L'amico e compare di corsa Gio mi aveva suggerito un'idea: correre la Due Rocche, mezza maratona trail, tradizionalmente in calendario ad ogni 25 aprile nel bel paesino di Cornuda (Treviso). Ho accettato la proposta e molto bene ho fatto.
Ci troviamo sul far del mattino a Rovereto, trentini in libera uscita: siamo quattro in macchina (Marco, Fabrizio, Gio ed io), un'altra macchina ci segue e la spedizione è bella e pronta. Già il tragitto verso Cornuda è molto promettente: la compagnia è allegra al punto più che giusto e i km (quelli in macchina) scorrono piacevoli e pieni di risate.
Arriviamo per tempo, formalizziamo le iscrizioni e aspettiamo che si parta sotto un bel sole, finalmente, primaverile. Io non conosco per niente il percorso, ma mi basta sapere che è bello: lo hanno detto tutti quelli che lo hanno raccontato. Nei momenti prima del via incontro molti amici di strada e di sentiero, conosco la piccola Elisa, abbraccio un Mammut: sembra proprio un punto di ritrovo di quelli allegri. Siamo davvero in tanti: circa 500 per la mezza, ma ci sono anche un percorso di 12km e una passeggiata di 6km. Una festa... e sento dire che siamo circa 4.000 in tutto.
Ma bando ai racconti e corriamo. I primi 2 km sono su asfalto, giusti e indispensabili per scremare un po' il gruppone. Poi comincia la prima salita, molto corribile, e io la prendo per quello che è. Corribile, appunto. Mi diverto molto a correre in salita, almeno sulle pendenze che me lo consentono. Poi bosco, salite, discese, quasi niente asfalto, se non per gli indispensabili raccordi. Tengo un ritmo oggettivamente disordinato, ma per me perfetto. Il che significa correre sulle salite meno pendenti, andare di buon passo su quelle ripide, trotterellare al meglio sui saliscendi e sopravvivere, nella mia inveterata insipienza, quando la strada scende. Avevano tutti ragione: il percorso è bellissimo, aiutato da una giornata di splendido sole ma non eccessivamente calda. Ci sono tratti molto, ma molto fangosi. In uno di questi, salita assai ripida, l'organizzazione (da quel che posso dire io perfetta) ha messo anche delle corde per aiutarci a salire. Bravi! Sono state indispensabili. Me la godo, con l'unico neo di troppe persone che, forse non abbastanza abituate ai sentieri, ti stanno troppo alle calcagna (ho subito anche un incongruente tamponamento), ti superano per poi immobilizzarsi appena la strade sale dell'1%, Ammetto che talvolta mi innervosisco, ma me la faccio passare subito. Ad essere sinceri, c'è un secondo neo. Le persone che per risparmiare 3 euro, ma forse sarebbe più corretto scrivere per fregarli a chi organizza, si iscrive alla 12 e poi corre 21. Io a qualcuno cerco anche di farlo notare, sperando di instillare un minimo seme di vergogna. Difficile che succeda, ma ci provo.
Vado con un passo che mi soddisfa. Sento dire che dopo il 14° km il percorso si tranquillizza, basta salite, solo saliscendi, piano e discesa. Invece, al penultimo km ci aspetta una rampa niente male. Mi diranno che è una novità. Bella salita, peccato non avere più le forze sufficienti a correrla. Non ho GPS, preferisco portare con me l'altimetro. Stiamo per finire e lui mi dice che siamo a poco meno di 1.000 m di dislivello positivo. Il mio tempo è intorno alle due ore e mezza, poco più. Sono contento. Metto il pilota automatico per l'ultimo km e... mi ritrovo in un parcheggio. Cosa ho fatto? Semplice, invece di guardarmi attorno ho guardato a terra e sbagliato l'ultimo, segnalatissimo, bivio. Mi regalo insomma un paio di minuti di Due Rocche in più.
Poi finisce, o meglio, comincia un'altra Due Rocche. Quella di Roby che, mentre esco dalla doccia, mi fa trovare una birra fresca senza neanche darmi il tempo di accorgermene. Scusa Roby, una birra dovevo offrirtela io: la metto in conto. Quella di tutti gli amici conosciuti nel brillante mondo dello Spirito Trail.
Pasta, panino, ancora un po' di integratore al luppolo. Tutto molto bello, compreso il viaggio di ritorno, durante il quale i roveretani lavorano di ganascia per il tanto ridere. Le macchine da Rovereto hanno portato gente forte, escluso il sottoscritto, che se la cava e si diverte, ma forte non è. Abbiamo qualche prestazione da primi posti, vero Marco? Evviva il 25 aprile.
La partenza: