Così diceva la nostra piccola amica Elisa quand'era ancora più piccola davanti a difficoltà per un bambino insormontabili.
Così viene da dire pure a me, alla luce delle ultime uscite di corsa e delle mie aspettative autunnali.
Ho (non voglio ancora usare "avevo") individuato due possibili obiettivi per il 16 ottobre: il Tartufo Trail sull'Appennino (50km, 2500D+) oppure la friulana Cormorultra (69km, dislivello mi si dice trascurabile). Ma al momento mi sento davvero poco in forma per affrontare l'una o l'altra. Perché?
Perché non riescio a tenere una continuità di allenamento anche solo in parte soddisfacente.
Perché nel fine settimana ho provato a combinare un'uscita in pianura ed una in montagna ricavandone sensazioni non certo buone. La combinazione: 13 km circa con 650D+ circa al sabato, 20km circa alla domenica (ma sono stati solo 11/12 a causa di vomitillo e cacharel della piccola Matj, cosa che ha troncato la notte e chiesto attenzioni particolari durante il giorno).
Non riescio a tenere una corretta alimentazione: mangio troppo poco in pausa pranzo dal lavoro. Cerco di migliorare: oggi colazione anche salata e spero mensa anziché panini o insalatine più che one!
Non riescio a tenere una corretta gestione del sonno, nonostante la figlioletta sia brava e dormiente (a parte notti in bianco da virus, ma quella è l'eccezione). Cerco di migliorare: a nanna dopo il David Letterman su Rai5!
Non riescio a organizzare un lungo degno di tal nome. E qui è meno facile cercare di migliorare.
E mi chiedo: non sarà per caso che non mi sembrerà mai di essere pronto per stare sulle gambe per un'ultra? Davvero prima di quelle che ho fatto mi sentivo pronto? Non riescio a ricordare con precisione le sensazioni.
Non sarà forse che bisogna provare, buttarsi e abbandonare per un attimo quella razionale calma che mi caratterizza?
Sono molto confuso, ma come raccontava Carmen Consoli, rimango felice!