Come era prevedibile, se non addirittura ovvio, la traversata carsica di metà maggio è saltata. Il rientro nella Venezia Giulia per la comunione del nipotino è stato impedito dall'ennesima infiammazione da asilo nido raccolta da Mateja con sagacia da collezionista. Niente di che, sia chiaro. Questa volta siamo stati più prudenti di altre e sembra abbiamo fatto bene, vista la - tocca ferro tocca ferro e grattatina - guarigione.
Tra infiammazioni, lavoro e complicanze della quotidianità questa settimana ho corso poco, il mio esercizio fisico è stato comunque riccamente virtualizzato, grazie alla lettura del libro "Ultramarathon Man" di Dean Karnazes (a seguire il commento...) e da scappatelle su Vimeo e Youtube finalizzate ad occhieggiare filmati made in USA. Il tema è lo stesso del libro, ci mancherebbe.
Non svelo nulla a me stesso raccontando che il sogno mio di corsa è partecipare ad una corsa lunga ma davvero lunga di là dall'Oceano. Non tanto per esterofilia di stampo yankee (tanto più che i miei sogni si fissano al Canada), quanto perché quel che si corre di là è tendenzialmente meno tecnico, montagnoso, discesistico di quel che si corre di qua. Sentieri larghi, picchiate non troppo difficili e dislivelli contenuti, questo mi acchiappa. E mi acchiappa la vacanza connessa, ci mancherebbe! Tanto più che i lavori nostri si stanno via via internazionalizzando...
Allora, nel riprendere l'allenamento dopo qualche giorno di nulla ho impostato il nuovo Garmin sulle miglia anziché sui chilometri e ho iniziato ad andare sulla ciclabile, verso nord. Obiettivo 10 miglia. Ho anche fatto attenzione alle note che mi segno sull'agenda, utili davvero, specialmente se si leggono. Così avevo da bere e da riempire la borraccia in corsa. Così avevo una barretta forse più per coccolarmi che per nutrirmi. Ho controllato il ritmo cercando di andare piano ma non troppo. L'impostazione miglia mi ha aiutato: i segnali chilometrici perdono di significato, non sono per nulla legato al tempo, non ho punti di riferimento. Ho corso davvero bene, completando il 10% di un sogno.
Mancano solo 90 miglia ed è fatta.
davvero lo spirito giusto!
RispondiEliminaPenso sarà incredibile :-D
Bell'idea quella di cambiare i km in miglia, ogni tanto è venuta anche a me la tentazione, giusto per vedere l'effetto che fa :)
RispondiElimina@ Patty - io spero che sia. Perché se sarà, non potrà che essere incredibile.
RispondiElimina@ Drugo - ottimo effetto, cambiare prospettiva aiuta la mente
due sabati fa sono stata alla presentazione di questo libro: http://www.spiritotrail.it/component/content/article/1-ultime/160-il-ragazzo-che-cavalcava-il-vento.html
RispondiEliminal'autore ci ha narrato per più di un'ora di una 100 miglia (http://www.ws100.com/), alla quale ha partecipato nel 2009, che si corre nei Canyon della California e dei loro matti protagonisti...
...sembra davvero sia la terra dei sogni!
@ Emiliano - certo, c'è dietro un sacco di idee, a partire dal portaborraccia a mano (prova a vedere un video di qualche 100mi...)
RispondiElimina@ Vale - ecco, quello è un sogno fatto realtà Conosco l'autore, Leo Soresi, e con lui ho pure parlato del libro, che ho letto. Anche lui mi ha aiutato ad avanzare sulla strada della folle idea nella terra dei sogni :-)
che gara farai di 100 miglia''?????????????
RispondiElimina@ Lello - ancora non lo so, non so neppure se ce la farò. Diciamo che con questo post ho dato il via all'idea. Ma serviranno tante miglia di allenamento e alcune prove. Se mi renderò conto di avere uno spiraglio, allora mi butto. Dove e come, dipende da eventuali vacanze o impegni di lavoro da appiccicare alla gita oltreoceano.
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