Era da tempo che occhieggiavo un possibile prolungamento al mio abituale giro trail roveretano.
Il giro dello Zater, così è indicato sulle carte lo avevo già accostato, sapendo quel giorno di non avere a disposizione il tempo necessario a finirlo. Ma era stata un'esperienza molto emozionante, che ancora non ho raccontato. Stavo salendo su di un sentiero ripido e sassoso, alternando corsa e passo, quando al girare una curva cieca, chi ti vedo? Un capriolo che mangia tranquillo, mi osserva e non dimostra alcuna paura. Allora mi fermo e lo guardo anch'io, stiamo così qualche minuto, lui che mangia e io che guardo. Sembrava davvero vecchiotto, l'impavido capriolo. Non mi andava di disturbare il suo pasto, così mi sono girato e sono tornato indietro.
Qualche giorno fa è arrivato il tempo di provare a completare il nuovo giro, prolungando il Monteghello.
Parto come posso dire di fare ormai abitualmente senza carichi. L'unica cosa che porto sempre con me è la borraccia a mano: dentro chiavi di casa e un telefonino per ogni evenienza, dato che corro da solo. Bella sensazione quella di non avere niente legato alla cintura: peccato per la macchina fotografica, la porterò nei percorsi troppo lunghi per essere affrontati senza zaino.
Prima parte della corsa per salire a Zaffoni, tratto conosciutissimo. Da qui salgo correndo verso la prima cima della giornata: Marespitz. Un traliccio enorme la rovina alquanto, la vista è su Rovereto in basso, su vette più alte tutto intorno. Via verso la seconda vetta, Zater. Qui tocca alternare perché i tratti più ripidi non consentono, a me, di correre. Passo il punto del capriolo (qualcuno c'era pure in questa occasione, ma è scappato prima di farsi vedere) e mi godo un sentiero nel bosco davvero bello. E pensare che sono partito da casa senza dover fare alcuna marcia di avvicinamento! La cima dello Zater la perdo, ma ho capito dove devo andare per ritrovarla la prossima volta. Breve tratto ondulato e poi una bella discesa utilissima per migliorare la tecnica. Sarà rifatta. Eccomi di nuovo a Zaffoni dopo un'oretta di giro con solo un errore di sentiero, per di più riconosciuto molto presto. Tutta colpa mia: era segnato benissimo.
Le gambe girano che è un piacere. Punto allora al Monteghello e arrivo alla croce di vetta tenendo un ritmo, in salita, che non credevo di poter mai tenere. Ovvio, è questione di pochi minuti, ma fanno bene al morale.
Scorrono via gli ultimi km e arrivo a casa dopo un paio ore scarse di ottimo trail. Mi rinfresco alla amata fontana che sta ai piedi della discesa e sono pronto alla giornata di lavoro.
Il bello della corsa è anche riuscire a vedere i posti che un'escursione al passo ti consentirebbe di apprezzare solo avendo molto più tempo a disposizione.
Ti invidio! Io al massimo in questo periodo alle 5 del mattino incontro delle pantegane!
RispondiEliminaCiao.
E pensa che da queste parti vedo anche orme di dinosauri :-))
RispondiEliminaE' un po che non passo,c'è ancora il dinosauro arrivando da Verona?
RispondiEliminaCiao.
son passato dalle "tue" ruine dantestche proprio settimana scorsa per salire a Brentonico e Polsa. Dall'alto ho ammirato la piana di Rovereto in tutto il suo splendore
RispondiElimina@ Emiliano - confesso la mia ignoranza!
RispondiElimina@ Ciccò - mi consigliano in molti di salire sull'Altissimo di corsa, prima o poi lo faccio!
Trasmetti belle sensazioni. Pace e contatto con la natura. Che cosa si puo' volere di piu'?
RispondiEliminaGrazie Drugo, mi tengo stretto il complimento e, in effetti, non chiedo di più
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