Il primo libro che ho letto qui a Berkeley si intitola "The Drunken Monkey", la Scimmia Ubriaca, appunto, e lo ha scritto Robert Dudley, un biologo che proprio a Berkeley lavora. L'ho scoperto mentre leggevo. Mi sa che gli scriverò per incontrarlo. Sono in California per studiare la storia degli ubriachi, anzi, la studio già da tempo, sono qui per approfondire. La speranza è scrivere varie cose sul tema, di sicuro un libro, magari due. Uno già parzialmente scritto, l'altro organizzato. Può sembrare che studiare le sbronze sia una scempiaggine, ma credetemi, non lo è. Come ogni campo dell'agire e del sapere umano, pure loro sono oggetto di storia e conoscere il passato può sempre servire a capire il presente.
Torniamo alla Scimmia Ubriaca: la tesi di Dudley è che la dedizione all'alcol possa avere anche origini genetiche. "Anche", non "solo". Per questo c'è bisogno di entrambi: natura e cultura. Ovvio che per sostenere questa tesi servano degli elementi, che sono dati dalle preferenze e dal comportamento di animali (scimmie ma non solo, anche mammiferi più grandi, roditori, uccelli) amanti della frutta tanto fermentata da produrre etanolo. Mi fermo qui, ma c'è dell'altro, qualcosa forse di complicato per la prima lettura di uno storico che si avventura nella biologia, ma neanche troppo. Bravo Dudley. Il libro è interessantissimo e ha dato una svolta importante a un capitolo del mio, quello parzialmente scritto. A chi ha dimestichezza con l'inglese ed è interessato al tema lo consiglio vivamente; si trova facilmente in Ebook.
Insomma, non di sola corsa vive il ricercatore in California. Ma anche di corsa. Mentre per gli allenamenti continuo a scoprire il bellissimo Tilden Park (ci fanno dentro una 50 km, quindi roba da scoprire non manca), ho partecipato al mio primo Trail nella Bay Area: Canyon Meadow. Nelle intenzioni dovevano essere 50 km, ma ho accorciato alla maratona. Troppo veloce la prima metà e troppo caldo, principi di crampi verso il 35 mi hanno consigliato di chiudere prima e chiudere camminando. Molto bello davvero e già ho adocchiato le prossime. Come molti trailer sanno, la voce ricorrente è che le gare negli States siano belle per l'ambiente. Confermo. Questa che ho corso io non era particolarmente partecipata (per dire, nella maratona abbiamo finito in 26, ma nella Mezza erano molti di più), non c'era tanta gente sul percorso, ma ho visto cose interessanti, come le squadre di supporto e i pacer. Vero poi che ai ristori si trovano volontari molto carini, ma quello lo possiamo dire anche dell'Italia. Il percorso era proprio interessante: un mix tra bosco e salite brulle, alcune pure con la sabbia sul terreno. Insomma, da approfondire. Come la tesi della Scimmia Ubriaca.