martedì 26 febbraio 2013

Un buon pareggio

Io questo casino proprio non lo capisco.
Io posso dire che tutto sommato me l'aspettavo, e forse perfino un po' ci speravo. Per molte ragioni.
Io credo che quando si deve affrontare un avversario che ha un'infinità di risorse, non solo economiche, più di te... batterlo è davvero difficile, può capitare, ma raramente. 
Io sono stato sveglio su internet a premere quasi ossessivamente il bottone "aggiorna". Fortuna che le redazioni erano preparate. Va detto però, ad onor di verità, che in queste occasioni sono sempre sul pezzo. Anche se qualcosa, a raccontarla, la fanno più grande di quel che è. 
Io leggo di gente che vuole addirittura andarsene dall'Italia: e che sarà mai?
Io penso che alle volte bisogna guardare in faccia la realtà, avere l'umiltà di mettersi in difesa e vedere che succede. Magari aggrappandosi al più striminzito dei risultati.
Quindi, alla fin dei conti: ottimo zero a zero. Abbiamo fermato il Napoli e saranno contenti gli juventini. E chissà che con il riconteggio dei tifosi Fogolarfurlan all'estero non ci scappi una sorpresa!
ALÈ UDIN! 

domenica 24 febbraio 2013

Corri! Frankfurt Urban Trail o in giro per la città?

Tutti o quasi gli appassionati di corse lunghe conoscono l'aneddoto attribuito al "guru" della disciplina, Marco Olmo. Si narra che ad un incauto cacciatore di segreti, insistente nel richiedere il "come si fa" di tanta resistenza veloce, l'impassibile Marco abbia vergato su di un foglietto il suggerimento tanto atteso: "Corri".
Ho sempre pensato che fosse un'indicazione molto buona e cerco di orientare il mio andare tenendola come bussola.
Stamattina mi alzo di buonora, Francoforte mi saluta con una decisa nevicata, faccio una buona colazione e studio (o lavoro? La differenza spesso sfugge) un paio d'ore. Poi verso mezzodì mollo la scrivania, molla anche la neve (tornerà, però mite) ed esco. L'idea è proprio quella di correre. Non nel solito parco, ma alla scoperta della città. Vado proprio alla scoperta dunque: non ho cartina, né gps. Mi fido del mio senso dell'orientamento, nullo, e soprattutto delle indicazioni da ciclabile e della approssimativa conoscenza cittadina sviluppata in questi due mesi alemanni. Oltre che delle indicazioni di Chiara, che quando era qui ha capito molto meglio di me la geografia urbana. Comincio a guardarmi intorno, piazze e chiese. Poi il lungofiume. Poi il bosco della città. Passo vicino allo stadio, cambio direzione quando leggo che sto andando all'aeroporto. Oggi non ci sono né Lufthansa, né Alitalia da prendere. Riprendo il lungofiume dalla parte opposta rispetto agli inizi. Raggiungo un enorme grattacielo in costruzione futura sede della Banca Centrale Europea. Con le gru sul tetto ad un'altezza clamorosa che non so stimare. Insomma, corro.
Ho preso poco e niente con me. Due cioccolatini e qualche moneta per comprare da bere. Non ho neppure l'oggetto che ormai da un paio d'anni mi ha sedotto suadente: il portaborraccia a mano. 
Davvero sono capace di orientarmi! È una cosa che pensavo impossibile. Sono in grado di perdermi anche a casa mia, i miei amici potrebbero raccontare di quando mi persi in montagna letteralmente sulla strada di casa, facendo passare a molti un brutto quarto d'ora ben più lungo di quindici minuti. Eppure... forse il segreto è tenere gli occhi aperti, la testa alta. Forse il segreto è godersi la corsa. Riprendo la via di casa e vedo che dalla partenza sono passate quasi tre ore. Quanti km avrò fatto? Ventisette? Ventotto? Boh. Comunque una cifra che vale sempre un buon voto all'università. Teoricamente sarebbe il lungo prima di una gara che non potrò correre. Ormai vedo le iscrizioni anticipate come un rischio di impresa: peccato che la mia impresa sia sempre in perdita.
Non me l'aspettavo di andare così bene e senza né crisi, né sofferenza. Ultimamente corro sì ma faccio molta fatica: uscite sempre di un'ora, sempre in parco. Forse davvero la fatica si lega strettamente al fatto che si tratta sempre di un andare caratterizzato dalla mattina presto, dal non aver fatto colazione e dal sottozero. Oggi invece ho guadagnato qualche grado. I fiocchi di neve invece sono compagni frequenti e per nulla indesiderati.
Mi piace proprio l'idea di urban trail, chi mi legge lo sa. Ne ho corsi in Francia (Parigi, Lione), ne ho fatto il leitmotiv delle corse del tempo veronese che fu. Ed oggi anche Francoforte. Che divertimento!
Ho apprezzato molto la disponibilità del giusto abbigliamento: un intimo lungo Camp (calzamaglia e maglia) comprato a Stoccolma che in Italia rischia di fare la muffa ma qui è perfetto. Un giacchino Montura regalato dai suoceri (su inevitabile imbeccata). Un paio di Hoka non troppo aggressive che su terriccio neve e un po' di ghiaccio fanno il loro mestiere con ammirevole professionalità.
Poi al rientro a casa ho deviato dai consigli del "guru" di cui sopra. E già, perché lui è vegetariano e io no. Mi sono mangiato del riso e un paio di panini ben poco erbivori. Anzi. Per niente erbivori. Perché, a credere troppo nella figura del "guru" (o del santone, come ben dice un mio amico), poi finisce che lo si manda in parlamento. O ancora più su. Marco Olmo qui non centra, intendiamoci!

