mercoledì 5 maggio 2010

Abbots Way (2)

Con un certo ritardo sulle mie previsioni, ecco la mia seconda puntata Abbots.
C'è un'immagine da mettere per iscritto che, secondo me, racconta se non tutto quantomeno molto di questo tipo di corse. Arrivato al paesino di Coli, a 7 km dalla fine della strada intera, trovo uno dei tanti ristori. A presidiarlo un signore anzianotto e assonnato che mi racconta di essere stato in piedi tutta la notte per accogliere qualsiasi corridore arrivasse al suo tavolino, fornito di bevande d'altri tempi come il chinotto e la cedrata. Lo avrei abbracciato, ma ero palesemente troppo sudato e spero che il mio ringraziamento non condito da gesti gli sia arrivato comunque gradito e sincero.
È questo anonimo (almeno per me) benefattore di noi trailers puzzoni l'emblema di questo fine settimana.
C'è poi chi ha organizzato, impegnandosi allo stremo per mettere tutti noi in condizione di pensare solo a correre. Li ringrazio di cuore, come già in tanti hanno fatto.
C'è, tra di loro, Maria che ha perfino trovato il coraggio di baciare le gote inzaccherate di tutti noi che tagliavamo il traguardo di Bobbio. Mi sembra un atto di coraggio che va rimarcato.
C'è un gran numero di compagni spiriti trail che ho incrociato tra strade e palestre. Ho ammirato la vostra corsa, goduto della vostra compagnia, fatto tesoro dei vostri consigli. Che bello poi vedere Roberta “Robychao” che dopo aver fatto i 125 km tutti d'un fiato era lì a salutare chi finiva la propria fatica, fosse anche meno della metà della sua (come è accaduto a me). I suoi complimenti, dei quali ho percepito pienamente la gentile sincerità, mi hanno fatto un piacere enorme.
C'è un altrettanto grande numero di compagni di strada, lettori del blog, passanti e accompagnatori. Con loro ho condiviso tratti in macchina e di corsa, docce e sonni, chiacchiere e cibo.
C'è quell'incuriosita signora che, mentre aspettavo di partire a Borgotaro, si informava sul dove avessi mai lasciato quella “povera donna” che portava al dito una fede uguale alla mia. La mia risposta l'ha soddisfatta: “Signora, mia moglie è a casa a tener da conto la bimba che stiamo aspettando, altrimenti sarebbe qui a correre con me”. E lei, tra il rassegnato e il comprensivo: “Già, non può che essere così”.
Ci sono anche quelli che in palestra non rispettano il sonno degli altri, quelli che si lamentano bestemmiando contro l'organizzazione – incapaci di accettare che la perfezione non esista – ma è anche grazie a loro che ci si rende conto che il mondo può sempre migliorare.
E c'è, last but not least, il mio gemello Alessio... ché senza di lui tutto questo non sarebbe accaduto.
Sono passati giorni, ma il mio entusiasmo continua a salire.

3 commenti:

  1. tutta la mia ammirazione: non sono preparata ancora per affrontare un trail, per il momento è un sogno che resta custodito in fondo al cassetto! stupendissimo correre a metà con un Amico!
    buone corse ;-)

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  2. Basta andare per gradi, e i limiti si spostano, citandomi "Un passo alla volta, lentamente e con giudizio".

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