte persone a salutare noi che arriviamo. Sono felice, mi agito un po'... mi è venuta un'irrefrenabile voglia di esultare. E allora perché frenarla? E' andata, un'ora precisa meno di ieri. Passo l'arrivo, prendo l'abbraccio del mio gemello e prendo una medaglia. Così sono andati 60 km e più e un dislivello, per la mia parte, che dovrebbe essere tra i 2500 e i 3000. Assieme contiamo 125 km e 5500 di dislivello.
Complimenti a entrambi, mi immagino le emozioni che avete provato, poi leggendo i commenti su ST, il prox anno non devo perderla, ciao
RispondiEliminaemozionante e tremendo allo stesso tempo......
RispondiElimina@ MJ è pane per i tuoi denti, devi metterla in calendario (e conoscendoti starai già pensando alla tappa doppia)
RispondiElimina@ yogi. Forse tremendo per chi si è fatto tutto in unica tappa, ma per noi soprattutto emozionante
Grande Caio prova memorabile da incorniciare.Complimenti ad entrambi
RispondiEliminaè stata davvero una GRANDE ed EMOZIONANTE esperienza!!!
RispondiEliminaComplimenti anche a voi! BRAVI
Complimenti, deve essere stata una bellissima esperienza. Ho diversi amici che l'hanno corsa e ne sono rimasti tutti entusiasti. Un pensierino x l'anno prossimo vorrei farlo anch'io!
RispondiElimina@ Tutti - Grazie per i complimenti, fanno piacere. Di sciuro li leggerà anche Alessio, che segue il blog.
RispondiElimina@ Barbarella - Aspetto il tuo resconto e quello della tua "socia"... brave!
@ KayakRunner - Ne vale la pena, pensaci seriamente :)
Hai ragione stavo proprio pensando alla doppia, ma mai dire mai, dipende sempre dagli acciacchi,
RispondiEliminama non sarebbe male nemmeno in coppia, magari mista
Caio, a presto!
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