Finisce in gloria la settimana parigina. Venerdì è il giorno più significativo per il mio lavoro in Francia. Un piacevole e fruttuoso colloquio ed una conferenza (ascoltata) all'École des hautes études en sciences sociales, che per noi storici ha il fascino dell'Ultra Trail du Mont Blanc per noi trailer. Un saluto poi agli impareggiabili amici ospitanti ed è ora di andare a Paris-Bercy per prendere il treno che mi porterà a Verona. Contrariamente a quanto accaduto all'andata, quando fummo travolti da una marea vociante di sguaiati studenti italici, la scolaresca che occupa il mio vagone è assai educata e la notte promette bene. Non mi curo della strada, tanto è il treno a doverla fare, e dormicchio come si può dormire nella mescolanza della cuccetta. Ho come la sensazione però che il treno non si muova, e infatti non si muove: stiamo fermi tre ore per motivi ignoti (e nessuno mai si preoccuperà di renderli noti) appena passata la frontiera italiana - Benvenuti! Poi stop ancora un'oretta a Milano. Sto prendendo questi appunti dopo aver passato Brescia, mentre con un ritardo epico vengo trainato lemme lemme verso casa. Sono ben convinto che ci sia un complotto ai massimi livelli per costringermi a lasciare il Bel Paese. Ma domani si vota, e tutto cambierà! Vero?
non credo, ma dipenderà molto da chi vincerà.... :)
RispondiEliminaOrmai sono alla disperazione politica autoironica ;)
RispondiEliminadipende sempre da chi vota!
RispondiEliminaGià... e mi pare che non sia cambiato proprio moltissimo. O forse non so fare i calcoli
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