venerdì 15 ottobre 2010

La Jugoslavia, il basket e un telecronista

Ho atteso per scrivere questo post: letto il libro, ascoltata la presentazione, riletti alcuni passi, con l'idea di rileggere tutto – magari anche più volte. Ho atteso perché non mi pareva facile trovare le parole per descrivere quello che in righe precedenti ho definito “il libro che avrei sempre voluto leggere e che non era stato ancora scritto”. Ora ci siamo.
Sergio Tavčar, l'autore, per tutti noi che da appassionati – bambini e adulti, qui sono piuttosto sicuro che non ci siano distinzioni – guardavamo la pallacanestro su Tele Capodistria è un punto di riferimento impareggiabile. Magari a noi italiani dava anche fastidio, il buon Sergio esponente della minoranza slovena di Trieste, quando tifava apertamente Jugoslavia nelle ripetute sfide con l'Italia di quegli anni Ottanta in cui non vincevamo praticamente mai. E forse era quella condanna alla sconfitta (poche eccezioni, la più bella quella dell'oro di Nantes 1983) che ci faceva innervosire di più. 
Ma il sabato su Tele Capodistria andava in onda il campionato jugoslavo, dove si scopriva a Sebenico un quindicenne capelluto dalle movenze elegiache. Drazen Petrovic. E poi tutta una serie di giocatori solo all'apparenza improbabili, io ad esempio ricordo un Popovic zaratino abituato a tirare da fuori usando il tabellone. O il Franjo Arapovic campione di sventolio dell'asciugamano dalla panchina. Quante immagini: divento nostalgico... e non parliamo di coppa campioni, di coppa Korac, di anni Settanta che io ho sentito raccontare perché ero troppo piccolo ma che Tavčar già commentava, ricco della sua – per noi – proverbiale ironia e competenza.
Ironia dissacrante nel prendere in giro giocatori goffi e perdenti, sincero stupore a raccontare le gesta di giocatori che hanno segnato l'immaginario di noi piccoli emulatori. 
E il libro racconta di quel basket che non c'è più, di quella Jugoslavia che non c'è più. Ricco di aneddoti, di analisi, di opinioni condivisibili o meno (io le condivido tutte, e forse dovrei per onestà scrivere “condivisibili e basta”) questo è il miglior libro di basket che io abbia mai letto, avvicinato soltanto da “Sul filo del rasoio”, scritto da un giornalista che per un anno seguì l'Indiana University di Bobby Knight. Andiamo troppo sul tecnico? Certo che ci andiamo e mi piacerebbe restarci ancora un po': vado a rileggermi qualche storia, magari quella del giocatore preferito del nostro Tavčar, quel Mirza Delibasič che a casa padre e fratello mi raccontavano essere il prototipo del talento elegante, tecnico e fisico.
Il post finisce qui e racconta alla meno peggio davvero – ne sono certo ogni momento in cui ci penso - “il libro che avrei sempre voluto leggere e che non era stato ancora scritto”. 
Il sito vale davvero la pena.

10 commenti:

  1. Non sapevo dell'esistenza del sito quindi grazie e provvedo anche per il libro..
    Tavcar chi non lo conosce anche se per me ascoltare le sue telecronache era praticamente impossibile quindi mi limito a ciò che ho letto o sentito dire......
    Certo che mi ha messo Soragna negli all-time italiani e non ha trovato un posto a Djorjevic in quèlli slavi.. ahi ahi ;)))

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  2. cambia marcia, Caio cambia marcia e passa alla Tzenis che, quest'anno, promette una stagione di transizione

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  3. @ Insane - TV Koper adesso si dovrebbe vedere online e trasmette la Lega Adriatica: speriamo sia vero. Le classifiche, specie quella italiana, secondo me mirano un po' a stupire.
    @ Ciccò - la seguirò senz'altro e nei limiti del possibile anche dal vivo.

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  4. La Tezenis quest'anno è di difficile interpretazione,almeno sulla carta,e non è partita benissimo..

    Anche se Romba lo ricordo sempre con affetto..

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  5. Non mi sembra una squadra malfatta. La seguirò con curiosità ma senza tifo: non ci si può certo improvvisare tifosi! Comunque un colpo di fortuna avere buon basket vicino casa. Ah, Gorizia in A1. Quanta nostalgia :-((

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  6. Che onore! Ho ricevuto un commento via mail da Sergio Tavcar in persona. Arrossisco.

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  7. Anche per me Tavcar e' e resta mitico.
    Ricordo la "caduta catastrofale" riferita ad un capitombolo degno di nota e l'immagine di un giocatore che "segnerebbe anche dagli spogliatoi" espressa da Tavcar.
    Ho avuto pure l'onore di giocare contro una squadra allenata da lui in Prima Divisione (che poi da noi e' l'ULTIMA serie)...

    Bel post. Bei ricordi. Un tempo che non c'e' piu'. A volte per sfortuna...

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  8. Marco, anche tu ex-baskettaro! Ricordo un Tavcar allenatore anche del grande Jadran di Starc-Vitez-Ban. Anch'io sono nostalgico di quel basket: oggi si zompa troppo e la tecnica langue.

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  9. Non seguo molto il basket anche se quando vince Milano sono contento :-) Ahimè sono stato un calciatore dilettante amante del pallone giocato. Gli sport in generale mi affascinano. La fatica e il sudore per raggiungere i traguarti mi emozionano. La cosa che mi ha fatto più piacere nel leggere questo post da semi profano è la profonda conoscenza dell'argomento. Complimenti.

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  10. Grazie, Luca. Il basket per me è "LA" passione. Per un periodo ho pensato anche di farne una professione, poi ho scelto altre strade e forse ho pure sbagliato :)))

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