domenica 14 marzo 2010

Settimana biforcuta

Nel linguaggio, noto a molti, di Tex Willer la lingua biforcuta era quella di chi mentiva: le parole dicevano una cosa, fatti e pensieri un'altra. Non c'entra nulla con quel che voglio raccontare, ma l'immagine mi piace.
La settimana lavorativa è stata pessima. Non capiamo bene quel che sta succedendo, noi ricercatori precari, né possiamo prevedere quel che sarà. I timori però che i nostri contratti non saranno rinnovati sono talmente vivi che, almeno a me, si presentano mascherati anche di notte durante il sonno. Siamo sballottati: cosa dobbiamo fare? Prima questo, poi quello, poi quell'altro. E la nostra ricerca? Sospendetela, riprendetela, modificatela, tenetela com'è. Ce ne sarebbe abbastanza per uscirne se non pazzi, quantomeno spaesati.
Ma c'è altro.
La settimana domestica e del tempo libero è stata davvero bella. Sono stato molto tempo con Chiara, abbiamo fatto cose per la nostra casa e il nostro futuro. Abbiamo goduto della compagnia di buoni amici. Ho diversificato molto il mio allenamento (oramai il benessere fisico è talmente collegato al benessere tutto, che non riesco a fare a meno dei miei tempi di attività). Ho pedalato, ho corso piano piano con Chiara e la sua pancia (che comincia a farsi parecchio vedere), ho corso un po' più veloce da solo, ho passeggiato zaino in spalla sulle colline ancora assieme a Chiara. E dopo la passeggiata, fatta stamattina, un bel mangiare a bocconcini nella nostra osteria preferita.

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