lunedì 2 luglio 2012

Maria Gadù e Val di Genova: come essere belli senza correre

Sabato. Il giorno caratterizzato per noi trailer dalla Lavaredo Ultra Trail e dalla sorella minore Cortina Trail. Ho scelto di non iscrivermi (alla sorella minore) perché il troppo anticipo troppe volte è andato male. Poi mi sono un po' pentito, poi però... è stato il giorno in cui sono tornato a Verona, non per riviverci, ma per vedere nella bellissima cornice del Teatro Romano il concerto di Maria Gadù, nuova luminosa stella nel brillante firmamento della Musica Popolare Brasiliana. Meraviglioso. Quanto una Cortina Trail, immagino. Sudata l'attesa, con un prologo lunghissimo stranamente jazz che - tutti bravi, non me ne vogliano - mi ha annoiato profondamente. Poi però arriva lei, Maria Gadù, con i suoi musicisti. E a fronte di una carriera ancora agli esordi (due dischi e un live con Caetano Veloso) inanella un capolavoro dopo l'altro, con brani rivisti, riarrangiati, interpretati con maestria. Voce da brividi, capace di lenti e veloci, di samba e ballate. Un esempio
Quasi due ore di grandissima qualità (peccato per un guaio all'impianto acustico che rovina un paio di canzoni) e poi riascoltandomi i cd arrivo a casa quando ormai è notte fonda.
Domenica. Dovevo andare con l'amico Gio a correre trailando i 40km della Marcia dei Forti di Folgaria: fatta già due volte, ne conosco i pregi e quindi la voglia di ricalpestare certi sentieri è notevole. Capita però che i nostri amici (quelli con il figlio duenne che si sbaciucchia Mateja) propongano una gita in Val di Genova, angolo trentino a me ignoto. Abbandono il trail e mi appiccico alle due donne di famiglia, dopo un sonno davvero breve. Ma che bella idea! La valle è incantevole, oltre che fresca; cosa che per le temperature di domenica non era affatto insignificante. Cammino con la piccoletta nello zaino, mogliettina e amici al fianco, godendo di boschi, fiume e cascate. Anche l'altro piccoletto è zainato. Poi scopriamo una spiaggetta un po' nascosta che ha le caratteristiche di quei posti che chiamiamo "paradiso". Ruscello gelido, che proseguendo la sua corsa diventerà fiume, dove rinfrescare i piedoni. Alberelli sotto i quali mangiare e rilassarsi in ottima compagnia. Poi camminata di ritorno sempre con la cucciola zainata e contenta. Sosta idrica in bar di inizio valle, costruito in una tattica posizione panoramica da urlo con vista cascata.
Macchinata di rientro ed eccoci a casa.
Ok, tornato a casa un'oretta sui sentieri sopra casa me la corro, anche per provare un paio di scarpe nuove che mi sono regalato. Probabilmente ho seriamente rischiato lo scioglimento da caldo, oltre che il cedimento strutturale delle spalle provate dal dolce peso, ma non è successo e sono ancora qui a raccontarla. 

7 commenti:

  1. Bella scoperta Maria Gadù. Non la conoscevo ma ora mi è venuta voglia di approfondire

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    1. Ne vale la pena, anche ascoltandola quando si corre su asfalto.

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  2. Val di Genova?? Mai sentita. Corro subito a chiedere informazioni all'esperto (il papà)!

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    1. Anche per me si trattava di luogo sconosciuto. Uno dei tanti tesori trentini.

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  3. Beh non c'è che dire leggendo il tuo blog si scoprono sempre notizie fresche.. come le tue cascate :-)

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  4. PS Me lo consigli il libro di Kilian? In alternativa cosa mi proponi? Volevo comprarne un paio da portarmi in vacanza penso che tu sia la persona più adatta a cui chiedere. Attendo lumi!

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    1. Sì, Kilian te lo consiglio (credo ci sia in spagnolo e francese al momento). E ancora meglio forse Dean Karnazes.Ultramarathon man. Confessioni di un corridore estremo (se hai un e-reader ti viene via a poco).
      Quanto al fresco... chi cerca trova :-)

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