lunedì 4 febbraio 2013

A Francoforte

Non scrivo da un sacco di tempo, purtroppo non leggo neppure (amici blogger) da un simile sacco. Non per mancanza di argomenti, né perché non ne abbia voglia. Mi è proprio mancato il tempo, oltre che per un certo periodo la connessione internet. 
Sono dal 30 dicembre a Francoforte per un periodo di lavoro (molto bello) in Germania. Per quasi tutto il mese di gennaio Chiara e Mateja sono state con me. Ora ci arrangiamo con rientri da weekend per cercare di stare un po' assieme.
Oggi aspetto il superbowl e finalmente trovo il giusto feeling con la tastiera.
A Francoforte ci siamo goduti molto tempo assieme, noi tre. 
Abbiamo visto divertentissimi scatti di crescita della duenne e mezzo, affascinata più che spaventata dalle tante novità, ivi compreso un enorme gorilla da zoo salutato con un "Ciao, golilla, leggi il mio libletto". 
La notte di capodanno l'abbiamo festeggiata mangiando würstel e patate e bevendo birra (i grandi). Ci sembrava il giusto clima.
Abbiamo avuto giorni molto freddi e altri tiepidi, il sole praticamente non si vede mai. La città è molto vivibile, e per fortuna: con quel clima sarebbe davvero dura, se non fosse così ben organizzata e piena di idee. E già, perché essere pieni di idee significa avere sempre qualcosa da fare.
I bambini giocano all'aperto tra la neve e il gelo. Mateja con loro. Mai un raffreddore (i vestiti giusti li abbiamo comprati in loco). Quello è arrivato al rientro a Rovereto.
A Francoforte, naturalmente, lavoro. E godo di una bella opportunità davvero "globale". Ad esempio usare lo spagnolo come lingua comune in una riunione tedesca.
A Francoforte ho letto parecchio, dedicandomi all'ultimo trip della mia vita da storico: cosa e come si mangiava e si beveva nel 1500/1600; perché alcune cose sì e altre no; perché alcune cose si sono diffuse nel mondo e altre no. Ho letto anche un bellissimo giornale Trail Running, che continuerò a leggere per le sue proposte interessanti nello sforzarsi di mostrare come correre in un certo modo possa significare pensare uno stile di vita. E ho letto Lansdale. Lode e gloria al Kindle, che mi permette di avere un sacco di libri in quasi niente spazio.
Mentre ero a Francoforte "nelle librerie" è persino uscito un libro scritto da me. Pensavo succedesse prima, ma non conoscevo i tempi della distribuzione. 
A Francoforte in principio ho corso molto poco, ma era previsto: stop di gennaio. Ora che sono rimasto solo ho ripreso, e sto valutando un giro completo della città cercando di toccare il maggior numero dei (tanti) parchi. Sto testando seriamente le Hoka. 
Da Francoforte le cose che leggo accadere in Italia mi mettono tanta tristezza. Pensavo di riderci su, di dire che io prometto di vincere la Marathon des Sables, di scrivere il nuovo Cent'anni di solitudine, di giocare all'All Star Game NBA e via dicendo. Ma non mi faceva ridere. E naturalmente non ho i requisiti per votare all'estero. 
A Francoforte ho visto Django Unchained e mi è piaciuto molto: la quintessenza dello spaghetti western fatta film. Gli spaghetti western sono una mia passione da un sacco di anni. E questa potrebbe essere una cosa tipo la quadratura del cerchio. 
A Francoforte sto imparando un sacco di cose, e spero di continuare ad impararne un sacco in più quando tornerò a casa. Ai primi di marzo. 
Comincia il superbowl.