mercoledì 3 febbraio 2010

Tra Storia e Trail - Attraverso memoria e attualità

Il mio lavoro è fare il ricercatore, ambito: la storia. In breve, nel mio caso, direi che si tratta di cogliere degli avvenimenti partendo da documenti scritti, passarli al microscopio, cercare di scoprire le connessioni che li hanno determinati, quelle che li mettono in relazione con altre dinamiche, passate o future. Fatto questo, provo a filtrarli con la mia mentalità da uomo del XXI secolo, cercando di capire come tutta questa rete di connessioni ha contribuito a fare del mondo quello che oggi è e quello che un tempo è stato.
È questa, anche in generale, la mia forma di pensiero, non so se sia una conseguenza del mio essere uno storico o se ne sia, piuttosto, una premessa: ragiono così perché faccio questo mestiere oppure, al rovescio, faccio questo mestiere perché ragiono così? Probabilmente la risposta è affermativa a entrambi i quesiti.
Premessa indispensabile a spiegare il post di oggi.
Da molto tempo mi chiedo perché mai continui a vivere in Italia, rispondendo tra il serio e il faceto che l'unico motivo è il lavoro di Chiara. Così do la colpa a lei e me ne lavo le mani.
Ma il mio modo di ragionare mi ha fatto scoprire un altro motivo.
In Italia una formazione quantomeno approfondita ti procura, se ti va bene, un lavoro precario a termine pagato non molto; il governo è chiaramente nelle mani della malavita organizzata; la maleducazione è imperante; i trasporti pubblici allo sfascio; il mercato immobiliare al delirio; lo stato sociale in disfacimento. Potrei continuare a lungo, mi limito a sottolineare che dirsi “In Italia si vive bene” è spesso una menzogna. Per me è così.
È il tempo di quel barlume di ottimismo. Il motivo di cui sopra è il piacere dell'ospitalità gratuita. Un piacere che è molto mio, del quale sono spesso beneficiario. Gli esempi sono numerosi, scrivo di quello di domenica, a Venezia, per il trail.
Quante persone hanno lavorato, senza interessi tangibili, per regalare una bella giornata a noialtri? Quanto tempo ci hanno dedicato? Quante preoccupazioni ci hanno tolto? E hanno pensato a dei regali, a delle sorprese, a renderci quelle emozioni infantili, di quando i doni erano inattesi e sconosciuti. Mi è tornato alla mente il giorno in cui, avevo dieci anni, mio padre mi regalò il Subbuteo, senza che ci fosse nessuna ricorrenza. Nel mio immaginario di bimbo, il prezzo di quel gioco sembrava insormontabile, non osavo chiedere. Per papà invece quello che serviva era solo un pensiero, che non mancò. Ecco, gli amici veneziani questo tipo di pensiero hanno avuto.
Fare le cose non per sentirsi dire bravo, ma per vedere gli altri contenti. Non che lo creda una prerogativa esclusivamente italiana, ma mi pare che la serenità di questo pensiero (senza tensioni, esagerazioni, pretese che tutto sia perfetto tanto da sembrare posticcio) sia tipica del nostro modo di essere.  Almeno, lasciatemelo dire, dei migliori di noi.

8 commenti:

  1. Profondo come pensiero!!!!!!!! condivido pero' tutto. Evviva Venesia e i venesian!!. Ciao

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  2. mi piace l'analisi.. da semplice viaggiatore/osservatore ho l'impressione che l'italia rappresenti appena l'occhio del ciclone, che sia una sorta di laboratorio dove e dal quale sperimentare e diffondere ogni nefandezza/bassezza..... ovviamente ognuno si sceglie il percorso che gli è più congeniale, ma da noi 'certe' forzatura arrivano al paradosso e finiscono per travolgerci senza trovare (o quasi) opposizione, fiaccando ogni resistenza....
    la storia: anche gli studiosi più seri e appassionati devono(?) riferirsi a documenti 'ufficiali' e resi disponibili ad arte, quindi, pur con le migliori intenzioni, partono spesso da premesse distorte e fuorvianti... sei d'accordo?

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  3. @ Mercurio. Viva Venezia, davvero. Correre serve anche a ossigenare il cervello, giusto?
    @ Yogi. L'Italia come banco di prova, potrebbe essere... è vero che qui è più facile gabbare la legalità! Storia. Certo, dici bene: il problema dei documenti è reale, proprio per questo serve stabilire connessioni tra le varie tracce e cercarne anche in carte non ufficiali, cercando di sbirciare anche tra le righe. Ti assicuro che è molto appassionante.

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  4. Caio se fossi in te me ne andrei, proverei visto che siete giovani e senza figli, si fa sempre tempo ritornare, anche secondo me qui non funziona nulla, è uno schifo, fortuna che esistono i TA, SPERIAMO DI RIVEDERCI PRESTO

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  5. Beh da veneziano non posso che essere contento dei complimenti che hai fatto. Ma una domanda: che corsa c'è stata a Venezia domenica? Giuro che non ne sapevo niente.

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  6. @ MJ. La tentazione è forte, per questo nascono pensieri come quello del post.
    @ Michele. Scopri il mondo Spirito Trail: c'è il link. Vai nella sezione Trail Autogestiti e poi t.a V.T.G.T. - trovi tutto e più di tutto sul nostro giro veneziano.

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  7. deliciosa reflexion caio, deliciosa porque supera lo obvio y lo condescendiente. y valga lo que dices de los venecianos para ti tambien. chao

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  8. Gracias Antonio. Superare l'ovvio è un grosso obiettivo, per noi storici. Hasta muy pronto.

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