giovedì 11 agosto 2011

Kilian Jornet - Correr o Morir

Chi di voi legge ma non corre non è detto sappia chi è Kilian Jornet, posso immaginare. Non fermatevi alla mia prossima riga, lasciatevi incuriosire e cercate sul web. Rubo una frase letta non ricordo dove: Kilian è come se Bolt vincesse i cento metri e la maratona alle Olimpiadi di Londra, dopo aver vinto anche un oro nello sci da fondo in quelle invernali, aggiungerei.

Lo ammetto. Voltata virtualmente l'ultima pagina (l'ho letto sul E-reader), mi aspettavo alla fine dei ringraziamenti il consueto omaggio all'amico giornalista che ci ha messo del suo. Nulla di tutto ciò. O meglio: una cosa così me l'aspettavo quando ho iniziato, poi con lo scorrere delle righe pensavo: ma può una voce che non sia quella di chi scrive dire con tanta ricchezza cose che non ha vissuto in prima persona? E mi veniva in mente Reinhold Messner, capace di raccontare tutto quanto c'è di umano e profondo dietro ogni scalata. E ora mi verrà in mente Kilian Jornet, capace di raccontare tutto quanto c'è di umano e profondo dietro ogni (spesso ultra) corsa in montagna.
Come Messner nelle sue scalate, nelle sue corse Kilian vede delle opere d'arte. Sono pienamente convinto che abbiano ragione, ma adesso basta paragoni, perché Kilian è Kilian.
Andiamo poi oltre alle imprese sportive, perché qui c'è da celebrare lo scrittore, prima ancora dell'atleta. Nel libro non ci sono tabelle, allenamenti segreti, beveroni o pozioni utili a raggiungere l'Olimpo del trail. Ci sono invece pensieri, immagini, sensazioni, esperienze. Racconti concentrati soprattutto sul 2010, fatto di tante vittorie e una sconfitta, dalla quale - come è giusto - si impara parecchio.
Quali pensieri quando corri?
Come confliggono mente e corpo al colmo della fatica?
Qual è il sapore del cibo e il gusto del sonno arrivati a quel colmo?
Che forma ha la solitudine della corsa di lunghissima distanza?
E la compagnia?
Avversari agonisti al punto giusto che in gare lunghe un giorno chiacchierano tra loro raccontandosi i ricordi, le impressioni, gli allenamenti.
Che colori ha la montagna?
Cosa si prova a buttarsi in discesa?
Che rumore hanno i passi di chi ti sta per superare?
E quelli di chi stai per superare?
Le risposte a tutte queste domande, e a tante altre certo, sono in questo libro.
Come ci sono anche pennellate di vita non corsa, emozioni, intese e incomprensioni, presenze e assenze.
Lo rileggerò.
Peccato non sia in italiano, questo è certo uno svantaggio. Kilian ha scritto in catalano e poi l'hanno tradotto in spagnolo. Fortuna mia la traduzione! 
Il titolo non è bello, secondo me, e per questo va spiegato. Nulla di "macho", non è l'irresistibile ultraforza dell'immortale che ti fa "correre o morire". Semplicemente, correre è come respirare: o si fa, o è un bel problema. Fa parte di lui. E fa parte di molti di noi, ad altri ritmi, in altre dimensioni. Ma qualcosa possiamo capire. 

Cari tutti, me ne vado in vacanza un paio di settimane. Andiamo in Finlandia: prima a Helsinki, poi su in Lapponia. A rileggerci!

7 commenti:

  1. Una sana invidia
    Ti, anzi, VI auguro delle ottime ferie

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  2. Bello, sicuramente un personaggio da approfondire. Buona Finlandia!

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  3. azz e' come il motto della mia squadra:o corsa o muerte

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  4. Eccomi di ritorno dopo quindici giorni finno-lapponi e dopo una giornata passata a seguire online la terzavittoria di Kilian all'UTMB. Si ricomincia

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  5. Anche io ho letto il libro qualche tempo fa e mi trovo d'accordo su tante idee.
    Titolo e copertina sono sballati e fuorvianti: chi non conosce il personaggio si aspetta di leggere delle versione ultratrail di Ivan Drago e invece..
    Tante riflessioni personali, scritte in modo semplice, ma efficace e genuino. Sulla corsa, sulla montagna, sulla vita.
    E anche io ho cercato in vano il nome del giornalista che lo ha aiutato!

    Pero`

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  6. E se il giornalista non ci fosse e Kilian avesse anche il talento dello scrittore? grazie per il commento

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  7. Andiamo poi oltre alle imprese sportive, perché qui c'è da celebrare lo scrittore, prima ancora dell'atleta. Nel libro non ci sono tabelle, allenamenti segreti, beveroni o pozioni utili a raggiungere l'Olimpo del trail.

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