Con qualche giorno di ritardo, ecco le mie impressioni su di un'ulteriore non-competitiva in odore di trail corsa nella mia nuova provincia.
Già la conoscevo, la Marcia dei Forti, visto che un paio di anni fa avevo partecipato alla 30 km, dove anche avevo conosciuto più di un simpatico trailer.
Quest'anno è tempo di 42km. Sono allenato non male e la distanza non mi pare un grosso problema. A proposito di km, però, devo dire che ho sentito da più parti sostenere che ci sia in realtà qualche km in meno (chi dice 40, chi 38). Boh. Io parto senza orologio e GPS, quindi non saprei. Dislivello: anche qui varie indicazioni. Opto per una che mi pare realistica: 1500/1600 D+.
Fine dei dati tecnici.
Nonni in casa = si corre in due. Chiara sceglie i 20 assieme a Livia, io invece corro con Alessio. Entrambi compagni di tante cose, ivi comprese le corse.
Partenza in centro a Folgaria, qualche km di asfalto prima in leggera discesa, poi in leggera salita, ecco però che si svolta e si sale su sentiero. Non fa caldino, in mezzo al bosco, ma fin dall'inizio ci si gode il paesaggio e il percorso. Al solito, organizzazione e volontari ai ristori sono di una gentilezza esemplare: grazie!
Per Alessio questa lunga è un po' improvvisata: pensava a fare la metà, ma poi si è fatto ingolosire, come si suol dire. Ma siccome si tratta di atleta insigne, nonostante il non esemplare allenamento, la concluderà egregiamente.
Torniamo a noi. Dopo il primo ristoro salutiamo le gentilissime consortrailer e andiamo di buon passo. Il tragitto all'inizio è molto più sali che scendi. La deviazione dei 42 ci porta fino alla cima di Monte Maggio (1850) salendo su di un sentiero molto bello, esposto ma non troppo, panoramico al meglio. Naturalmente, visto il nome della marcia, si vedono dei forti della Prima guerra mondiale. E penso alla fatica, al bello che povera gente vedeva senza poterlo guardare.
Gù da Monte Maggio è tutto molto nervoso, discese brevi ma intense e continue risalite. Le sensazioni per me sono davvero buone: corro con facilità e cammino anche con facilità :-))
Passiamo in mezzo alle mucche in malga.
Passiamo in mezzo alle pecore al pascolo.
Passiamo in mezzo ai cavalli a passeggio. Quello con i cavalli è un incontro particolare: si mescolano ai marciatori, addirittura al passo in fila sul sentiero. Poi qualcuno di loro trotta, e quelli dietro a me accelerano: lascio strada e ne invidio l'accelerazione. Bello spettacolo.
Corriamo su sentieri molto comodi, larghi e divertenti. Nulla di troppo tecnico ad affaticare la concentrazione, ci si gode la strada. Montagne tutto intorno, vette dopo vette. Forse qualche intervento di troppo per gli impianti di risalita, peccato.
Dopo cinque ore e spiccioli di allegria eccoci al traguardo.
Peccato per la sorpresina finale: qualche infame ha aperto la macchina per portare via le poche cose che vi avevamo lasciato. Pensavo quasi di non scriverlo neppure, per non offuscare il racconto di una giornata stupenda, salutata per di più da un sole simpatico, mai troppo caldo, ma utile a rendere ogni vista limpida al massimo. Però chi legge qui corre, e allora magari ricordare che le nostre macchine non sono un luogo sicuro potrebbe servire a qualcuno.
Ma non posso certo finire così...
Concludo allora mettendo in parole il pensiero di quanto sia divertente andare per 42km o quel che sono chiacchierando e guardandosi in giro, senza orologi né riferimenti, solo il gusto di percorrere una strada. Non voglio certo dire che non sia bello, per quei 42 km, spingere al massimo delle proprie possibilità ed inseguire una lancetta del cronometro, così da farla fermare il prima possibile. Voglio solo dire che senza quella lancetta io me la godo.
Peccato per la visita finale, ma alla fin fine la macchina è un oggetto...bisogna prenderla così, mentre tutte le sensazioni di cui hai goduto faranno parte di te sempre e nessuno potrà portartele vie. Da non corridore ti invidio per i bei panorami e incontri che hai fatto. Per noi sarebbe stata una bella "maratona fotografica".
RispondiEliminaSaluti alla tua consortrailer,
Erica & Max
E bravo Caio! Bel racconto. Peccato per quei figli di NN,sai quanti arrivano il lunedì in officina con le portiere scassate!! Il costo della riparazione passa in secondo piano ,ciò che da fastidio è il gesto vigliacco di chi fruga nella tua auto toccando la tua roba mentre questa è incustodita.Sogno ,te lo giuro,di sorprenderne uno e arrivargli alle spalle...piano ...piano....e tirargli un calcio talmente forte nei c@@@@oni da farlo ululare come un lupo!!!!!!
RispondiElimina@ EriMax - Ci vorrebbe qualcuno che sappia fotografare bene, io non ne sono capace e ultimamente con il mio "correre leggero" non porto più neanche la macchinetta. Per il resto, sensazioni battono ladro cento a zero
RispondiElimina@Emiliano . Vero quello che dici: ti coglie un senso di violazione dell'intimità molto brutto, quando vedi la tua roba in disordine. Hanno ravanato anche nella vaselina... magari pensavano che ci avessi nascosto un diamante