Già il momento della partenza dimostra tutto il "trail" che oggi ci
aspetta: pioggia tutta la notte e pioggerellina anche ora, ma non ci
sono tendoni sotto i quali cambiarsi. Tutto avviene "en plain air".
Ultime preparazioni, il tempo corre veloce e l'ora di partenza arriva
presto. Siamo in ordine: Alessio ed io ci accodiamo in fondo alla
fila, vista reggia di Versailles e siamo pronti. Atmosfera festante,
lo speaker ci avvisa che per questa 50 km siamo più di milleduecento.
Sono dunque inevitabili gli imbottigliamenti. Via dai giardini di
Versailles, si entra in parco e ci aspetta il bosco. Il tempo è
sorprendentemente clemente: le previsioni catastrofiche non vengono
rispettate e fa perfino caldo. Siamo ben equipaggiati e si va, spesso
in fila. Il primo dei due rifornimenti è previsto a metà gara. Dopo
poco più di mezz'ora sfilo i bastoncini dallo zaino e comincio a
spingere anche con le braccia, lo farò fino alla fine. Ci chiedevamo
come si facesse a trovare mille metri di dislivello nei dintorni di
Parigi: si trovano eccome! Il percorso è un continuo saliscendi, in
panorami che rimandano alla montagna, per lo più brevi e ripidi. Il
ritmo è dato più dai restringimenti che dalle scelte personali: al
passo in salita, al piccolo trotto in discesa. L'atmosfera è davvero
bella: ad ogni attraversamento urbano c'è qualcuno che ti incita,
spesso scandendo il tuo nome che legge sul pettorale (Allez, Claudiò,
bon courage). Tra un parco e l'altro, tutti i volontari sono
gentilissimi: sempre una parola di incoraggiamento, sono molto chiari
nelle indicazioni. Arriviamo così, Alessio ed io sempre uniti nel
ritmo, al rifornimento dei 25km. L'offerta è molto ricca, io bevo the
caldo e mangio un brodo salato che mi dà immediato conforto. Riempiamo
i camel, ci si stiracchia un poco e dopo venti minuti di pausa si
parte per la seconda metà dell'avventura.
Continua il saliscendi e alla fine di una ripida discesa, Alessio è
avanti di qualche metro, sento improvvisamente indurirsi la coscia
sinistra. Mi fermo un attimo a sciogliere, evito movimenti inconsulti,
cammino un poco e riprendo a correre a ritmo più blando. La reazione
istintiva è: bene, se arrivano i crampi li gestirò. Alessio si
accorge di non avermi più alle spalle e si mette a camminare in
attesa. Lo raggiungo e lui subito decide di proseguire assieme, al mio
ritmo. Andiamo tranquilli, in salita al passo come anche nelle discese
più ripide. Sul piano riesco a correre abbastanza bene, se le gambe
cederanno vedremo. Se. E non cedono. Arriviamo così al secondo e
ultimo ristoro, dopo aver attraversato quasi per intero lo stupendo
parco Saint-Cloud. E il ristoro è piazzato su di un cucuzzolo che è
proprio un Belvedere. Sotto di noi ecco, in tutto il suo splendore, la
divina Paris con le sue torri, architetture antiche e modernissime, la
Senna. Uscire da un parco simile per godere di una vista del genere ti
scioglie ogni muscolo. La seconda sosta è più breve, purtroppo manca
la pastina in brodo. Il vantaggio di correre in due è impagabile:
chiacchieriamo molto e di varie cose (il fiato è davvero ok), così
pensieri e timori di crampi stanno lontani. Dopo la ripartenza mancano
ancora una decina di km, quasi tutti sul lungosenna. Bevo molto e
mangio del grana, andiamo avanti, io molto per forza di inerzia,
appoggiandomi molto ai bastoncini. Siamo preparati psicologicamente:
sappiamo che la torre si vede ma non si raggiunge, che ci sono ponti e
gradini. E poi sempre, dall'inizio alla fine, c'è sempre qualcuno che
corre vicino a noi. In città il sostegno dei volontari è, se
possibile, ancora più caldo. Siamo alla fine, uno di loro ci incita
dicendo "È terminata, avete fatto una gran cosa". Ci penso un attimo e
mi dico che ha ragione. La Tour Eiffel ora è proprio vicina e sotto
l'arco di arrivo si sbracciano entusiaste le mogliettine... Anche loro
oggi hanno dato, correndo i 18 km della Twin Santé. Eccoci, sono
passate sei ore e venti dal via. È andata, che soddisfazione e grazie
ad Alessio che ha fatto compagnia a me ed alle mie cosce lattiche.