venerdì 24 ottobre 2014

Ne è passato, di tempo ...

Non sono certo stanco di scrivere, tutt'altro... è che ho scritto tanto altrove. 
Da qualche mese mi sono inventato giornalista / vaticanista. O meglio. Me lo hanno proposto, di diventarlo, e io ho detto sì. E poi ho scritto addirittura due libri. Come per la parentesi del giornalismo, le cose avvengono talvolta per caso. Il mio caso è papa Francesco. Prima della sua elezione studiavo una storia lontana, nel tempo oltre che negli interessi di chi avrebbe potuto, più teoricamente che concretamente, leggermi. Studiavo e scrivevo di storia del cristianesimo, di America Latina e di gesuiti. Papa Francesco è cristiano (ma dai), latinoamericano e gesuita. Fin dal giorno dopo la sua elezione, ecco arrivarmi le domande: chi è? Da dove viene? Ho iniziato a rispondere, mettendo in gioco le mie competenze e cercandone di nuove. Studiando, che è la mia passione. E le proposte non si sono certo fermate. Così ho parlato molto e scritto di più. 
Oggi è l'ultimo giorno di edicola per il primo dei due libri che ho scritto: la biografia di José de Acosta (1540-1600), un gesuita che ha contribuito a fare la storia del cristianesimo e della Compagnia di Gesù. Il Domenicale de Il Sole 24 Ore ha scelto di proporre ai suoi lettori una storia dei gesuiti e ha chiesto a me di occuparmi di una parte. 

Inevitabilmente, tutto questo lavoro (sia benedetto!)ha inciso sul tempo libero, che per me è fatto prima di tutto di relazioni (familiari e di amicizia), poi di corsa e anche un po' di subbuteo. Ho cercato di privilegiare le relazioni, lasciando qualche passo indietro la corsa e soprattutto il subbuteo. E mettendo il blog in naftalina, ma sempre con l'idea di riprenderlo. Prima o poi. Ora è il tempo. Perché ora? Perché i libri sono scritti e consegnati, certo, ma anche perché ho letto il racconto del mio amico Michele, che ha finito la sua prima cento miglia e con le sue parole mi ha detto molte cose e definitivamente rivitalizzato la voglia di scrivere parole che esulino dal lavoro. 

Ho corso poco. Ma credo di avere amministrato bene la riduzione del tempo. Ho diminuito (di molto) il chilometraggio ma non ho mai smesso. Credo di avere la riserva per riprendere.
Ne racconterò. Me lo prometto. 

Questo è il link al racconto di Michele

Questa è la copertina del libro