domenica 1 agosto 2010

Libri non troppo consigliati

Non tutti i libri che leggo finiscono nello scaffale “Letti e Consigliati”, ci mancherebbe. Può essere, forse, interessante saperne di alcuni il perché.
Altai, Wu Ming. Scritto bene, avvincente, scorrevole, però – c'è evidentemente un però. La mia opinione è che si tratti di un romanzo di maniera, costruito troppo a tavolino, “scientificamente” si potrebbe dire per capirci. Continuo con i “troppo”: personaggi troppo caratterizzati, vicende troppo esemplari, colpi di scena troppo scenografici, saggi troppo saggi e cattivi troppo cattivi. Non c'è slancio, non trovo segnali di invenzione pura... un libro di geometria, quasi. Va benissimo per l'ombrellone, o come nel caso mio per un poggiolo di montagna. Ma si può serenamente fare a meno di leggerlo.
Io e Kaminski, Daniel Kehlmann. Meno celebre del precedente, vale la pena dedicare qualche riga alla trama. 
Sebastian Zöllner, critico d'arte poco simpatico, pieno di sé e molto opportunista, vuole scrivere “il” libro della propria vita. Per scegliere l'oggetto, calcola, e decide: sarà una biografia del pittore cieco Manuel Kaminski, da costruire sulle confidenze dell'anziano artista. Uscirà subito dopo la sua morte: basta solo aspettarla... non potrà tardare.
Il personaggio Sebastian è ideato con magistrale ironia e crudele realismo, ho appuntato un periodo che lo segna davvero bene:
La porta si aprì, un'assistente con una camicetta attillata entrò e gli porse un foglio. Bogovic lo osservò per un paio di secondi e lo mise via. Guardai la ragazza e le sorrisi, lei distolse lo sguardo ma mi accorsi lo stesso che le piacevo. La sua timidezza era commovente. Mentre usciva, senza dare nell'occhio mi spostai di lato, in modo che mi sfiorasse, ma lei mi schivò. Ammiccai a Bogovic in segno di intesa, lui aggrottò la fronte. Doveva essere omosessuale”.
E poi? Poi, quasi, basta. Al di là di questa costruzione perfetta non si va, la vicenda è tanto astrusa da risultare banale. Nessun altro dei protagonisti gode di una definizione così precisa, il tono ironico non sempre è intonato. Peccato, l'idea iniziale e il progetto di trama sono avvincenti. Manca lo sviluppo. Kehlmann però è molto bravo ed io non lo mollo qui.

2 commenti:

  1. Hai notizie sulla bellezza o bruttezza di : Murakami, l'arte di correre?

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  2. @ Ciro - Sì, mi è stato regalato da un amico. Consigliato: scritto bene, interessante la psicologia del corridore/scrittore. Un simpatico folle.

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