Ancora qualche brandello di Olimpiade televisiva e poi sarà tutto live.
Questo fine settimana da telespettatore ha lasciato molta perplessità. Capisco che la Rai non si sia potuta aggiudicare l'asta olimpica, a fronte della concorrenza di Sky. Anzi. Non capisco. Parliamo di due pay-tv, una delle quali spende cifre oscene per cose come Sanremo, l'Isola dei Famosi e robaccia simile. Ma facciamo finta di capire. E chiediamoci perché durante gli innumerevoli TG2 i collegamenti scompaiano: sabato a ora di pranzo, su Raisport 1 campeggiava l'avviso "Gare Olimpiche" mentre andavano dei servizi sui Mondiali di Calcio del 1962. Domenica, sempre con lo stesso avviso, era la volta del Giro d'Italia 1983. Rifacciamo finta di capire, ma queste cose qui puzzano tremendamente di presa per i fondelli.
Poi mi chiedo come mai le Olimpiadi Rai siano seguite da giornalisti ed ex-atleti competenti, mentre per gli Europei appena finiti abbiamo goduto di commentatori o che di calcio non capiscono una mazza o che di lingua italiana non capiscono una suddetta mazza. Che il calcio sia il posto dove collocare amici, amichetti, cugini, portaborse, mazzettari e benpensanti? Che sia?
Lunga vita agli sport tremendamente minori, riconosciuti a cadenza quadriennale. E veniamo alla fine. A quella fine che racconta di italiani brava gente che primeggia nelle armi da duello storico: lame e frecce, pistole e fucili. Qui si vince, siore e siori, richiamando una tradizione millenaria di campanili litigiosi. Vedete che la storia serve a spiegare le cose?
Siamo gente del Rinascimento.